Agosto in città: dove mangiare a Roma e Milano

3 Ago 2018, 11:00 | a cura di

Nel numero di agosto del mensile del Gambero Rosso abbiamo selezionato 65 indirizzi utili per mangiare fuori a Roma e a Milano durante tutto il mese di agosto, a partire dalla colazione.

 

Milano. Prima colazione

Iginio Massari

Anche lei qui, maestro? Ma certo che sì. Nella Milano degli sbarchi a raffica (qui solo di vip e star di ogni specie produttiva, food in cima) non poteva mancare il king dei pasticceri: Iginio Massari. Eccolo, a un salto dal Duomo, nel flagship nuovo di zecca annesso a una sede di Banca Intesa San Paolo. Cosa c’è? Tutto. Gelatine, cioccolatini, monoporzioni, mignon, curatissimi anche nella coreografia espositiva. E poi, tra classici e nuove creazioni, le torte e le celebri scatole di biscotti, in una teca a parte di fronte al banco caffetteria, i lieviti squisiti per la colazione del mattino. Manca, ad oggi, solo il dehors completamente trasparente capace di 40 persone sedute e cuore di proposte salate fuori dagli schemi (le previsioni parlavano di varo entro l’estate). Si apre alle 7,30. Domenica un’ora dopo.

Iginio Massari – via Marconi, 4n06-ang. p.zza Diaz (Duomo) – 0249696962 – iginiomassari.it

 

Rinaldini Milano
Altra new entry, e altra bandierina gloriosa piantata sulla mappa gourmande milanese. Il premiato e arcinoto pasticciere riminese Roberto Rinaldini ha varato il suo spazio, non a caso in coincidenza con l’ultima Design Week (aprile scorso), in pieno centro, affiancando alla rinomata offerta dolce anche una consistente proposta salata, che tracima con ottimi risultati e buoni piatti nel lunch time. Ma, ovviamente, sono anzitutto grandi le prime colazioni, che attingono a piene mani al banco con le creazioni di Rinaldini, dai lieviti agli éclair, accompagnate peraltro da una caffetteria di livello. Curata anche la selezione di tè e tisane. Piccolissimo handicap, l’apertura alle 8. Ma almeno in agosto, in genere, l’ansia mattutina è decisamente ridotta.

Rinaldini Milano – via Santa Margherita, 14 (Vittorio Emanuele) – 02 39566725 – rinaldinipastry.com

 

Cracco Cafè
Fatevi del bene, o fatevi del male (fate voi): ma non rinunciate alle uova, proposte in tutte le modalità iconiche da breakfast, ma tradotte poi quanto a cura e sapore in versione Cracco, lo chef che, fosse stato chiamato a disegnare qualcosa, come Giotto bambino, invece della celebre “O” avrebbe certamente tracciato, appunto, un ovale chiuso. Quanto alla location, è Milano Galleria che di più non si può, e insieme evocativamente parigina. Pareti a stucco dipinte a mano, pavimento in mosaico e bancone fine dell’800, de hors affacciato sul passagi odel mondo, e insieme sobriamente appartato. E il mattino qui ha davvero il gusto in bocca: lieviti e dolci super, pane, burro e marmellata (al top), viennoiserie dolce e salata. La caffetteria tiene botta. E si rischia, con piacere di far tardi: così tanto da tracimare verso aperitivo, light lunch, rompi digiuno goloso… Ma questo è il poi. Ed è un’altra storia.

