Terra Madre Salone del Gusto. Com'è andata questa nuova versione? Parlano gli espositori

27 Set 2016, 15:17 | a cura di

La sensazione comune è di un cambio di passo: da fiera di settore ad appuntamento per il pubblico privato. Che sia un bene o un male è tutto da vedere, ma di certo con questa nuova collocazione diffusa in diversi (e bellissimi) spazi di Torino, il Salone è cambiato. Ecco come.

Terra Madre Salone del Gusto 2016 il giorno dopo. A fine evento si fanno i conti di un evento che sarà ricordato come il primo di una nuova era, il primo all'aperto, il primo diffuso, il primo che incontra la città. Una moltitudine di delegati, stand, conferenze, visitatori, panorami spettacolari, camminate senza fine, incontri, assaggi, file interminabili, scoperte fortuite, degustazioni. Faticoso per i visitatori, altrettanto per i produttori. Come è andata? La parola agli espositori.

 

 

Maida - Parco del Valentino lato Po

Onestamente quest'anno mi sono trovato un po' a disagio. Vado in queste manifestazioni per il contatto con gli operatori e non certo per vendere in loco. Senza biglietto, però, c'è stato un flusso enorme di persone, ma non addetti ai lavori: moltissimi privati e molti che non capiscono il valore dei prodotti in esposizione. Solo lunedì c'è stato modo per parlare e fare incontri professionali. Al Lingotto, invece, col biglietto d'ingresso a 25 euro, c'era una selezione di persone realmente interessate. Insomma: troppo caotico e troppo dispersivo, non sono riuscito a fare quel che volevo. Con quella folla non si ha la tranquillità di vedere e spiegare i prodotti: così si perde anche la filosofia Slow Food. Diventa un mercato, ma uno il mercato lo può fare anche sotto casa, non è per quello che aspetti questo momento. Se rimane così non credo tornerò la prossima edizione.

Maida http://www.vastolaitaly.com/

 

Mulino Marino - Parco del Valentino ingresso Corso Massimo d'Azeglio

A noi è andata decisamente meglio questa edizione anche perché sono state giornate quasi estive, e al Parco del Valentino sono arrivate tantissime persone, e così da noi, ma è stato comunque un flusso ordinato perché abbiamo indirizzato chi arrivava per la pizza, chi per le farine e per il resto, facendo anche accomodare sulle sedie fuori chi doveva parlare.

Avendo un prodotto da mangiare subito, stavolta, abbiamo avuto più gente. Ma è andato meglio pure sul piano dei contatti professionali, che abbiamo consolidato e rinnovato. E siamo riusciti a fare comunicazione come volevamo. Ci siamo più esposti nel raccontare quello che facciamo da tre generazioni, abbiamo calcato di più la mano sul metodo di lavorazione. Volevo raccontare le macine a cilindri e a pietra naturale. Spiegare perché abbiamo nove macchine diverse che lavorano in modo differente, ognuna adatta a un cereale Avevamo bisogno di un prodotto identificabile e consumabile subito, da quasi un anno con Gabriele (Bonci ndr) pensavamo a riunire persone con la stessa filosofia, che si basa sul rispetto e la valorizzazione della biodiversità: ci sono diversi cereali e ognuno vuole una macina diversa, così nascono farine diverse che vogliono lavorazioni, impasti, maturazioni e cotture diverse, ed è proprio questo che fa Gabriele. Non lievitazioni lunghe e basta, ma lunghe o corte secondo quel che si sta lavorando. L'obiettivo, oltre alla digeribilità, è mostrare il valore gastronomico di una pizza fatta con queste farine artigianali e con questo modo di lavorare. Abbiamo cercato di far capire come cambiano gli impasti con le farine facendo assaggiare ogni giorno prodotti diversi, fatti con farine e cereali diversi e da artigiani diversi. Perché con Gabriele sono arrivati 12 pizzaioli a lavorare a 4 mani. Una comunicazione 2.0, fatta soprattutto di condivisione.

Mulino Marino http://www.mulinomarino.it/home.php

 

Marco Camilli - Parco del Valentino lato Po

Come affluenza e contatti alla fine è stato un po' come le altre volte, forse: un po' di vendita, 15-20 contatti tra ristoranti e negozi, alcuni miei clienti sono venuti a trovarmi. Ma forse in questa edizione cambia un po' lo spirito: senza biglietto di ingresso non c'è selezione, quindi in proporzione ci sono più persone comuni e famiglie rispetto agli addetti ai lavori, soprattutto il sabato e la domenica. E quando c'è tanta affluenza davanti ad alcuni stand è difficile parlare con calma. Tanta folla, tanta curiosità, ma meno buyer. In pratica è più mercato che fiera. Se è così forse dobbiamo pensare al modo di avere anche vendita diretta: con un prodotto da consumare subito, e non solo le confezioni di legumi crudi, sarebbe andato molto meglio. E anche riguardo l'allestimento si può fare qualcosa di meglio con uno spazio per il deposito più comodo di quello sotto il tavolo. Ma la location, con le giornate che ha fatto, era bellissima.

