Riflessioni sulla Blue Economy. Report dal Blue Sea Land in Sicilia

14 Ott 2014, 11:50 | a cura di
La gestione delle risorse naturali, lo sviluppo di legami commerciali e culturali transazionali, le diverse anime della dieta mediterranea. Tutto questo a Blue Sea Land: l’Expo dei Distretti Agroalimentari del Mediterraneo, dell’Africa e del Medioriente.

Mazara del Vallo è il primo porto peschereccio d’Italia e palcoscenico principale di Blue Sea Land: l’Expo dei Distretti Agroalimentari del Mediterraneo, dell’Africa e del Medioriente. Tantissimi i temi e i contributi di una manifestazione, giunta alla sua terza edizione, che ha visto la partecipazione nutritissima di delegazioni e istituzioni internazionali, capi religiosi e imprenditori. Tre giorni di convegni, incontri B2B, ma anche di assaggi, che vi riporteremo nei prossimi giorni tramite le numerose interviste che abbiamo realizzato in una città che porta ben evidenti i segni della dominazione prima araba e poi normanna. Organizzatore dell’evento il Distretto Produttivo della Pesca, guidato da Giovanni Tumbiolo. Il filo conduttore? La Blue Economy, il modello di sviluppo economico e sociale che si basa sulla gestione delle risorse naturali, studiando le interazioni tra ambiente marino e costiero per innovare e creare legami commerciali e culturali transazionali. Un’economia della responsabilità, individuale e collettiva, che parte dal mare ma abbraccia tutte le filiere produttive del settore agroalimentare. Fine ultimo? La creazione di una Macroregione del Mediterraneo per una nuova strategia condivisa di sviluppo. Il Distretto della Pesca ha creato uno strumento virtuoso che mette insiemeimprese, istituzioni pubbliche e private, enti di ricerca, banche, scuole, università al fine di costruire un modello di sviluppo sostenibile, responsabile, duraturo.Tutto in unico contenitore.

Si è parlato anche di nutrizione, dal paradosso della dieta mediterranea alle opportunità economiche e sociali offerte dalla tracciabilità del cibo Halal che in Sicilia può vantare un movimento ben radicato. “Al momento esportiamo soprattutto pasta e frutta Halal, ma con circa 2 miliardi di musulmani potete facilmente immaginare le opportunità”, commenta Marcella Pedroni, Responsabile Affari Generali e Progetti Internazionali - Fiere di Parma. È stata, dunque, una prova generale in vista di Expo2015 a Milano, un momento anche per fare chiarezza. “Il tempo dell’attesa è finito. Da parlamentare europea in primo luogo dobbiamo fare di tutto per essere credibili e smettere di chiedere che cosa l’Unione Europea può fare per noi. Il nostro Pil è per il 45% proiettato verso l’agricoltura, è la nostra vera forza di business. Eppure in Sicilia non riusciamo a sfruttare neanche la metà dei fondi europei”, commenta Michela Giuffrida Membro della Commissione per lo sviluppo rurale del Parlamento Europeo. “Riportare la centralità sulla nostra posizione sul Mediterraneo è fondamentale anche per bilanciare gli squilibri tra nord e sud Italia: il Mediterraneo svolge una funzione sia economica che di sicurezza”, ci ricorda l’ambasciatore italiano a Tunisi Raimondo De Cardona che proprio nell’ultimo periodo si è dovuto impegnare per risolvere il sequestro lampo di un nostro peschereccio. La manifestazione si è chiusa con una grande preghiera collettiva alla presenza dei rappresentanti delle tre religioni monoteiste del Mediterraneo. Infine, i numeri finali raccontano circa 600 incontri tra le oltre 60 aziende della filiera dell’agro ittico alimentare e buyer esteri. “È stata una grande occasione per riflettere, per raccontare le esperienze di questa grande aerea che è il Mediterraneo e il momento particolare che stiamo vivendo. Vogliamo investire in ricerca e innovazione: un grande piano per far sì che le nostre imprese tornino a credere nella pesca", chiosa Giuseppe Castiglione, Sottosegretario di Stato MIPAAF.

a cura Lorenzo Ruggeri

linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram