Dalla cucina di tradizione alla rivoluzione della nuova tradizione. Conversazione con Igles Corelli

22 Mar 2017, 15:10 | a cura di

Col Trigabolo la cucina italiana scoprรฌ le potenzialitร  di un'evoluzione fedele alla propria identitร . Erano gli anni '80 e, tra le brume del Po, un nugolo di giovani cuochi sovvertiva le regole della ristorazione d'autore tracciando uno spartiacque storico. Tra di loro un emiliano: Igles Corelli.

โ€œIl Pacojet a Ferran Adriร  glielo abbiamo fatto conoscere noi al Trigabolo, durante gli incontri di Saperi e Sapori. Erano quegli anni ruggenti a cavallo tra gli '80 e i '90โ€. รˆ Igles Corelli a raccontare l'inizio della cucina italiana contemporanea. Gli anni '80 furono uno spartiacque per l'enogastronomia italiana.

Lo scandalo del metanolo esploso nell'86 portรฒ al rinnovamento dell'enologia tricolore, ma in quegli stessi anni โ€“ anche se con una deflagrazione che avrร  meno effetti immediati โ€“ anche la ristorazione aveva cominciato una sua nuova strada.

Corelli

La cucina italiana tra gli anni '80 e '90

โ€œC'era Bacco, a Barletta: grazie a lui il Sud aveva cominciato ad emergere, poi รจ arrivato il Don Alfonso 1890 con Iaccarino. C'erano Marchesi a Milano e il San Domenico a Imola, Paracucchi con la Locanda dell'Angel0 e Peppino e Mirella Cantarelli nella brumosa Bassa Parmenseโ€ ricorda โ€œpoi sono nati Vissani, con la sua saletta nel ristorante di famiglia sul lago di Corbara, e Pierangelini a San Vincenzoโ€ รจ il ritratto di un'epoca che avrebbe cambiato il profilo della cucina di ieri e di oggi.

Ma a questo quadro manca un tassello fondamentale.โ€œAll'inizio di quel decennio nacque il Trigabolo ad Argenta, sul Delta del Po: siamo stati noi a inventare la moderna cucina di territorioโ€. Fu uno scossone: โ€œRicordo che la rivista tedesca Vif, una rivista gastronomica importante, ci considerava i piรน di tendenza, insieme a Pierangelini e Vissani. Altrove cโ€™erano o cucine di impostazione italo-francese o proposte molto ben fatte ma molto tradizionali. Noi invece facevamo una cucina altamente creativa, a km0 (o quasi)โ€.

 

L'invenzione della cucina di territorio

Che significa cucina di territorio? Non รจ la cucina regionale italiana? โ€œTi racconto un aneddoto che puรฒ spiegarlo beneโ€ sorride lo chef emiliano ora trapiantato a Lamporecchio, sulle colline tra Firenze e Pistoia โ€œNel 1983 ci chiamarono per partecipare a un concorso di cucina dedicato alla cipolla di Cermide, nel Mantovano, una delle grandi cipolle italiane. Io realizzai un budino di cipolla con una salsa di fegato grasso e porri fritti: un piatto che arrivรฒ primo e che poi restรฒ in carta al Trigabolo tra i grandi classici. Non era un piatto regionale, ma utilizzava un prodotto tradizionale, tipico e molto povero di quel territorio rendendolo protagonista, mentre il fegato grasso dava sontuositร  ma faceva da gregario. Gli altri concorrenti, ricordo, avevano tutti piatti impostati su una cucina d'albergo. Tranne Marchesi, la cui proposta era perรฒ ancora legata alla tradizione culinaria francese. Noi eravamo quelli piรน piรน legati al territorioโ€.

 

Un decennio di grandi nomi

E Vissani o Pierangelini? Come vi rapportavate tra voi? โ€œGianfranco faceva una cucina di tipo istintivo e di mercato diversa da tutti gli altri, una cucina maschia; Pierangelini aveva una cucina piรน raffinata e direiโ€ฆ femmina. Cantarelli invece era molto tradizionale, attentissimo nella selezione maniacale dei prodottiโ€.

