La tradizione islamica e l’evoluzione del cibo halal

28 Lug 2018, 13:11 | a cura di

Quello del cibo halal è un mercato fiorente anche in quelle parti del mondo in cui i musulmani sono una minoranza, perché le regole alimentari richiedono cibi preparati osservando procedure precise. Ma cosa succede con la globalizzazione e la spettacolarizzazione del cibo? Ce lo spiega un libro della Oxford University Press. La recensione di Fabio Parasecoli.

 

Il Ramadan è passato. Sebbene questa tradizione sia praticata da milioni di persone in tutto il mondo, molti cittadini nei paesi occidentali spesso hanno solo un vago sentore dell'esistenza dei cambiamenti annuali nelle abitudini alimentari.

 

Regole islamiche sul consumo di cibo

Quando inizia il Ramadan, quando finisce, ciò che comporta non è mai molto chiaro. E così, anchepiatti particolari e celebrazioni, che variano nel mondo islamico, rimangono per lo più sconosciuti anche quandoad adottarli sono i vicini della porta accanto. Con l'aumento, nelle città del Global North, di immigrati musulmani, le cui abitudini sono spesso oggetto di sospetto se non di pura ostilità, è importante guardare più da vicino ai precetti alimentari islamici per comprenderne le origini, le ragioni e il funzionamento. Il centro di tutto sono le regole sul consumo di cibo, sviluppate attorno al concetto fondamentale di halal, che indica ciò che è ammesso, nel cibo e in altri campi. È sicuramente un argomento che merita maggiore attenzione, specialmente tra chi è interessato al cibo e alla sua cultura. Ma oltre alla rilevanza culturale e religiosa, quello del cibo halal è diventato ormai un segmento fiorente nel mercato alimentare globale, il cui valore supera notevolmente i mille miliardi di dollari.

L’evoluzione dei principi islamici

“Halal Food: A History”, scritto dagli storici Febe Armanios e Boğaç Ergene, esamina il tema del cibo “lecito” non solo dal punto di vista storico, come suggerisce il titolo, ma affronta anche le tendenze contemporanee in termini di modelli di consumo, produzione e commercio. Dopo un'introduzione accessibile ed esauriente sull’halal come concetto legale nell'Islam, gli autori spiegano che pratiche e principi non sono bloccati nel tempo, ma sono - al contrario - in costante evoluzione. In realtà, infatti, il ragionamento giuridico ha sempre interagito con le circostanze storiche e le preferenze regionali determinate dai contesti locali e dalla loro cultura materiale. "Il desiderio dei musulmani di vivere secondo i principi islamici è complicato dalla loro lotta per interpretare e applicare meglio quei principi alle circostanze in continua evoluzione” si legge nel libro “Spesso, le antiche interpretazioni giuridiche islamiche di ciò che è o non è halal sono più flessibili delle aspettative moderne, come nel caso della macellazione halal e di chi deve essere incaricato di eseguirla... queste concettualizzazioni sono ricostruite, mentre i musulmani si adeguano a cambiamenti nuovi, a volte radicalmente diversi e spesso importati dall'Occidente, riguardo la produzione del cibo e l'approccio all'alimentazione".

 

Pratiche di macellazione

Gli autori osservano come queste dinamiche influenzino diversi aspetti del cibo e delle bevande halal. Maggiore attenzione è data alla macellazione perché oggi un numero maggiore di musulmani mangia carne, conseguenza di un maggiore potere d'acquisto, e di una più generica svolta epocale tra le popolazioni benestanti verso un maggiore consumo di carne e prodotti lattiero-caseari. A causa dell'aumento della domanda, la carne è spesso importata da paesi non musulmani, cosa che amplifica le preoccupazioni sulle pratiche di macellazione adottate. Allo stesso tempo, Armanios ed Ergene sottolineano che "le tendenze radicali e pietistiche" stanno diventando sempre più popolari tra i musulmani, non solo nei paesi in cui questi costituiscono la maggioranza, ma anche tra le comunità di migranti di tutto il mondo. Tali approcci, che sottolineano l'importanza della purezza e la necessità di differenziare i musulmani dalle comunità circostanti, usano l'halal come strumento per mantenere una separazione rituale e, in alcuni casi, un isolamento culturale. Ultimo ma non meno importante, poiché il mercato per il cibo halal è in espansione, gli organismi di certificazione si stanno moltiplicando; la competizione per garantirsi segmenti di mercato può essere uno stimolo a stabilire standard più severi che meglio giustificano la loro presenza e le operazioni. Gli autori del libro si riferiscono a questo fenomeno come alla "burocratizzazione" e alla "scientizzazione" dell'halal.

 

Sostenibilità nel cibo halal

I musulmani non vivono in una bolla. I dibattiti sul trattamento più compassionevole degli animali si espandono all'interno delle varie comunità, dove è stata prestata maggiore attenzione all'allevamento e alla macellazione, in particolare per quanto riguarda lo stordimento prima della macellazione. Dato che diversi alimenti, soprattutto quelli preconfezionati, sono prodotti industrialmente, le ansie sui loro ingredienti stanno aumentando: oltre alle preoccupazioni riguardo salute e nutrizione, che i musulmani condividono con i consumatori di altre religioni, si sta moltiplicando anche una apprensione sulla purezza degli additivi, delle gelatine e di altre sostanze che aggiunte al cibo per migliorarne la stabilità e la durata di conservazione.

 

Il ruolo della TV e i media

Inoltre, i musulmani non sono isolati dal crescente interesse per il cibo come forma di svago e di espressione personale, e anche loro sono partecipano alla trasformazione del cibo in fenomeno mediatico, in TV, su Internet e in particolare sui social media. Oggi l'approccio al cibo halal prende in considerazione la sua qualità, il suo sapore e anche il suo aspetto, soprattutto su Instagram, creando ciò che è stata definita come "cucina halal", degna dell'attenzione di foodies appartenenti a tutte le fedi religiose. Per Armenios ed Ergene, la crescente attenzione sull'halal e i dibattiti che accende sono il risultato della globalizzazione e dei modelli migratori, che spingono le comunità musulmane dislocate nei più remoti luoghi del pianeta ad accedere alle reti di distribuzione transnazionali. In un'epoca in cui una nuova generazione di politici populisti in molti paesi occidentali sta cavalcando l'onda del nativismo e, a volte, della xenofobia, è importante essere più informati non solo su cosa mangiano i musulmani, ma anche perché e come lo fanno.

 

Halal Food: A History - Febe Armanios e Boğaç Ergene – Oxford University Press - 400 pp. -29.95$

 

a cura di Fabio Parasecoli

 

 

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