Lorenzo Viani. Il Ristoratore dell'anno secondo il Gambero Rosso

20 Ott 2015, 09:30 | a cura di

รˆ il gentleman della ristorazione italiana. Elegante, raffinato, profondo conoscitore dei segreti della sala e artefice di una cantina straordinaria, oltre che patron di una tra le piรน solide e longeve tavole italiane: Lorenzo a Forte dei Marmi.

โ€œEro abituato a girare per alberghi importantiโ€. Esordisce cosรฌ Lorenzo Viani, patron del ristorante che porta il suo nome a Forte dei Marmi. Non solo: Lorenzo Viani รจ il ristoratore dell'anno, per la guida Ristoranti d'Italia del Gambero Rosso, incarnazione di quel savoir faire che sa rendere straordinaria la fusione tra sala e cucina e sa trasformare una cena in un'esperienza indimenticabile. Si tratta di stile, di capacitร  di far crescere all'unisono ogni aspetto di quella complessa macchina che รจ un ristorante, di attenzione verso i clienti e ogni minimo dettaglio. Lorenzo da piรน di 30 anni incarna tutto questo. โ€œHo iniziato a riflettere sull'idea di ospitalitร  e tutto quanto c'รจ intorno con mia zia, Tita Borghigianiโ€ proprietaria di un'importante catena alberghiera. Erano i primi anni '60.

 

Le prime esperienze

Agli inizi c'รจ stato un piccolo alberghetto a Viareggio, dove si faceva anche un po' di ristorazione, con gli amici che venivano a mangiare il sabato e la domenica ed erano entusiasti. โ€œMa prima ancora ero andato in giro fuori dall'Italia a fare esperienzaโ€. Francia e Svizzera soprattutto. A vedere come giravano le cose. Quindi in Italia, a Viareggio, nella cucina del ristorante dell'albergo. Dura qualche anno. โ€œPoi presi un ristorante-pizzeria che andava malissimoโ€. Nasce cosรฌ la Griglia del Mare e in un solo anno ebbe un successo enorme. โ€œGli altri locali faticavano, il nostro invece era sempre pienoโ€. Parliamo di 40 anni fa, altri tempi. โ€œIl cuore della proposta era il pescato. Iniziavamo allora a introdurre delle innovazioni con un po' di fantasia e un eccesso di qualitร โ€ ricordaโ€œma era piรน facile allora: non c'era il surgelato, e l'allevamento muoveva i primi passi in quel periodo. Controllavo molto gli acquisti: qualitร , solo qualitร โ€. Dopo la Griglia del Mare รจ arrivato un locale in societร  con una persona che non c'รจ piรน: Mauro Carmigiani. รˆ il 1975 quando aprono Il Sole Verde. Sono stati 5 anni straordinari e un grande successo. Cosa รจ cambiato da allora? โ€œNoi stessi evolviamo ancora, ma alla base del nostro successo c'รจ sempre e soprattutto la spesa quotidiana, una volta al giorno per le verdure, anche due volte al giorno per il pesceโ€. Dice e continua: โ€œho una massima: il pesce ha 24 virtรน ogni ora che passa ne perde unaโ€.

 

Lorenzo. I primi anni

Poi รจ arrivato Lorenzo, nel 1980. Era un momento di cambiamenti epocali, sia a livello culturale che enogastronomico. Il mondo cosรฌ come lo si conosceva fino a quel momento stava scomparendo. Erano ancora i tempi del โ€œbianco o rosso?โ€, ma arrivano le prime bottiglie: imperversavano pinot bianco e pinot grigio. โ€œPerissinotto mise nome ai tocaiโ€ dice. Era ancora tutto completamente da fare. E in cucina? โ€œAnche lรฌ, si lasciava appena intravvedere quello che sarebbe successo poiโ€.

