AGA chiude e trasloca a New York. La nuova sfida di Oliver Piras e Alessandra Del Favero

20 Set 2019, 15:36 | a cura di
A migliaia di chilometri dalle loro montagne, i due giovani chef ripenseranno il progetto AGA cresciuto negli ultimi cinque anni nella quiete di San Vito di Cadore. Ecco come sarร  AGA NY, in collaborazione con Sola Hospitality Group.

AGA. Dalle Dolomiti a New York

Dalle Dolomiti di San Vito di Cadore a Manhattan la distanza, non solo geografica, puรฒ sembrare siderale. Ma questo non รจ un motivo sufficiente a scoraggiare il desiderio di cambiare vita, anche solo per il tempo necessario a vedere lโ€™effetto che fa ritrovarsi dallโ€™altra parte del mondo con un progetto di ristorazione cresciuto (bene) fino ad accusare i primi limiti. Negli ultimi cinque anni, Alessandra Del Favero e Oliver Piras hanno coltivato tra le loro montagne unโ€™idea concreta di cucina e ospitalitร : da giovane coppia, unita sul lavoro e nella vita, hanno saputo imporsi nel panorama gastronomico nazionale, ottenendo riconoscimenti e apprezzamento trasversale. E allora perchรฉ cambiare? Il 30 settembre, tra una decina di giorni appena, AGA offrirร  lโ€™ultimo servizio.

La brigata di Aga sulle Dolomiti, in un prato di montagna

Poi, per Oliver e Alessandra, sarร  il momento di iniziare concretamente a coltivare il sogno che ha preso forma negli ultimi mesi: โ€œAbbiamo avuto il tempo per crescere qui, insieme alla nostra squadra, maturando un pensiero piรน preciso. Ci รจ sempre piaciuto viaggiare, e sempre di piรน sentiamo la necessitร  di portare tutto quello che abbiamo visto e imparato nel mondo nella nostra cucinaโ€ raccontano insieme i ragazzi, poco piรน di 60 anni in due, senza nascondere lโ€™entusiasmo per quello che verrร .

Il nuovo logo di Aga

AGA New York e Sola Hospitality Group

Dunque New York, il locale che sta prendendo forma in queste settimane in Mulberry Street (Nolita), sarร  dalla prossima primavera la nuova casa di AGA. Tale resterร  lโ€™insegna, a indicare la continuitร  di pensiero che segna il passaggio da una parte allโ€™altra dellโ€™Atlantico. Ma graficamente differente (con l'ultima A rigirata), per riassumere comโ€™รจ maturata lโ€™opportunitร  di trasferirsi a New York: โ€œLa cittร  ci รจ sempre piaciuta, ma la conosciamo piรน che altro da viaggiatori. Laggiรน, perรฒ, il nostro nuovo percorso si appoggerร  allโ€™esperienza di un gruppo di ristorazione giร  avviato, fondato da tre soci italianiโ€, spiega Alessandra. Sola Hospitality Group รจ nato ormai qualche anno fa dallโ€™incontro tra lo chef Massimo Sola e i suoi soci Nicola Pedrazzoli e Simone Tiligna: tre italiani a New York che hanno scelto di puntare sulle proprie origini per avviare una piccola impresa nella cittร  dei grandi gruppi di ristorazione. La sfida, oggi, puรฒ dirsi ben formulata: con Sola Pasta Bar, Pastagram e Sola Lab, il gruppo รจ cresciuto fino a comprendere oltre 70 dipendenti, conquistando una propria autorevolezza a New York per la lungimiranza di sviluppare unโ€™idea di pasta bar che fosse accattivante per il pubblico newyorkese, sempre in cerca di unโ€™esperienza gastronomica che vada oltre la semplice cena fuori. E infatti il Sola Pasta Bar - antesignano del genere in una cittร  da sempre legata alla cucina italiana, ma oggi letteralmente invasa da locali casual centrati su pasta fresca, pizza, aperitivo italian style โ€“ รจ un locale di tendenza a Soho, cucina a vista nellโ€™isola centrale, pasta fresca di qualitร , ambiente urban chic, dj set e approccio scenografico allo โ€œspettacoloโ€ della cucina.