Cracco Cafè – Galleria Vittorio Emanuele II – 02876774 – ristorantecracco.it

 

Marchesi 1824
Una "casa fondata nel 1824", come racconta il trailer della storica insegna meneghina, nata in zona Magenta (e alla quale, dopo l'acquisizione da parte di Prada nel 2014, si sono affiancate altre due sedi: quella originaria però, attenzione, in agosto fa pit stop), e nel cui team è arrivato, a rifinire e impreziosire ulteriormente la proposta, il talentuoso pasticcere Diego Crosara. Arricchita da questa bella novità, la formula continua il suo viaggio su livelli di sempre maggior rispetto, con start dalle 7,30 per doppiare la boa vitale del breakfast (e con impegno variegato, poi, lungo tutto l'arco della giornata, fino alle 20). I lievitati qui sono ineccepibili. Tutto quel che sa di cioccolato è molto buono. E la caffetteria è all’altezza. In decisa crescita i cakes, alternativa davvero golosa alle scelte più canoniche.

Marchesi 1824 – via Monte Napoleone, 9 (San Babila) – 02 76008238 – pasticceriamarchesi.com

 

California Bakery
Parlar bene di una catena? E perché no, se fa il suo, e a dovere? Questo marchio, ormai stranoto in città, continua a rafforzarsi e a moltiplicare le sedi (ormai sono sette). Ma mantiene il suo buon livello nella proposta gastronomica (ricca, tra l'altro, di prodotti bio e di provenienza tracciata) e nella formula snella e divertente che punta a offrire un break goloso a qualunque ora. Cominciando da una colazione che guarda (meglio, ammicca) agli States. Spazio allora a pancake, brownie e muffin, ma anche bagel e sandwich sempre divertenti e freschi (interessante tra gli altri quello molto “Grande Mela” al pastrami, con pane alle prugne e semi di papavero) e per i più affamati anche hamburger. Per chi ha voglia – fatta colazione - di imparare e mettersi in gioco, sono aperte le iscrizioni ai corsi del Cooking Lab.

California Bakery – p.zza Sant'Eustorgio, 4 (Porta Ticinese) – 0239811750 – californiabakery.it

 

Milano. Mangiare

Erba Brusca
In città (il movidone dei Navigli in fondo è a un tiro), ma ideologicamente in cascina. Contemporanea, smart e giovane, però. Vera e coerente, quella dell’Erba è una “cucina con orto”. Dove il menu si ispira al territorio, e la materia prima, spesso autoprodotta – o attinta da Presidi Slow Food - ha rilevanza paritaria al contributo della mano dello chef. Che qui è donna e cosmopolita (Alice Delcourt, franco-americana) e ha tra i suoi hit la lombarda coscia d’oca in cassetta riletta con crema di mele, coriandolo e kimchi casalingo; i pizzoccheri con verza, patate, Casera, Latteria e Bitto giovane; l’agnellone brasato agli agrumi, daikon scottato, crema di olive e mandarini canditi. Dolci a livello. Possibili percorsi da quattro (32 euro) o sei (a 45) piatti, col gioco possibile di calici abbinati alla cieca. In cantina la Francia di Alice, l’Italia giusta, sidro e birre.

Erba Brusca – alzaia Naviglio Pavese, 286 (Navigli) – 0287380711 – erbabrusca.it

 

Terrazza Gallia
Dal mercato del calcio (i fan ricorderanno il vecchio Gallia e le sue trattative epiche) a quello dell’accoglienza deluxe e del cibo gourmet, con l’abbrivio vincente dei Cerea di “Vittorio”, di cui i cuochi resident sono rodati allievi. Roof con terrazza sporta sul cuore d’una Milano più pulsante che mai, e spazio a drink, aperitivi,easy food. E poi sala gourmet, con sommelier di classe - Valentina Bertini, trascinante, - cantina visitabile e team di riguardo. La cucina (sospesi per ora i defilé stagionali dedicati a bollito e tartufo e dato ai Cerea ciò che è loro col remake-dedica di alcuni piatti firma) viaggia tra capesante scottate, crema di castagne e ketchup di barbabietola (con spigoli vivi d’acidità e crunch impeccabil), ravioli di gamberi e branzino con porcini animato dal ritorno alla cottura in terracotta. La pasticceria è golosa e moderna.