Marco Camilli legumi http://www.marcocamilli.it/

 

Sabaco D'oc - Parco del Valentino lato Massimo d'Azeglio e Piazzetta Reale

Eravamo presenti in due punti, al Parco del Valentino con i formaggi e al cortile di Palazzo Reale con il food truck dello yogurt Famù, per entrambi siamo soddisfatti: per noi è andata bene. Tanto hanno fatto le location bellissime e le giornate di sole. Poi stare all'aria aperta, in un posto così bello, è più in linea con l'identità di Terra Madre e del Salone. Ci sono dei però: per esempio non poter accedere con i furgoni nella zona del Parco del Valentino ha creato delle difficoltà, avevamo il permesso per un'area a 4 chilometri di distanza. Poi al parco eravamo in una posizione defilata rispetto al corridoio centrale e abbiamo avuto meno passaggio, forse si può immaginare un percorso guidato se non obbligato, che assicuri affluenza a tutti: se ci fosse stato brutto tempo non sarebbe passato nessuno da noi. Servirebbe qualche attenzione in più per i piccoli, per dare possibilità di rientrare delle spese, magari orari più elastici per lavorare anche sulla cena. Perché la spesa di partecipazione pesa molto e condiziona per il resto dell'anno, non c'è mica il budget marketing di una grande azienda: rientrare dell'investimento è fondamentale. Considerando poi che non c'era l'affitto del Lingotto si poteva pensare di andare incontro alle piccole realtà. Detto questo noi ci siamo sempre, anche per una questione di ideali. Abbiamo avuto dei contatti e l'ape al crtine di Palazzo Reale ha funzionato molto bene: è stata una bella possibilità di far conoscere il nostro prodotto in una cornice del genere.

Sabaco D'oc http://loyogurtfamu.it/

 

Pesto Rossi - Parco del Valentino lato corso Massimo D'Azeglio

Parto dalla conclusione: è andata molto bene ed è stata una bella festa, abbiamo avuto più vendita e meno contatti professionali. Credo si debba perfezionare il discorso del b2b e capire come mantenere alto l'aspetto professionale del Salone. Che così come era quest'anno si è un po' perso. Non solo per la grande folla che rende difficoltosi gli incontri di lavoro, e anche l'accesso ad alcuni stand, ma anche perché è disperso in una superficie così ampia: molte persone sono venute, ma alcune, pur interessate non sono riuscite a ripassare.

Pesto Rossi http://www.pestorossi.com/

 

Birra de Borgo - Parco del Valentino angolo Po corso Vittorio Emanuele 

Quest'anno c'è stata più vendita diretta, non si sono create le condizioni per gli appuntamenti professionali anche se avevamo predisposto uno stand doppio, con un'area con il bancone e le spine, e uno spazio dietro per parlare e fare degustazioni con gli operatori. E infatti avevamo portato sia bottiglie classiche che speciali che, data la situazione, abbiamo aperto solo in minima parte. Invece abbiamo dovuto far arrivare un altro carico da Roma perché abbiamo finito tutto in prodotto in vendita. Da evento b2b è quasi diventato b2c: tanta folla, in proporzione meno operatori, senza contare che la dislocazione su tutta la città non facilita l'incontro. Non è un problema, le persone le raggiungi comunque. Il punto è che così diventa più mercato e meno fiera di settore. E si rischia di perdere l'eccellenza, che va un po' contro lo spirito di questo evento. Se la richiesta è di una doppio malto ad alta gradazione alcolica non è la situazione giusta per aprire bottiglie più particolari, che riservi per un'altra occasione e a un pubblico più specializzato. Poi c'è pure il rischio che ci si faccia ingolosire dalla possibilità di vendita, e si perda di vista l'eccellenza. Per noi questo era un investimento e non un'occasione di guadagno. Poi, volendola considerare come una prima edizione di un nuovo Salone, è andata molto bene, con un numero molto alto di persone disposte ad acquistare e non in cerca dell'assaggio gratuito. Ma, ripeto, così è un altro tipo di evento.

