Expo 2015: cluster, padiglioni, ristoranti e prospettive. Intervista a Piero Galli

5 Mag 2014, 09:32 | a cura di
A meno di un anno dall'inizio dell'esposizione universale di Milano incontriamo il direttore generale Divisione Gestione Eventi dell'Expo per ragionare sulle prospettive e le istanze di questo appuntamento. Dati, numeri, ristoranti, padiglioni, cluster e non solo.

Fa piacere vedere nellโ€™ufficio di Piero Galliร‚ย โ€“ direttore generale della Divisione Gestioni Eventi dellโ€™Expo 2015 โ€“ la collezione completa di tutte le guide del Gambero Rosso 2014. Vuol dire che il manager genovese di nascita e ormai โ€œnaturalizzatoโ€ milanese, รจ un appassionato di cibo, non gourmet forse, ma che gli assegna una forte valenza. โ€œUn elemento culturale e sociale, imprescindibile. I migliori momenti della mia vita familiare li ho passati a tavola: in casa o al ristorante, in Italia e allโ€™esteroโ€. Bene, non ci sono dubbi che il tema dellโ€™esposizione universale lo trovi dโ€™accordo (โ€œAnche se รจ giusto sottolineare che lโ€™ho ereditato, sono entrato in squadra successivamente ma รจ bellissimoโ€ dice) e lo motivi particolarmente. Nel suo importante ruolo โ€“ la sua รจ una delle principali business unit dellโ€™Expo 2015 - Piero Galli si occupa delle attivitร  relative a Sales, Marketing, Spazi Tematici, Innovazione Tecnologica, Palinsesto Eventi, Expo Points, Gestione Partner, Turismo ed Expo Digitale. Sicuramente non si annoia, dividendosi tra il mondo e lโ€™ufficio nella centralissima Via Rovello, cuore organizzativo dellโ€™evento. Avergli rubato unโ€™oretta nellโ€™agenda รจ stato un successo.

Dottor Galli, al di lร  che ha detto di condividerla, ritiene che la scelta del cibo โ€“ anzi del nutrimento โ€“ sarร  vincente per lโ€™Expo 2015?
Assolutamente si. E le spiego perchรฉ partendo da lontano. Lโ€™Expo, sin dalla nascita nel 1851, รจ stato il tentativo di rappresentare il mondo in un solo Paese, per chi non era in grado di viaggiare. รˆ chiaro che da quando i trasporti e internet hanno permesso di vedere o sapere tutto, non si poteva che cambiare il sistema pur mantenendo i dogmi fissati dal Bureau International des Expositions per evitare di creare delle grandi fiere campionarie: universalitร , educazione e innovazione. A questo punto si รจ deciso che senza un tema non si possono aggregare 20-25 milioni di persone in un posto. Cosรฌ โ€“cito solo le ultime - a Saragozza 2008 fu Acqua e sviluppo sostenibile, a Shanghai 2012 fu Better city. better lifeร‚ย mentre noi abbiamo Nutrire il pianeta, energia per la vita. Direi attualissimo visto che siamo sette miliardi di persone, per non parlare degli animali, che gravitano sul pianeta, con squilibri ancora sensibili.

Il cibo รจ il fenomeno del momento, almeno da noi. Concorda?
Si, perchรฉ mette insieme tante cose. Un peso economico, visto che muove milioni di appassionati e noi contiamo di attirarli allโ€™Expo anche per le nostre eccellenze. Poi รจ aggregante, mi pare che sono in tantissimi che hanno ripreso a cucinare in casa, con il boom delle trasmissioni di cucina. Ancora la salute: non dimentichiamoci che nel 2013, le statistiche hanno detto che lโ€™Italia ha la piรน alta concentrazione di bambini supernutriti in Europa e non va bene, considerando che la nostra dieta mediterranea รจ stata considerata patrimonio universale dallโ€™Unesco. Da qui lโ€™educazione: se รจ vero che un genitore trasmette ai figli lingua, religione e ciรฒ che mangia, avremo modo di esaltare al massimo una delle tre peculiaritร  richieste a unโ€™Expo.

Facciamo qualche numero?
Ci aspettiamo 140-150 Paesi contro i 192 di Shanghai. Ma cโ€™รจ una differenza non da poco: lรฌ cโ€™erano 42 padiglioni nazionali, qui 60. In pratica, vuol dire che tanti hanno deciso di spendere da 10 a 50 e oltre milioni di euro per rappresentare il loro cibo al mondo che passerร  di qui, per sei mesi. Un successo che mi spiego in tre ragioni: lโ€™Italia attira sempre e comunque, il tema piace ed รจ attuale, alcune nazioni quando fu scelta Milano erano in fase di sviluppo e oggi sono realtร  importanti. Un esempio? Il Vietnam. Quanto ai visitatori, le ultime stime sono sui 20 milioni.