Terrazza Gallia – Hotel Excelsior Gallia – p.zza Duca d'Aosta, 9 (Stazione Centrale) – 0267853514 – terrazzagallia.com

 

Bottega del Ramen
Senza etnico, non è più mangiare e Milano. E in una via sempre più "foodie" – e appunto etnica, con altri locali “giap” in serie - la Bottega ha in poco tempo saputo conquistare i cultori della specialità. Una fiducia acquisita grazie a ingredienti di qualità, pasta fatta in casa, sapore artigianale delle combinazioni (dieci, con e senza brodo). Aspettando i ramen si può scegliere tra una dozzina di stuzzichini, tra cui spiccano i ravioli gyoza, sia di carne che di verdure, e pollo e maiale marinati in salsa di soia. Bello anche trovare i dorayaki, il dolce più famoso della tradizione giapponese. Alla voce bevande, piccola ma curiosa lista di birre asiatiche. Cortese e veloce il personale, in uno spazio sviluppato su due piani, dove la parte più importante è lasciata a un animato tavolo sociale.

Bottega del Ramen – via Vigevano, 20 (Porta Genova) – 0289410258 – bottegadelramen.com

 

Mantra Raw Vegan
Deducata agli agostani “vegan & raw”, più che un "mantra” è una scomessa: una proposta crudista di risoluta fedeltà alla propria filosofia in ogni piatto, ma senza sacrificare gusto e godimento. Giudicate voi se vinta, cominciando magari dagli acquisti al Market (tra le offerte "grawnola" e foglie di cavolo essiccate con salsa di anacardi) per proseguire poi scegliendo tra il take away (vari i piatti disponibili) o sedersi ai tavoli e divertirsi con spaghetti di zucchine alla marinara, taboulè di canapa con hummus di rapa rossa e melograno, la pizza (crudista, ovvioo, e un bel po’ lontana dalla tonda classica). Tra i doci, bella e buona la "cheezecake" alla pera, con succo di zenzero pressato a freddo e base di frutta secca o il "tirawmisù" al cocco. Da bere estratti e centrifughe, naturalmente, ma anche vino.

Mantra Raw Vegan – via P. Castaldi, 21 (Venezia) – 02 89058575 – mantrarawvegan.com

 

Enrico Bartolini Mudec Restaurant
Benvenuti nella fascinosa casa madre, quartier generale (e cassaforte di prestigio) da cui Enrico Bartolini pilota il suo ormai non più piccolo impero. E benvenuti nell’attico del Mudec è in una delle zone più neo-milanesi di Milano, dove moda-arte-cibo consonano in una mappa ravvicinata di atelier dedicati. Cosa troverete? Cucina strepitosa; sala duttile e vivace; cantina ricca e originale, con ricarichi alti, sì, ma anche bottiglie belle e non impossibili, e una mescita arguta e stimolante, incluso (a piacere del cliente e senza forzature) il gioco del bicchiere nero, con un vino da provare a indovinare. I piatti? Incantano. Dai mini “trompe l’oeil” ormai iconici (l’oliva, la cipolla) alle vere portate: il calligrafico saòr rivisitato, d’umiltà solo apparente, con l’alice impreziosita da ostrica bretone e caviale; la ventresca di tonno, calamaretti e taccola “bruciata”; lo spaghetto all’anguilla, sontuoso e fragrante insieme, servito su erbe fresche e salsa ceviche; l’’animella “roti” lineare e attualissima. Impressionano anche i dessert. Nota a parte per il menu lunch (un piatto, un dolce, acqua e caffè a 45 euro) che dilata e democratizza la possibilità di una sosta e un’esperienza.

