Concerto: l'olio della Tuscia diventa un blend per raccontare il territorio

17 Giu 2015, 08:20 | a cura di
Cinque produttori per un olio. È la rete di imprese olearie del viterbese Concerto che ha studiato un blend per conquistare i mercati mondiali. Un modello da prendere a esempio.

Loro, i “musicisti”, sono cinque tra i migliori produttori della provincia di Viterbo, zona della Tuscia Viterbese molto vocata per la produzione di olive e di olio extravergine. A partire dalle due Dop che rappresentano l’area: Tuscia e Canino. I produttori da solisti si sono fatti orchestra, si sono uniti coordinati da Barbara Bartolacci – agronoma e degustatrice esperta – per muovere alla conquista dei mercati esteri: gli unici che, in questa fase, possano garantire un prezzo remunerativo all’olio di oliva di qualità. Dove per qualità intendiamo innanzitutto assenza di difetti (ossidazioni e fermentazioni) e un buon livello di antiossidanti (sacri per il nostro organismo oltre che assai gratificanti – e non è certo da meno – per il nostro palato).

I produttori del Concerto

Le aziende sono Cerrosughero di Laura De Parri (Canino), Colli Etruschi (Blera), Frantoio Battaglini (Bolsena), Gisella e Elena Ascenzi di Viterbo e l’azienda agricola di Alessandra Boselli (Bassano in Teverina). A sostenere il loro progetto – che si chiama Concerto – anche la Camera di commercio di Viterbo che ha giustamente visto in questa sorta di rete di imprese un possibile modello per l’olio di oliva di qualità.

L'obiettivo

Obiettivo – dicevamo – andare alla ricerca di spazi commerciali sui mercati stranieri: europei, ma anche statunitensi e giapponesi. Per fare ciò, gli imprenditori hanno studiato un packaging molto originale e al tempo stesso molto lineare. Il nome dell’etichetta lo presentano venerdì 26 giugno presso lo spazio Slow Food di Caffeina, alle ore 21 a Viterbo in piazza del Sacrario, nell’ambito della rassegna culturale Caffeina. Ma possiamo anticipare che si tratta di un nome molto semplice e per alcuni versi “nazional-popolare”: “una sorta di provocazione che gioca proprio sul contrasto tra etichetta e sostanza, una provocazione anche al marketing tradizionale” spiega Alessandra Boselli.
 

L'olio

Se da una parte c’è l’evocazione dell’italianità più nota nel mondo, dall’altra la sostanza è fatta di un prodotto eccellente, assolutamente superiore. E in questo i produttori (e la degustatrice, che ha un ruolo importante nel fissare i blend da proporre) sono assolutamente tutti coesi. “Altrimenti non avrebbe senso” commenta Battaglini. E – chiosa Nicola Fazzi di Colli Etruschi– non sarà solo un blend: “sarà un pensiero, un’idea, un metodo… oltre a un blend”. Per dirla con Laura De Parri: “È la concretizzazione di un sogno, di un’idea di perfezione… Abbiamo la possibilità di fare l’olio che abbiamo sempre immaginato. Uniti, abbiamo la tavolozza con cui dipingere”. Concetto, questo, raccolto e rilanciato da Barbara Bartolacci: “Avendo a disposizione tanti diversi lotti di prodotto per ogni anno, puntiamo ad avere una standardizzazione del nostro extravergine nel corso del tempo”. L’idea della cuvée che sta alla base della tradizione dello Champagne. E un modo per superare le tradizionali chiusure individualistiche che caratterizzano il mondo dell’olio (e delle piccole imprese artigiane) in Italia. Una strada, questa che parte dalla Tuscia, per alcuni versi uguale e antitetica al progetto di un altro assemblaggio di produttori di eccellenze, quello di Opera Olei che punta a vendere sui mercati mondiali un asset di sei diversi oli extravergine da sei cultivar provenienti da sei delle migliori zone produttive d’Italia.
Qui, il Concerto viterbese vuol rappresentare la Tuscia, con le sue campagne dolci e suggestive, con le sue colline che digradano verso la Maremma, con i suoi paesaggi disegnati da olivi eleganti e flessuosi. Un olio, dunque, che sappia parlare di queste terre dove la misura è una regola del tutto, anche di quella rusticità congenita che rende affascinanti questi luoghi ancora molto intatti alle porte della Capitale e proiettati verso la più glamour Toscana.

Le regole dell'olio nel mercato britannico

Essere flessibili e innovativi; coltivare tradizione e innovazione; puntare su qualità, rispetto per l’ambiente e consumo etico”. Sono le cinque regole d’oro per essere vincenti sul mercato britannico. Il consiglio viene da Antonietta Kelly, trade analyst dell’ufficio Agenzia Ice di Londra, la quale – invitata da Unaprol a un workshop con i produttori – afferma che vi sono buone opportunità per le imprese olivicole del nostro Paese in Gran Bretagna, ma occorre puntare su alcune nicchie di mercato come specialità alimentari e ristorazione di alto livello. Nel 2014 (dati Agenzia ICE), le esportazioni italiane di prodotti alimentari e bevande verso il Regno Unito hanno fatturato 2,29 miliardi di sterline rispetto ai 2,17 miliardi del 2013 (+5,52%). In valore la quota di mercato detenuta dall’Italia nel 2014 è stata pari al 6,39%, in aumento rispetto al 2013 che corrispondeva al 5,92%. In quantità la quota di mercato dell’Italia è aumentata dal 5,13% del 2013 al 5,52% nel 2014.
Quello inglese è un mercato molto sensibile alla qualità del cibo, e ovviamente anche a quella dell’olio extra vergine di oliva”afferma la Kelly. Nel 2014 abbiamo esportato oltre 50 milioni di sterline di prodotto italiano per un controvalore di 63 milioni di euro. Il nostro paese è il secondo fornitore di olio di oliva in generale e con la sua quota di mercato, pari al 41%, copre abbondantemente oltre un terzo di tutto l’olio di oliva introdotto in Gran Bretagna.

Caffeina | Viterbo | piazza del Sacrario | stand Slow Food | sabato 20 giugno h.21

www.tusciaviterbese.it

Cerrosughero | Canino (VT) | www.oliocerrosughero.it
Frantoio Battaglini | Bolsena (VT) | www.frantoiobattaglini.it
Colli Etruschi | Blera (VT) | www.collietruschi.it
Gisella e Elena Ascenzi | Viterbo | [email protected]
Alessandra Boselli | az. agricola biologica | Bassano in Teverina (VT) | www.acasadiale.com

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