Birra del Borgo http://www.birradelborgo.it/it/verifica/index/birre

 

Caseificio Santa Rita Bio - Piazza San Carlo

Noi eravamo in piazza San Carlo, tra i Presìdi. Produciamo parmigiano reggiano di bianca modenese e partecipiamo al Salone dalla prima edizione nel 1998. L'idea di Salone diffuso per la città è geniale. Il risultato è sorprendentemente positivo: ha fatto conoscere il mondo Slow a un pubblico più ampio, non solo a quello specializzato. Poi essere tra questi palazzi bellissimi è coerente con la nostra comunicazione che unisce il parmigiano reggiano ai monumenti con la scritta unico. Abbiamo fatto conoscere il prodotto e i Presìdi direttamente a tantissime persone, magari un pubblico meno colto, ma siamo contenti. Come vendita è stata, più o meno, come le altre edizioni nonostante con quella affluenza avremmo ipotizzato di più, ma ho sentito alcuni colleghi che avevano finito tutto già dopo i primi giorni. Noi siamo stati più impegnati con le degustazioni: abbiamo portato 6 stagionature di parmigiano di vacca bianca modenese, fino a 84 mesi, e fatto un laboratorio del gusto al Circolo dei Lettori, cui hanno partecipato più di 50 persone: c'è stata molta curiosità e tanta attenzione. I contatti con gli operatori invece sono stati più complicati, sia per la folla che per la dislocazione su tutta la città, per vedere tutto bisognava stare tanti giorni.

Caseificio Santa Rita Bio http://www.caseificiosantarita.com/

 

Guido Castagna - Parco del Valentino lato corso Massimo D'Azeglio

Il bello del Salone del Gusto era il mix tra visitatori professionali e pubblico. A differenza di altre fiere di settore che per i piccoli sono proibitive, c'era la possibilità di rientrare con la vendita, senza mettere in secondo piano il lavoro con gli operatori, concentrati soprattutto nei giorni feriali. Cosa che quest'anno è venuta a mancare. Era concentrato, comodo, organizzato in modo intuitivo, con tutti gli stand riuniti per genere: la via dell'olio, la via dei dolci eccetera. Così chi era interessato a un prodotto sapeva dove cercare, gli appuntamenti professionali nascevano spontaneamente, senza spostarsi in un altro posto come era quest'anno con lo spazio di Torino Incontra, dove tra l'altro non c'era la certezza di chi incontravi e richiedeva pure una persona in più che non sempre una piccola realtà può mettere in gioco.

 

Anche tra gli espositori nascevano sinergie e scambio, si legava e magari si finiva a mangiare un boccone insieme a ragionare su qualche progetto. Quest'anno non è successo, siamo praticamente tornati a cena a casa tutte le sere. Quasi non ci sembrava di fare il Salone, ma un evento in piazza, da cui tra l'altro – vista l'affluenza - ci aspettavamo anche di più anche dal punto di vista della vendita. Poi per noi che abbiamo un negozio a Torino, è stata comunque pubblicità, abbiamo fatto conoscere il nostro prodotto e il marchio. Ma un evento del genere lontano non so se lo rifarei.

L'organizzazione poi mi lascia perplesso: un evento serio con prodotti di alta qualità non può basarsi sulla scommessa del clima, ma soprattutto non può essere all'aria aperta, con le prese a terra (e se pioveva?) esposto al caldo, all'aria, a tutto quel che c'è in una piazza, penso a chi magari passeggia col cane. Come stare in campeggio invece che in albergo, senza tra l'altro che ci fosse una differenza di costi per gli espositori. Era poi più caotico, affollato, ogni giorno è mancata la corrente. Con poche mappe vendute (capisco, è per evitare gli sprechi) solo all'entrata, mentre c'erano tantissimi accessi alle aree.

Poi, che dire? Da un punto di vista turistico è stato positivo, con le bellissime scenografie che offre Torino, ma dispersivo, scomodo per gli espositori, per i giornalisti e i buyers. Che infatti sono stati molti meno, molti miei clienti solitamente presenti hanno saltato quest'anno. Così è un evento dedicato alla città, ma forse non è così corretto per gli espositori. Bisogna scegliere se fare un evento turistico o uno gastronomico. Alla fine si ragionerà di numeri ma non sono numeri selezionati. Così si avvicina più a una fiera di paese, che dal mio punto di vista non parla di qualità.

Guido Castagna Cioccolato http://www.guidocastagna.it/index.php/it/

 

Migliori Olive all'ascolana del Piceno Dop - Murazzi

Per noi è stata una bellissima edizione, nello spazio lungo i murazzi dove eravamo noi con gli altri street food, sono venute tantissime persone anche perché non si pagava il biglietto, è stato un evento molto più popolare delle altre edizioni. Anche per quanto riguarda gli appuntamenti professionali è stato nella norma.

Migliori Olive all'ascolana del Piceno Dop http://www.miglioriolive.it/contattihttp://www.miglioriolive.it/contatti

 

a cura di Antonella De Santis

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