Chiusure d'eccellenza. Il periodo sfortunato di Joel Robuchon a New York

1 Giu 2012, 17:37 | a cura di

Per soppesare l'impatto internazionale del personaggio, basti pensare che Joel Robuchon è lo chef più stellato al mondo con ben 28 macarons che tra qualche giorno, vedremo perché, passeranno a 26. Sul suo impero di ristoranti, boutique e atelier non tramonta mai il sole. Si va da Tokio a Macao, da Nagoya a Londra passando naturalmente per Parigi.

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A fine giugno, tuttavia, una piccola battuta d'arresto ha macchiato la crescita inarrestabile del sessantasettenne chef di Poitiers. Una piccola battuta d'arresto che diventa grande perché accade in una città strategica, centrale, cruciale per qualsiasi cuoco-imprenditore che voglia adottare una strategia globale. Il 30 giugno sarà l'ultimo giorno di servizio per L'Atelier de Joel Robuchon all'interno del Four Seasons di New York, peraltro l'unico “punto vendita” del francese nella Grande Mela. Per chi, negli Stati Uniti, non potrà fare a meno del celeberrimo purè o delle altre proposte, la meta più “vicina” (tra molte virgolette) resterà quella di Las Vegas.

Cosa è successo? I comunicati sono abbastanza asciutti, anche perché la notizia era stata già in parte anticipata dai più informati blog della metropoli nordamericana. “Le due parti, per percorrere entrambe nuove avventure, hanno deciso di non rinnovare l'accordo”, più netto di così. C'è da dire che per il cuoco francese non era proprio un buon periodo a New York City: la consulenza per il ristorante Kibo, un posto orientale sulla Diciottesima, che Robuchon aveva effettuato lo scorso ottobre, è finita con la chiusura del locale appena sette mesi dopo l'apertura. Meglio, per il momento, girare alla larga dalla impietosa dining scene newyorkese.

Massimiliano Tonelli
01/06/2012

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