Fare ristorazione a New York. Lโ€™attitudine imprenditoriale

Con Oliver e Alessandra il primo incontro รจ stato quasi casuale, ma decisivo: โ€œNon stavamo cercando due figure di questa caraturaโ€ spiega Nicola, anticipando le prossime mosse del gruppo: โ€œPresto avremo modo di crescere anche a Los Angeles, a New York abbiamo consolidato il nostro status. Ma a volte basta poco per trovare la sinergia che non ti aspetti: io sono di Montebelluna, vivo in America da tempo, ma sono capitato, spinto da amici, a mangiare da AGA. Mi sono innamorato dei ragazzi e della loro cucina. Loro sono giovani, brillanti, umili, hanno voglia di concedersi unโ€™opportunitร . Abbiamo preso entrambi la palla al balzo. Sarร  nostro compito supportarli in questa nuova avventura, hanno bisogno di crescere sotto il profilo imprenditoriale, chissร  che un giorno non possano entrare in societร  con noiโ€. Per ora, AGA รจ destinato a diventare il brand di punta โ€“ il ristorante gastronomico โ€“ nel portfolio del Sola Hospitality Group. Accurata รจ stata la scelta dello spazio: โ€œA New York รจ fondamentale indovinare il quartiere, persino la strada giusta. Per i ragazzi ci sarebbe piaciuta Brooklyn, abbiamo visto quasi duecento locali negli ultimi mesi. Poi, nuovamente quasi per caso, mi sono imbattuto nel posto ideale: un ex ristorante sfitto da un paio dโ€™anni, in Mulberry street. Soffitti alti, pareti in mattoncini, pavimento in cemento, bella attitudine. Non molto grande, purtroppo, ma lavoreremo bene sulla progettazione della cucina e sui turni di servizio. A New York il numero dei ristoranti รจ spropositato, la concorrenza altissima, e ripagare lโ€™affitto non รจ semplice. Ma col progetto giusto si puรฒ fare bene. Devi saper ascoltare la cittร , cogliere le possibilitร โ€.

Pasta ripiena da Aga

Il progetto AGA New York. Fornitori e menu

Questo faranno nei prossimi mesi Oliver e Alessandra, pronti a trasferirsi non appena otterranno il visto: โ€œAvremo un poโ€™ di tempo, dopo la chiusura di AGA, per organizzare cene con altri colleghi. Poi partiremo, tra novembre e dicembre, per scoprire New York, scegliere i fornitori tra le farm locali, sviluppare e testare il menuโ€. Ma AGA sarร  un ristorante italiano? โ€œCโ€™รจ la nostra identitร , che non cambierร . Ma non vogliamo etichette, perchรฉ cercheremo di non avere limiti: ci sarร  il nostro mood, la nostra anima, il nostro palato. Ma anche tutte le culture di New York, che ci influenzeranno. Qui in montagna iniziavamo a sentirci fuori luogo, era il momento di azzardare un cambiamento, che non รจ certo una fuga, ma voglia di metterci alla provaโ€. Con loro si sposteranno alcuni ragazzi giร  in squadra, altri si uniranno nei prossimi mesi. A New York AGA potrร  contare su una quarantina di coperti (ora sono 17), ci sarร  da confrontarsi con altri numeri, e una clientela esigente: โ€œQui conta moltissimo la qualitร  del servizioโ€ specifica Nicola โ€œla buona cucina da sola non bastaโ€. Ma alcuni dei nuovi piatti di Oliver e Alessandra entreranno anche nel menu degli altri locali del gruppo, come opzione di fascia alta, per conferire subito autorevolezza al brand, e farlo conoscere. Mentre al ristorante non ci sarร  menu degustazione โ€“ โ€œa New York comincia a passare di modaโ€ โ€“ e la spesa media si aggirerร  tra gli 80 e i 90 dollari. A marzo 2020 scopriremo di piรน.

www.agaristorante.it

 

a cura di Livia Montagnoli

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