Enrico Bartolini Mudec Restaurant – via Tortona, 56 (Tortona) – 02 84293701 – enricobartolini.net

 

Disegno di Maurizio Ceccato

Roma. Prima Colazione

Sant’Eustachio

Se l’aspirazione di (quasi) ogni italiano che si rispetti è quella di avere per la colazione del mattino un caffè degno di questo nome, Sant’Eustachio è la risposta al massimo livello a una domanda nazionale. Sta nella sua tazzina (e nella tazzona del celebre doppio espresso), nella qualità del contenuto – ottenuta selezionando da sempre sul posto di produzione la materia prima, e torrefacendo il meglio in proprio nella piccolissima “stanza dei bottoni” annessa al bar e visitabile on demand - il segreto della celebrità imperitura di quest’insegna, in voga fin dagli anni Trenta. Sul filone nodale si sono innestate nel tempo variazioni di ogni tipo e gusto, e un ricco assortimento di gadget e utensili indispensabili per replicare a casa il gusto Sant’Eustachio. Sul fronte food nell’assortimento da mattina vincono i lieviti di tradizione.

Sant’Eustachio – piazza Sant’Eustachio 82 (Pantheon) – 0668802048 – santeustachioilcaffe.it

 

Time del Grand Hotel Via Veneto

“Dolce vita”? Why not? Ma anche salata, se è quello il tipo di breakfast che referite. Ovviamente,lo spazio poliedrico e dedicato di questo meraviglioso, curatissimo hotel dagli arredi decò, è pronto a giocare con internazionale disinvoltura su entrambi i tavoli. Si spazia dai lieviti, torte, sweeties in genere, accompagnati da un validissimo servizio di caffetteria, a ottimi toast e club sandwich, o uova lavorate on demand, e quant’altro serve a una pausa salty; rinforzabile (se l’ora è più tarda) con insalate e piatti della tradizione romana tradotti in versione light. In mezzo, volendo, l'ora dell'aperitivo, con proposte interessanti da sorseggiare e stuzzichi di pari livello. Il ristorante Magnolia, adiacente e smart, è pronto eventualmente per concludere con una cena gourmet con piatti resi unici dalla vena “artistica” dello chef.

Time del Grand Hotel Via Veneto – Via Vittorio Veneto, 155 (Pinciano) – 06487881 – ghvv.it

 

Vanni

Non chiude mai. Neanche a Ferragosto. Ci fosse, niente niente, qualche Rai-man rimasto in città a meditare rivoluzioni nei palinsesti (e soprattutto negli organigrammi) d’autunno… Piazzato al cuore della “house of card” dei poteri mediatici nazionali, Vanni ha legato la sua fama a due fattori: esser stato in qualche modo il backstage “pausa caffè” della tivù pubblica e del suo apparato, e esser divenuto, con merito, il meeting point di un quartiere ricco, grande, animato. Storia prossima ai cent’anni, spazi ampi, dehor spesso con fila, dà il buongiorno ai clienti con ampia scelta di lieviti, caffè e cappuccini, e produzioni dolciarie proprie, tra mignon, monoporzioni, torte. Sul versante salato generosa scelta di snack, pizza inclusa. E, archiviato il breakfast, si continua fino a mezzanotte con l’intero repertorio dell’assistenza food & beverage.

Vanni – via Col di Lana 10 (Prati) – 06326449012 – vanni.it

 

Rosemary

La colazione, ovvio: ma poi avanti fino a cena, sempre nel segno di prodotti bio e del territorio, in questo locale sui generis dietro il cui progetto c’è il marchio di Legambiente. LMa torniamo al breakfast, che apre con classe e dolcezza i giochi dalle 7 del mattino, qui: ciambelloni, crostate, cornetti farciti con confetture artigianali, dolcetti, biscotti veg e yogurt fresco, e poi caffetteria, succhi, spremute, centrifughe ed estratti. Ovviamente si può virare sul salato, ben assistito (ad esempio con un tagliere di salumi e formaggi targati Lazio e ben selezionati) anche senza tracimare sugli hit che aspettano chi passerài un po’ più tardi per il lunch: gazpacho con sedano croccante, fettuccina con bottarga di muggine affumicata e olive taggiasche o tradizionalissima carbonara, ma anche tofu alla griglia con patate, pomodorini e capperi.

