La foresta di meli più antica del mondo è il giardino simbolo del 2016. Il Premio Carlo Scarpa 2016 finisce in Kazakistan

31 Mar 2016, 15:00 | a cura di

Frutteto e foresta, con alberi ultrasecolari alti trenta metri. Tutti meli, che in antichità hanno dato origine al nome della capitale kazaka, Almaty: luogo delle mele. E ora la foresta di Thien Shan vince il premio della Fondazione Benetton. 


Il premio al miglior “giardino”

Il Premio Carlo Scarpa, si legge sul sito della Fondazione Benetton Studi e Ricerche, viene assegnato ogni anno, dal 1990, “a un luogo particolarmente denso di valori di natura, di memoria e di invenzione”. Dedicato al celebre “inventore” di giardini, l'obiettivo del riconoscimento è quello di diffondere la cura dei luoghi e la cultura del paesaggio, tenendo conto del legame di scambio tra uomo e natura. Negli ultimi 25 anni la giuria, composta variamente da architetti, storici dell'arte e del paesaggio, agronomi, botanici, filosofi, geografi, ha premiato località incredibili ai 4 angoli del mondo, dall'antica città di Dura Europos in Siria al Museumplein (il cosiddetto “campo dei musei “ di Amsterdam), alla sperduta Val Bavona del Canton Ticino, in Svizzera. L'anno scorso è stata la volta dell'Italia, e il premio è atterrato nel quartiere Brancaccio di Palermo, in località Maredolce-La Favara, straordinaria testimonianza di stratificazione culturale, tra dominazione araba e normanna, agrumeti e manufatti artistici. Il 2016, invece, è l'anno di un frutteto molto speciale.

Frutteto o foresta? Il paradiso dei meli tra le montagne kazake

Si trova in Kazakistan e ha una storia che affonda le radici molti anni indietro nel tempo, 350, come l'età di alcune delle piante che restano a testimoniare l'antichità di questa foresta di meli selvatici. Milioni di anni fa, nel Terziario, la Foresta di meli selvatici di Tien Shan, oggi lambita dalla Via della Seta, era immensa. Ora ne resta solo qualche frammento, ma altamente spettacolare: in primavera gli alberi fioriscono, i fusti si sviluppano in altezza, fino a toccare i trenta metri, garantendo a questo frutteto sui generis l'appellativo di foresta. O Paradiso Terrestre, come lo definisce qualcuno ricordando il frutto del Peccato Originale. Che qui cresce in abbondanza da molti secoli. Nonostante l'accanimento dell'uomo, che in epoca sovietica ha spazzato via a colpi di accetta la maggior parte dei meli secolari, per fare spazio all'agricoltura, ironia della sorte. Ma a queste latitudini, tra Kirzighistan, Uzbekistan e Kazakistan, la presenza e il consumo di mele è talmente radicato nell'identità culturale da aver dato nome all'antica capitale dello stato kazako, Almaty: luogo delle mele. E oggi, ciò che resta della foresta di Tien Shan, è un importante monito alla tutela della biodiversità culturale e botanica (lungo i pendii del Thien Shan i semi di Malus sieversii sono arrivati dalla Cina, ma qui in passato sono cresciute molte altre specie all'origine dei frutti che mangiamo ancora oggi), tanto da essere monitorato e protetto dall'associazione Alma, costituitasi nel 2010 per sensibilizzare il governo locale e la comunità internazionale sulla necessità di preservarne la bellezza e divulgarne la conoscenza. E il premio assegnato dalla Fondazione Benetton si unisce al coro: a metà maggio, a Treviso, sarà consegnato il riconoscimento e si parlerà a lungo di come proteggere questo patrimonio dell'umanità.

 

a cura di Livia Montagnoli

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