Erano i tempi di Gualtiero Marchesi, Giacomo Bologna, Gino Veronelli, Gianni Brera. Un gruppo incredibile che si confrontava, parlava, mangiava insieme. โ€œCi trovavamo soprattutto con Franco Colombani della Locanda del Soleโ€. Uno dei maggiori sostenitori della Linea Italiana in Cucina, una sorta di movimento di resistenza alle mode che imperversavano, molte di derivazione francese, ma soprattutto alle molte distorsioni. โ€œMai seguire le modeโ€ dicevamo allora. Tutti gli anni Colombani faceva una grande festa per salutare l'anno, una decina di giorni prima di Natale, invitava amici, ristoratori, giornalisti. โ€œMi ricordo una volta che per ultimi eravamo rimasti Colombani, io, e Brera con due suoi amici con cui era venuto da Milano. Quella volta lรฌ si era fatto molto tardi, siamo partiti dal Sole alle 3 e mezzo del mattino. C'era molta nebbia. Ci salutammo: io scendevo verso sud, loro andavano a nord. Il giorno dopo, verso le 11, interruppero la coppa del mondo di sci per annunciare la morte di Gianni. Ancora ho i brividi se ripenso a quella notte. Lui con il suo modo di parlare, i suoi nomignoli, come quello affibbiato a Rivera: l'abatino. Un grande cultoreโ€.

 

Lorenzo oggi

Da 35 anni Lorenzo rimane una finestra privilegiata su questo angolo di Toscana. Ne ha vissuto i cambiamenti: โ€œuna volta Forte dei Marmi era un bel paese, con 11mila abitanti, adesso รจ stato venduto tutto ai grandi clienti esteri, gli abitanti sono molti meno, si รจ persa l'identitร โ€. Clientela locale? โ€œQuasi nullaโ€. Non sono stati sempre anni facili, โ€œil locale ha subito violenze da parte dello stato, ma andiamo avantiโ€. Cosรฌ come per le stagioni: โ€œci difendiamo bene d'inverno e poi lavoriamo alla grande il resto dell'annoโ€. Del resto puรฒ contare su un pubblico di appassionati di tutte le etร  e di ogni provenienza. โ€œIo faccio ancora parte della tradizione, rivisitata, rinnovata, rifatta. La fantasia del mio chef, Gioacchino Pontrelli รจ tale che continuiamo a inventare piatti nuovi. Ma, dice, fondamentale รจ l'approccio con la materia prima, che deve essere perfettaโ€.

 

La cucina

Che piatti faceva allora? โ€œUn piatto forte erano gli scampi e fagioliโ€ anche se, ammette: โ€œMe lo chiedono ancora, perchรฉ ho clienti che mi seguono da 40 anni. Quando ci sono gli scampi che arrivano vivi dal mercato, i fagioli di Sorana, quelli veri, l'olio e un po' di cipolla di Tropeaโ€. Non รจ l'unico piatto che รจ diventato un pilastro della cucina di Lorenzo. Per esempio le Bavette sul pesce, โ€œquelle che mi facevo in barca, con seppie, calamaretti, cozze. Pescavo in apnea, e poi una volta in barca cuocevo tutto insieme in padellaโ€. Era il '75-'76 quando propose lo stesso piatto al ristorante, subito โ€œdiventato un must a livello internazionaleโ€ dice โ€œoggi la chiamano pasta risottata, per me era la pasta della barcaโ€. Oppure la vellutata di farro e fagioli con briciole di rana pescatrice e triglia, la Natura dei calamaretti in forno. โ€œIl problemaโ€ dice โ€œรจ che ora di calamaretti se ne pescano pochi e costano una folliaโ€. E cosรฌ, continuando tra piatti storici e nuove ricette: โ€œfacciamo tante cose nuove. Sempre con la base dell'estrema semplicitร โ€ dice. Al centro di tutto sempre la materia rima. Un prodotto che deve essere straordinario, vero protagonista di ogni ricetta. โ€œSiamo tradizionalisti nel far sentire profumi e sapori. Bisogna andare incontro alla modernitร , inventare cose nuove, ma si deve sentire il prodotto. Se non lo facciamo al naturale, non si puรฒ fare diversamente: va bene anche piatti elaboratissimi ma quel che interessa รจ far recepire al cliente quello che sta mangiandoโ€.

 

Il pesce

Bisogna studiare sempre. Questo il mantra di Lorenzo Viani: โ€œContinuo a imparare ancora tante cose riguardo determinati pesci. E poi il Mediterraneo si sta arricchendo di nuove varietร , cambia tutto: arrivano pesci dal Canale di Suez, altri depongono le uova in altri periodi rispetto a primaโ€. Ma la situazione รจ sempre piรน complicata. Per esempio, dice โ€œho letto un articolo sulla comparsa di ibridi causati dagli allevamenti in mare aperto di branzini, orate, ricciole. C'รจ una dispersione del 10-15% del mangime si sta creando un connubio tra pesci d'allevamento e quelli in mare aperto... Ma non mi fate parlare del pesce d'allevamento, che รจ meglioโ€.

