Storico accordo Cuba-Usa. Il disgelo annunciato da Obama porterà vantaggi anche per il vino italiano?

22 Dic 2014, 14:54 | a cura di
Il presidente della Camera di Commercio italo-cubana, Nicola Cecchi, rivela le possibilità future per il settore vinicolo italiano a Cuba, finora fermo su un dato bassissimo e solo 14mila litri di vino esportati nel corso del 2013. Cresce comunque la cultura del vino e le maggiori chance potrebbero essere riservate ai vini bianchi, più adatti al clima caraibico.

Nicola Cecchi all'Avana ci ha vissuto per 14 anni e da 20 il suo lavoro con il paese caraibico è costante. Il presidente della Camera di Commercio italo-cubana, in questa intervista con Tre Bicchieri, non mostra dubbi sui futuri vantaggi che lo storico accordo con gli Usa sulla fine dell'embargo (son passati 53 anni dall'inizio del bloqueo, come lo chiamano da quelle parti)potrà portare anche per il vino e le produzioni italiane: "La legislazione locale aveva già aperto alla creazione di ristoranti privati, favorendo lo sviluppo di caffetterie e locali che servono il vino. Questo fenomeno è ancora in corso e aprirà molte possibilità di crescita per il nostro vino, finora superato da Spagna e Cile".
I numeri (bassissimi) dicono che nel 2013 l'Italia ha esportato verso Cuba 14 mila litri di vino per 55 mila euro in valore (fonte Istat). Il popolo cubano è principalmente un consumatore di birra "ma il vino sta crescendo" rileva Cecchi "è visto come una bevanda superiore e, rispetto ad alcuni anni fa, è più facile reperirlo sul mercato. C'è una classe media che da tempo sta crescendo e tende a preferire il vino".
L'Italia, poi, gode di un'immagine positiva nei confronti dei cubani: "Dopo gli spagnoli, siamo considerati un popolo con cui ci sono molte affinità. E non si dimentichi che l'Italia è tra i primi tre partner commerciali di Cuba", sottolinea Cecchi.

Ad avere maggiori chance (dato il clima caldo che caratterizza il paese caraibico) potrebbero essere i vini bianchi. "L'apertura del mercato a turisti e prodotti americani presenterà senz'altro maggiori possibilità". Certamente c'è molto da fare. "Oggi, a L'Avana, sono molti i ristoranti, soprattutto nei grandi alberghi, che pur servendo una cucina italiana, di italiano hanno ben poco, a partire dagli chef. Ecco allora che siamo di fronte a una serie di opportunità".
Cuba (oltre 10 milioni di abitanti) ha un suo interesse per il vino, ha un'associazione sommelier, che organizza corsi di formazione; ospita a ottobre una fiera internazionale del vino "che ha visto crescere la presenza di esportatori italiani". Non solo: a maggio 2015 la consueta Fiera nazionale del turismo avrà l'Italia come ospite d'onore: "Occasione importante" conclude Cecchi "ecco perché è necessario valorizzare tutto il nostro made in Italy, magari con una settimana del turismo all'Avana. Ci stiamo lavorando".

a cura di Gianluca Atzeni

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