Viaggio tra i vitigni autoctoni: la tintilia

27 Ott 2014, 10:27 | a cura di

È l'unica Doc veramente autoctona del Molise, basata su un vitigno rustico che dà origine a un vino dal colore intenso. E solo recentemente è stato salvato dall'oblio. Oggi vi parliamo della Tintilla.

STORIA E TERRITORIO
Da un punto di vista ampelografico, il Molise è una vera terra di confine, in cui trovano dimora prestigiosi vitigni, provenienti dai territori limitrofi. A parte la generale e generica Doc Molise, che sotto il suo ampio ombrello ricomprende un po’ di tutto, le Doc principali hanno proprio questa forte connotazione di denominazioni basate su uve originarie di altre regioni. Il Biferno Rosso Doc ha una composizione ampelografica a base di Montepulciano (70/80%), completata generalmente da Aglianico o altre uve a bacca rossa raccolte nella regione. Il Biferno Bianco Doc è costituito fondamentalmente da Trebbiano Toscano (60/70%) e da altre uve a bacca bianca, con prevalenza di Malvasia. Non molto diversa è la situazione della Doc Pentro d’Isernia Rosso, che vede una prevalenza di Montepulciano (70/80%) e della Doc Pentro d’Isernia Bianco, fondamentalmente a base di Falanghina (80%).
In questo panorama si inserisce l’unica Doc veramente autoctona del Molise: la Tintilla. Un antico vitigno a bacca nera che ha rischiato di scomparire progressivamente e definitivamente, prima di ritrovare la sua giusta collocazione e considerazione nel ricco panorama ampelografico italiano.

Le origini della viticultura in Molise sono antichissime, si devono far risalire ai Sanniti, prima ancora che i Romani ne estendessero la coltivazione in un territorio più ampio. Molto probabilmente la Tintilia è stata introdotta in Molise nella seconda metà del settecento, durante la dominazione spagnola dei Borboni. Anche il suo nome deriverebbe dalla parola tinto, che in spagnolo significa rosso. Il vitigno ha trovato in Molise le condizioni climatiche ideali per diffondersi, tanto che nell’ottocento era l’uva più diffusa, soprattutto nelle zone più interne della regione. Nel dopoguerra, la ricerca di vitigni più produttivi e lo spostamento delle zone coltivate verso le aree pianeggianti, hanno determinato un progressivo abbandono delle vigne di Tintilia, fino a una scomparsa quasi completa. Solo negli ultimi decenni si è risvegliato l’interesse verso questo prezioso patrimonio dell’enologia molisana, con il recupero del vitigno e la sua vinificazione in purezza.

CARATTERISTICHE
La Tintilia è un vitigno rustico, che resiste bene al freddo, ma non è molto vigoroso e ha una produttività piuttosto bassa. L’uva, di colore nero-bluastro, ha una buona aromaticità e dà origine a un vino molto particolare, dal colore intenso e carico. Il profilo olfattivo è caratterizzato da eleganti note speziate, che si fondono con sentori di frutta rossa. Ha una buona struttura, in bocca è caldo ed esprime aromi complessi. Il finale ha una bella persistenza.Una buona acidità e tannini importanti, ne consigliano l’affinamento per periodi medio-lunghi, anche in tonneaux, per donare al vino maggior morbidezza e bevibilità. Un vino da riscoprire e valorizzare a tavola, in abbinamento con agnello, carni grigliate e alla cacciatora.

PRODUTTORI
La Tintilia del Molise Doc è disponibile anche nelle versioni Riserva e Rosé. Tra i principali produttori segnaliamo: Azienda Agricola Cianfagna, con le versioni di punta Sator e Pietrafitta, Cantine Cipressi con la Tintilia Macchiarossa, la Cantina di Di Majo Norante, L’Azienda Agricola Salvatore Pasquale, Azienda Catabbo, la Cantina Angelo D’Uva.

a cura di Alessio Turazza
foto: http://www.tintilia.net/

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