Entro il 2015 pronte le prime quattro varietà di vite resistenti alla botrite

16 Giu 2014, 16:15 | a cura di
Selezionati da Fem, tra oltre 300 piante ottenute per seme, i quattro incroci resistenti, ma non immuni, alla temuta fitopatia. Nel 2015 dovrebbero essere disponibili per gli operatori.

Sedici anni fa a San Michele all'Adige iniziarono incroci e selezioni per ottenere varietà di vite tolleranti alla botrite, una delle fitopatie più temute dai viticoltori. Ora, i primi quattro incroci scelti da Fem hanno ottenuto il via libera alla coltivazione. All'apposito Registro nazionale (domanda presentata a fine 2011) sono iscritti Iasma Eco 1 e Iasma Eco 2 (a bacca rossa da incroci Teroldego e Lagrein), Iasma Eco 3 e Iasma Eco 4 (a bacca bianca da incroci Malvasia di Candia e Moscato Ottonel), scelti tra oltre 300 piante ottenute per seme, selezionate a più riprese e in diversi ambienti. Mentre sono in fase di selezione altre candidate, provenienti da 17 mila semenzali di cui 250 in costante osservazione. "Su circa venti incroci abbiamo delle quasi certezze", sottolinea Marco Stefanini, responsabile della piattaforma di miglioramento genetico della vite del Centro ricerca e innovazione, che precisa: "Parliamo di resistenza e non di immunità alla botrite. Queste varietà consentiranno ai produttori di fare meno trattamenti".
Le microvinificazioni della cantina della Fondazione hanno dato vini rossi di corpo e consistenza, con un buon contenuto in tannini e aromi a gradevole nota floreale-fruttata; alto il contenuto di antociani e polifenoli delle uve. Per quanto riguarda le uve bianche, Eco Iasma 3 ha dato vini freschi leggermente aromatici di medio corpo e buona sapidità, mentre Eco Iasma 4 risulta adatto ai vini da vendemmia tardiva. Il brevetto sarà gestito dal Consorzio innovazione vite. E il 2015 dovrebbe essere l'anno in cui saranno a disposizione degli operatori. Ma la ricerca non si ferma: a San Michele, i team lavorano a varietà tolleranti a oidio e peronospora. I tempi? "Circa dieci anni" conclude Stefanini "stiamo aspettando i primi grappoli dalle viti in campo. Siamo sulla buona strada".

A cura di Gianluca Atzeni

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