Top Italian Restaurants 2019. Ecco i migliori ristoranti italiani nel mondo

29 Ott 2018, 09:02 | a cura di
500 ristoranti da 35 Paesi diversi. Cosรฌ la Top Italian Restaurants festeggia la sua seconda edizione. La 2019, che insieme al gotha dei โ€œTreโ€ tricolori โ€“ Forchette, Gamberi, Spicchi, Bottiglie - assegna dei premi speciali. Ecco quelli della guida 2019.

 

Competitiva, identitaria, sempre piรน orgogliosa nel portare in tavola le sue ricette regionali, e il suo profilo piรน semplice e rustico, in contesti anche di vero lusso. La cucina italiana si apre al mondo e porta a casa un amore incondizionato, senza eguali. La ricetta dello scarparielloย trova posto nei grandi hotel di Hong Kong, il sapore della trippa alla romana sposa cantine da mille e una notte in Scandinavia, il fior di latte di Agerola si adagia su pizze napoletane sempre piรน buone nei locali di New York. Sono 5 milioni gli italiani che vivono allโ€™estero, 100mila i locali che si rifanno alle nostre tradizioni.

Nella nostra Topย Italianย Restaurantsย โ€“ la guida online ai migliori ristoranti italiani nel mondo presentata al Chorus Cafรฉ di Roma dove si รจ svolta anche la premiazione - ne abbiamo selezionati 500 da oltre 35 Paesi: locali gestiti da professionisti, capaci di proporre prima di tutto un gusto italiano e un modo di pensare la tavola. Un gusto fatto di materie prime che raccontano la zona di produzione, raccontano chi siamo. E come viviamo.

Presentazione e premiazione al Chorus Cafรฉ - foto di Francesco Vignali

Il fattore comune dei premiati? Una buona dose di coraggio. Sono chef, pizzaioli e imprenditori che hanno rischiato per trovare qualcosa di nuovo. E che ce lโ€™hanno fatta. Questi i nostri i premi speciali.

 

Pizzeria dellโ€™Anno: Songโ€™ e Napule (New York)

Un angolo di Fuorigrotta tra Soho e Greenwich. La pizzeria di Ciro Iovine e la moglie Austria รจ un locale piccolissimo, quantomeno pittoresco, piรน coperti che metri quadri, con tanto di bancomat semi-nascosto tra le magliette del Napoli. La pizza? Favolosa, cornicione alto e soffice, morso avvolgente e arioso, cottura puntuale e ottima digeribilitร . Le materie prime sono di qualitร , dallโ€™olio al pomodoro San Marzano, al fiordilatte di Agerola, ma รจ il manico, e la stesura perfetta dei dischi, a fare la differenza. Lโ€™accoglienza e il servizio sono a di poco calorosi. Imperdibile la pasta patate e provola.

Apertura dellโ€™Anno: Don Alfonso (Toronto)

Dopo Macao e la Nuova Zelanda, la famiglia Iaccarinoย rilancia la sfida internazionale a Toronto, nel cuore del Financial District. E lo fa in bello stile, in un edificio ottocentesco, affidando le redini della cucina allo chef Daniele Corona (a lungo braccio destro di Oliver Glowig). Sapori mediterranei puliti, netti, tra marmi italiani e una carta di vini da oltre 700 referenze. A poco piรน di 100 giorni dallโ€™apertura gira giร  a pieno ritmo, ottimo servizio e una carta molto ben impostata: spiccano i Rigatoni Vesuvios e una sfogliatella tirata ad arte.

Carta dei vini dellโ€™Anno: Osteria del Becco (Cittร  del Messico)

Una cantina da sogno nel quartiere di Polanco, a pochi metri dalle boutique del lusso di Avenida Presidente Masaryk. Qui Rolly Pavia ha voluto fortemente un caveau di sole bottiglie italiane, tra le piรน ampie e profonde collezioni al mondo, circa 30mila etichette dal dopoguerra a oggi. Lo studio sulle annate รจ chirurgico, la profonditร  impressionante, molti millesimi non sono reperibili neanche nelle cantine di origine. Rolly ha lasciato lโ€™Italia per il Messico a 17 anni con il padre Angelo e ha creato un vero impero con diversi ristoranti a Cittร  del Messico e non solo.

Business Innovation Award: Luigiaย (Ginevra, Nyon, Losanna, Dubai, Friburgo)

Enrico Coppola e Luigi Guarnacciaย sono riusciti a creare un progetto di successo puntando su una ricerca maniacale delle materie prime direttamente importate, una gestione manageriale allโ€™avanguardia che sfrutta le nuove tecnologie sia nei processi formativi che nei sistemi di controllo. Il prodotto finale รจ una pizza gourmet di alto livello, abbinata a una carta di vini importante, in un contesto accattivante che presta massima attenzione al cliente, con tanto di stanza giochi per i piรน piccoli. La capacitร  di replicare il format, facendo diventare soci i dipendenti, ha permesso di mantenere qualitร  invariata, e molto alta, nelle diverse aperture, da Ginevra a Dubai.

Chef dellโ€™Anno: Michele Farnesi (Parigi)

29 anni, chef, toscanaccio e - nel suo piccolo - imprenditore. Michele Farnesi si รจ formato allโ€™Osteria Francescana, esperienze importanti con gli amici Giovanni Passerini e Simone Tondo a Parigi, e ancora Fulvio Siccardi e Jean-Francois Piรจge. Ha investito i suoi risparmi nel bistrot, Dilia, a Belleville.La sua รจ una cucina dโ€™autore, istintiva, con abbinamenti incisivi e sapori che stuzzicano la pancia. Una cucina che ha coraggio, golosa, capace di spiazzare con spunti creativi e puntuali. Sensibilitร  francese e creativitร  italiana, pizzico anarchico e passione. Ama il vino e si diverte in cucina. E si sente.

Ristorante dellโ€™Anno: LuMi (Sydney)

Il fine dining che ci piace. Ampie vetrate sullโ€™acqua (siamo a Pyrmont, nella baia di Sydney), tavoli ben distanziati, cura del dettaglio senza eccessi. รˆ il regno dello chef Federicoย Zanellato, classe 1980, giramondo: prima a Londra, poi a Roma con Apreda e Beck, ancora in Giappone da Riygin, esperienze al Noma e Attica, per poi mettersi in proprio a Sydney con la moglie Michela, sommelier. La sua รจ una cucina italiana con contaminazioni giapponesi, stimolante, attentissima alla sostenibilitร  delle materie prime. Il menu degustazione รจ uno spartito perfetto, fatto di picchi e intervalli ritmati, perfetto racconto del suo bagaglio. Il sevizio garbato, gli abbinamenti dei vini brillanti tra tanta Italia e unโ€™Australia viticola sorprendente.

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