Come si poneva i questo contesto il Trigabolo? โ€œLa nostra era una cucina per alcuni aspetti simile a quella di Vissani, maschia e ricca di elementi (mentre Pierangelini puntava piรน a togliere) ma tutta di territorioโ€. Il Trigabolo, poi, era famoso per la cacciaโ€œeravamo gli avanguardisti della cacciagione che era anch'essa un elemento caratterizzante del nostro territorio fatto di acqua e nebbia, stagni e canali. E la facevamo diversamente da tutti gli altri che erano molto piรน tradizionalistiโ€ฆ In quel momento stava cambiando tutto. E noi respiravamo quell'aria di cambiamento e cercavamo di ampliare gli orizzontiโ€. E lo avete fatto anche attraverso lo scambio con altri chef โ€œcon Saperi e Sapori, che organizzavamo lรฌ da noi, eravamo sempre sullโ€™onda di ciรฒ che accadeva nel mondo: eravamo la modernitร โ€.E poi c'era il vino, che aveva cominciato la sua nuova stagione:โ€œavevamo 2.000 etichette di vino, era una follia. Pochissime altre avevano numeri come i nostriโ€ฆ solo che noi noi eravamo ad Argenta, tra le brume del Poโ€.

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La crisi della ristorazioni e le strategie per il futuro

Quale futuro per la ristorazione italiana? โ€œLa mia impressione รจ che non siamo ancora al centro del progetto. La ristorazione non รจ al centro del progetto gastronomico Italia. Se un ristorante lavorasse in regola con la legge, oggi sarebbe costretto a chiudere. Cosรฌ nasce una domanda: il modello ristorante รจ vecchio? Di fatto, il lavoro costa troppo e per mandare avanti un ristorante servono tanti investimentiโ€. E in questo contesto che nascono i locali di nuovo tipo: con pochissimo spazio allโ€™interno e con un tipo di offerta-food veloce. โ€œMa i ristoranti veri se in regola con la legge sono sempre in perdita, e non cambia che siano pieni o vuotiโ€.

Una sentenza che non lascia spazio a interpretazioni, ma solo alla necessitร  di riflettere su certe questioni: โ€œAllora serve un tipo nuovo di organizzazione della ristorazione. Quando ci si trova a parlare tra di noi, che siamo considerati il vertice della ristorazione italiana, in realtร  ci troviamo sempre tra morti di fame. รˆ come se tu avessi un giornale, ma non potessi esprimere il tuo pensiero. Cosรฌ, se vuoi fare qualitร  ed essere in regola con la legge, allora devi cambiare mestiereโ€.Di fronte a un grido di allarme cosรฌ chiaro urge trovare delle soluzioni. Che fare? โ€œLa risposta non ce lโ€™ho. So solo e con certezza, ripeto, che la ristorazione non รจ al centro del progetto gastronomico Italia. Come fare, non lo so, ma cosรฌ non possiamo piรน valorizzare i prodotti di eccellenza della nostra terraโ€come si faceva prima?โ€œNegli anni '80 era diverso perchรฉ anche i costi erano molto diversi: il lavoro costava meno e la gente spendeva di piรน. Anche se poi quello รจ stato un periodo che abbiamo cominciato a pagare a caro prezzo, dal 2000. Ma sicuramente cโ€™era piรน margine e piรน dinamismoโ€.

 

Il futuro della cucina รจ fusion

Sul fronte cucina? Quali scenari e tendenze vede Igles per i prossimi anni? โ€œIo credo che sarร  sempre piรน fusion: allโ€™inizio del 2000 se ne parlava, poi si รจ interrotto il trend. Ma sono convinto che tornerร  e alla grande. Non cโ€™รจ piรน innovazione, il territorio e il km0 hanno dato ciรฒ che potevano dareโ€dice, e aggiunge โ€œE hanno anche mostrato i loro limiti: il pomodoro รจ migliore se viene dal Sud, lโ€™aglio รจ meglio di Nubia o di Sulmona e cosรฌ viaโ€. Insomma dovendo scommettere su qualcosa quale sarebbe la risposta: โ€œIo credo alla fusion: e lo vedo anche da come comincia a organizzarsi la Grande distribuzione. Se vai da Coop o da Esselunga, il banco della gastronomia etnica รจ aumentato proporzionalmente di anno in anno: due anni fa erano due metri, lโ€™anno scorso quattro e questโ€™anno sei metriโ€e da cosa dipende? โ€œQuesta forte influenza etnica รจ anche frutto dello sviluppo e di un circuito di culture e di idee.Un esempio: se per me la frutta di riferimento รจ l'albicocca, per i miei figli che hanno 20 anni il frutto รจ il kiwiโ€.