Rosemary – via Modena 15 (Monti) – 0648913645 – rosemary.bio

 

Santi Sebastiano e Valentino

Colazione in pasticceria? Come se fosse, visto il livello dell’assortimento, tra ventagli e tiramisù, millefoglie, macaron e plumcake. Colazione al bistrot e, volendo, tirar tardi ai tavoli interni o nel dehors aspettando che una famina bis induca a sondare la lista dei piatti da unch? Corretto. Cambiare musica, e farsi il breakfast in panetteria – ma speciale, come avrete capito – con pane alle uvette e nocciola (o uvette e cannella, o…) – spalmato di burro di rango e marmellata della casa, pizzicando oi a volontà tra cornetti aerei e lievitati vari? Questo è il posto giusto. E fermamente disponibile anche nel mese del fugone dalla metropoli, salvo per pochissimi giorni a cavallo del 15. Con gli optional non indifferenti di piena praticabilità per i disabili, pet ben accolti e, per gli strangers in Rome, al banco gente che parla sia inglese che francese… Ps: a sorpresa, è buono anche il caffè.

Santi Sebastiano e Valentino – via Tirso, 107 (Salario) – 0687568048 – santi-sebastiano-e-valentino

 

Roma. Mangiare

Achilli al D.O.M Hotel

A buttare un occhio (e lampi di verve) passa ogni tanto Massimo Viglietti, chef della casa madre Al Parlamento; ma a inventar cucina secondo una linea agile (menu a 50 euro) e golosa su questa magica, piccola terrazza al cuore di Roma è Alessio Tagliaferri, delfino dei “patron” sempre più in volo con le sue ali. L’idea è riprodurre in città gioco e sapori d’una fuga in spiaggia con gli amici: e allora ecco il menu “al sacco”, non cucinato; quello ai carboni, da falò sulla sabbia; e la cucina del “casotto”, con lo chef estivo scatenato ai fornelli dello stabilimento. S’intrecciano così crudi, cannelloni alla brace e spaghetti freddi di zucchine alla puttanesca con tzatziki, l’ambo vigliettiano “coniglio-ostriche” e i ravioli di gamberi in brodo al Lapsang. La cantina (c’è una sommelier super) va, insieme ai cocktail (anche in versione dessert). E in “sala club” si servono sigari e liquori pazzeschi (due secoli e oltre di distillati) a prezzi ovviamente appropriati.

Achilli al D.O.M Hotel - via Giulia, 131 (rione Regola) – 066832144 – achilli.restaurant

 

Giulietta
La casa testaccina di Cristina Bowerman & soci (l'altra è sempre Glass Hostaria) è un concerto polifunzionale in cui convivono più anime: il ristorante con gastronomia, la gelateria (rispettivamente Romeo Chef & Baker e Frigo) e Giulietta, regno della pizza. Anzi alle pizze, dato che la proposta gioca, come in politica, su due forni, ammiccando sia ai tifosi della versione napoletana che ai fan della romana, bassa e coi bordi croccanti. Il risultato? Vincenti entrambe per impasto buono e digeribile e per la qualità di materie e topping (felici sia se classici che più creativi). Si va così dalla Campagna Romana (fiordilatte, carciofi, fonduta di pecorino e fave) alla Margherita del Vesuvio con pomodorini del Piennolo, bufala e olio evo, o la fritta ripiena di provola, ciccioli, ricotta e pepe. Gli sfizi spaziano dai supplì alla frittatina di pasta. Da bere vino, birra e cocktail, in un ambiente decontratto e piacevole.