Cโ€™รจ grande attesa per i nove cluster tematici. Intanto li ricordiamo: caffรจ, cacao, riso, cereali e tuberi, frutta e legumi, zone aride, mare e isole, bio-mediterraneo.
Intanto premessa: nelle passate esposizioni, i Paesi che non volevano o non potevano avere un padiglione loro, venivano suddivisi nei cosiddetti โ€œjoint papillonโ€ con uno schema geografico, di vicinanza. Noi siamo andati oltre, creando unโ€™aggregazione di prodotto a cui legare questo o quel Paese. A volte gli abbiamo indirizzati, a volte si sono mossi loro. In questo modo, hanno piรน dignitร  perchรฉ non sono relegati in una zona del recinto ma si affacciano sul decumano. E poi risulta piรน interessante la visita visto che in un solo ambito โ€“ penso al bio-mediterraneo โ€“ vedremo cosa propongono tutte le Nazioni di quellโ€™area che non hanno costruito uno spazio loro.

Cosa vedranno esattamente i visitatori in un cluster?
Prendiamo il caffรจ, prodotto che a me colpisce particolarmente visto che i Paesi dove si coltiva sono pessimi consumatori. Faremo vedere la pianta, le varietร , la selezione dei chicchi, la trasformazione e via sino a quanto si trova nella tazzina. Naturalmente, sfruttando lโ€™interattivitร  e le altre soluzioni moderne per educare il visitatore, in modo completo e ludico. E ce ne sarร  da scoprire: sempre parlando di caffรจ, in Italia โ€“ dove tra lโ€™altro non siamo ai primi posti per consumo - tanti non sanno realmente da dove arriva e come si produce. Quindi cโ€™รจ sempre da imparare.

Il vino, dopo lunga trattativa, รจ finito nel Padiglione Italia. Commenti?
Devo sottolineare che per noi lโ€™Italia รจ un Paese come gli altri, a parte il fatto che lo spazio a sua disposizione รจ ovviamente il piรน grande, 14mila mq piรน il cardo. Lรฌ ci saranno tutte le eccellenze italiane, su scala regionale o di aree particolari, esposte a rotazione. Ovvio che siamo italiani e quindi ci auspichiamo il massimo successo. Sul vino, il Ministero dellโ€™Agricoltura ha deciso cosรฌ e mi sembra corretto. Da un lato per un padiglione a parte ci voleva un budget consistente e dallโ€™altro in un cluster non ci sarebbero stati unicamente i nostri vini.

Parliamo di cibo? Non lo vedremo solamente ehโ€ฆ
No, no. Tranquilli. Intanto per cinque giorni alla settimana, i cancelli saranno aperti sino alle 23.30. Abbiamo chiesto espressamente che in ogni Padiglione nazionale ci siano uno o piรน ristoranti interni. Questo vuol dire che pensando solo alla cucina etnica, ci potrebbero essere un centinaio di locali: penso sia un record in unโ€™area cosรฌ compatta. E poi ci sarร  la ristorazione italiana e quella internazionale.

Quindi non si mangerร  solo nel mega-ristorante di Eataly?
Non credo... E comunque vorrei sottolineare che Farinetti non รจ solo un grandissimo imprenditore, capace di creare un format esportabile, ma uno dei pochissimi ad aver sottoscritto lโ€™impegno con Expo in anticipo, investendo e non parlando. Oggi, tutti saltano in groppa perchรฉ hanno capito. Ma ci tengo anche a dire che cโ€™รจ un sacco di persone coinvolte con passione nel progetto, penso per esempio a uno chef come Davide Oldani, attivissimo, e ad altri suoi colleghi.

Galli, la sensazione generale che si avverte in cittร  รจ quella di unโ€™esposizione dove grazie alla forte accelerazione finale, non si resterร  delusi. Anzi. Ma allargando il discorso alle infrastrutture, non tutto sarร  a posto.
Sono due piani diversi. Che alcune infrastrutture abbiano subรฌto ritardi e causato disagi mi sembra evidente, perรฒ trovo sbagliata lโ€™attitudine tutta italiana a vedere il bicchiere mezzo vuoto. Imprese del genere portano inevitabilmente problemi, in ogni parte del mondo. Io dico sempre che pensare al successo genera successo: per sei mesi saremo sotto lโ€™occhio del mondo, รจ unโ€™occasione irripetibile per promuovere il nostro Paese e in particolare il comparto agroalimentare. E quindi meglio crederci visto che il nostro Paese ha un bisogno terribile di positivitร .

a cura di Maurizio Bertera

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