Igles

Il superamento del prodotto locale

Niente prodotti del territorio allora? โ€œHo piantato nell'orto di Atman a Lamporecchio un campo di insalata, ma quando provo quella che mi arriva dal Veneto e fatta su terreni ad hoc, sento la diversitร  profonda tra i due prodotti, le dolcezze diverseโ€ spiega, e aggiunge โ€œperchรฉ, allora, devo usare quella che faccio io e non lโ€™altra che รจ migliore. Oggi, io chiamo Torre Guaceto e mi faccio portare i pomodori. Lโ€™olio di oliva lo prendo dagli Iblei, perchรฉ รจ quello che va bene per la mia cucina: chiamo e me lo portanoโ€. Semplice, come fare una telefonata. โ€œE poi, perchรฉ metterci i paraocchi? Negli anni โ€™80 un cuochetto francese, tal Paul Bocuseโ€ sorride โ€œdiceva: quando i cuochi italiani si accorgeranno delle materie prime che hanno, faranno la migliore cucina del mondoโ€ ma Igles va oltre โ€œLa dimensione fusion รจ tale da permetterci di esaltare anche la nostra biodiversitร . Direi che lโ€™Italia รจ una fusion naturale. Da noi arriverร  anche del Patanegra, ed รจ pure buono. Ma quanti prodotti gli spagnoli portano in Spagna dallโ€™Italia?โ€

 

La nuova cucina di territorio

Quindi torniamo al concetto di territorio, anche in chiave fusion? โ€œCerto. Nella cucina tradizionale si parla della ricetta e della sua nascita o diffusione in un territorio, ma non della provenienza degli ingredientiโ€. Spiegaci meglio: si puรฒ fare un piatto di territorio con ingredienti non locali? โ€œPrendiamo la cotoletta alla milanese, per cui i ricettari parlano genericamente degli ingredienti: vitella, pangrattato, uovo. Ma se io la faccio con una bella costata di Piemontese, con il pane di Altamura e con l'uovo di Parisi, probabilmente viene meglio. Cosa ho fatto? Non รจ una ricetta a Km0, ma รจ un piatto di territorio: la nascita della ricetta e la provenienza degli ingredienti lega quel piatto a un discorso sui territori e allo stesso tempo diventa un esempio di fusionโ€ e ribatte con un altro esempio:โ€œse fai una cacio e pepe e cerchi un grande pecorino, un pepe aromatico che risponda ai tuoi gusti (che sia di Sichuan o di Giamaica) e cerchi gli spaghetti (o spaghettoni) dove li fanno meglio. Poi, il piatto รจ romanoโ€. Una girotondo di riferimenti che porta a una conclusione:โ€œla tradizione รจ innovazioneโ€ dichiara โ€œe dove innovi? O sulle tecniche o sulle materie prime. Il problema รจ che troppo spesso i limiti e i paletti vengono messi per tutelare le industrie, piรน che gli artigianiโ€. E di materie prime, della loro lavorazione e dello sviluppo delle ricette ha parlato anche nel suo ultimo libro: Il gusto di Igles.

 

La cucina tra passato e futuro

Quali sono i piatti che rappresentano il Corelli del Trigabolo e quello del nuovo Atman, tutto proiettato verso il futuro e il mondo? โ€œL'avventura di Argenta puรฒ essere rappresentata da un piatto che per quel tempo era comunque di rottura: l'insalata di piccione con cedro candito, aceto balsamico tradizionale di Modena e verdure in osmosi (condite e marinate sottovuoto, ndr)โ€. Un piatto che parli oggi al futuro, invece? โ€œPuรฒessere un risotto(signature dish per Igles) con plancton e pesci in iperbarica sopra. I crostacei messi nella camera iperbaricaโ€ spiega โ€œsono crudi e si possono pulire da crudi, senza perdere nulla del sapore e dei nutrienti. Il plancton, invece, viene scelto in base a differenti modi di pesca: tramite gli studi del biologo marino Corrado Piccinetti dell'Universitร  di Bologna e collaboratore di Linea Blu, ho scoperto che il plancton ha sapori diversi se viene pescato a 2, 3 o 4 micron di spessore. Un futuro tutto da studiare e verificareโ€.

 

Atman di Villa Rospigliosi | Lamporecchio (PT) | fraz. Spicchio | via Borghetto, 1 | tel. 0573 803432 | www.atmanavillarospigliosi.it

Il Gusto di Igles, 60 ricette a spreco zero | Igles Corelli | Gambero Rosso | pagg. 190 | euro 24,50

 

 

a cura di Stefano Polacchi

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