Giulietta - p.zza dell'Emporio, 28 (Testaccio) – 0645229022 – giuliettapizzeria.it

 

Giuda Ballerino

Panorama romano da privilegiati, terrazza super, Andrea Fusco ai fornelli: per un Giuda Ballerino passato da qualche anno dalla rock dance del quartiere di origine a una fighissima modern venata di jazz danzata sul teto di qauesto albergo importante. Fusco è nella sua piena maturità e ha organizzato la sua coereografia per palati in tre suite-menu: nove proposte a 110 euro, cinque o sette a 90 e 100. Tra gli ultimi, molto bello quello interamente dedicato al Lazio, con sole materie prime regionali (incluse alcune poco prevedibili, come ostriche e cervo). Per i super light in ansia da prova costume, e per i veg, attenzioni golose come la zucca e vegetali di campo uniti a ricotta e salsa all’uovo e il mix di una ventina di erbe di collina “dedicato” al re delle insalate d’autore Enrico Crippa. Buoni vini , ditillati e cocktail. Servizio ineccepibile.

Giuda Ballerino – Hotel Bernini Bristol – p.zza Barberini, 23 – 06 488933288 – giudaballerino.com

 

Acciuga
La nuova casa romana (e in proprio) dopo i passaggi da Setttembini e Chinappi e l’abbrivio marchigiano in un bel locale fanese, di Federico Delmonte, giovane cuoco al turning point di carriera. Bianco, blu (i colori dell’acciuga migratrice dell’insegna), grandi vetrate, ferro e legno scuri, cucina a vista e un piccolo “a parte” più raccolto e intimo disegnano la scena. La cucina è fresca e volutamente semplice. Due i menu, il signature Federico (7 portate “organizzate” dallo chef a 60 euro) e Acciuga (4 portate a scelta del commensale a 45). Si parte con piada cotta alla griglia, souvenir del nord Marche, e si viaggia poi tra delicata ricciola con sedano, aceto di abete e anice stellato, triglia marinata con curry nero e lime, murici con tartufo nero, liquirizia e pangrattato. Luca Boccoli firma la cantina. Che, dunque, sedurrà e divertirà a dovere.

Acciuga – via Vodice, 25 a (Prati) – 063723395 – acciugaroma.it

 

Zia

Una new entry gestita da un giovane cuoco talentuoso, deciso a tentare l’avventura professionale più importante della sua paarabola in libertà e scioltezza. A Zia va in scena dunque il trentaduenne Antonio Ziantoni (già con Anthony Genovese al Pagliaccio, e prima in giro di formazione per il mondo). Il palcoscenico è quello di Trastevere. E la pièce gastronomica allestita dallo chef è insieme pop (c’è un un menu a 28 euro per il pranzo) e gourmet: spaghetti alla chitarra con ragù di quaglia e gelato al pistacchio; lingua, zabajone e funghi; animelle, cardoncelli e pecorino sono alcuni esempi. L’ambiente è amabile e funzionale. La cantina in strutturazione, con una seconda faccia del beverage isieme dialettica o complementare rispetto a vini e bolle, e imperniata sulla proposta in abbinamento anche di estratti e tè.

Zia – via G. Mameli, 45 (Trastevere) – 0623488093 – ziarestaurant.com

 

selezione a cura di Antonio Paolini

Disegni di Maurizio Ceccato

 

 

QUESTO È NULLA...

Anteprima servizio Milano-Roma del mensile di agosto

Nel numero di agosto del Gambero Rosso, un'edizione rinnovata in questi giorni in edicola, trovate tutta la selezione dei locali aperti ad agosto, compresi bar, cocktail bar, gelaterie e bistrot. La selezione fa parte di un interessante servizio dove Antonio Paolini, con la complicità degli esperti (Enzo Vizzari, Albert Sapere, Luigi Cremona, Paolo Marchi, Alfredo Tesio, Roberta Schira, Eleonora Cozzella e Carlo Ottaviano), mette a confronto, dal punto di vista gastronomico, Milano e Roma.

 

Il numero lo potete trovare in edicola o in versione digitale, su App Store o Play Store

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