 

La sala

โ€œPer me รจ il 50% del ristorante, ma i clienti mi dicono che รจ anche di piรนโ€ dice Lorenzo Viani, da quel gran maestro di sala che รจ: โ€œรˆ una bella lotta sala e cucina. Personalmente quando vado in alcuni locali da cliente anonimo, se mangio bene ci torno, a prescindere dalla salaโ€. Ama l'accoglienza, l'amore, la pulizia, il servizio. E si vede. รˆ lui l'emblema del gentiluomo di sala. E la clientela ricambia tanta eleganza. โ€œNon c'era un cliente che non si alzasse per ringraziarmi dell'esperienzaโ€. Non รจ sempre stato in sala: โ€œal Sole Verde e alla Griglia lavoravo in cucina. Ero al girarrosto, anche di pesci, ho perfino inventato un sistema per cucinare al girarrosto orata 5-6 chiliโ€. Ma รจ il sevizio il suo pallino. โ€œSarebbe il momento di fare una bella scuola di sala. Ma รจ difficile, bisogna essere bravi psicologi, capire tutto, notare ogni dettaglioโ€.

 

Il vino

โ€œFui uno dei primi a servire il prosecco scaraffato nel '71-'72. Avevamo il Montecarlo, un chianti classico, e una decina di vini, all'epocaโ€. Poi l'ambizione, la conoscenza, la voglia di migliorare: โ€œho iniziato a mangiare dai colleghi e tante cose man mano sono cambiateโ€. Con lui sono cresciuti suoi clienti: โ€œmolti sono arrivati che non bevevano nemmeno, poi hanno iniziato a conoscere i grandi Borgogna, i grandi italiani, seguendo le mie passioni โ€“ ora ho piรน voglia di bianchi che di bollicine, per esempio - e formandone di proprieโ€.

Oggi Lorenzo vanta una delle piรน belle cantine in Italia. โ€œAbbiamo ricevuto il premio Montrachet, per la miglior carta di Borgognaโ€, dice. Eppure si rammarica: โ€œNon sono stato sufficientemente coraggioso. Se avessi saputo come sarebbero andate le cose avrei anche osato di piรน. Ma i vini sono la rovina dei ristoratori, se uno รจ supportato da un lavoro che va bene รจ un conto, altrimenti รจ dura: i vini vano pagati e se non si vendono poi sono dolori. In quanti poi hanno dovuto vendere le proprie cantine? Bisogna fare i passi giusti secondo le proprie esigenze e possibilitร โ€. E magari poi mordersi un po' le mani. Un esempio? โ€œUn anno mi sono state proposte da un amico svizzero parecchie bottiglie di Chรขteaud'Yquem del 1967, annata del secolo. Ne presi solo 24, mannaggia a meโ€. Far girare bene una cantina รจ una questione molto delicata: โ€œRicordo che 7 o 8 anni fa non vendevo piรน Romanรฉe Conti, cosรฌ ho deciso di abbassare i prezzi, praticamente li ho dimezzati. Le ho vendute tutte le bottiglie che avevo, ma se le avessi tenute ora le quote sarebbero molto diverse. Ma ormai รจ fattaโ€.

Lorenzo Viani ha praticamente girato tutta l'Italia del vino, e non solo l'Italia. Visitava cantine quando il turismo del vino non era neanche un'ipotesi. โ€œOra lascio girare mia figlia, Chiara, una figura essenziale e molto importante, insieme a quel gran maestro del mio chef che รจ Gioacchino Pontrelliโ€.

 

Ma ancora Lorenzo Viani, erede di una lunga tradizione familiare di ospitalitร  e arte, รจ ogni giorno puntuale al suo locale: โ€œa volte mi chiedo chi me lo faccia fare a 75 anni a stare 15 ore al giorno al lavoro e continuare a fare la spesa due volte al giorno. Potrei stare in pensione da 10 anni...โ€ ma come nelle migliori storie d'amore, la passione non conosce etร .

 

Lorenzo | Forte dei Marmi (LU) | via G. Carducci, 61 | tel. 0584 874030 | http://www.ristorantelorenzo.com/

 

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a cura di Antonella De Santis

 

 

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