10 anni di Eataly. Il compleanno a Torino con Massimo Bottura e tanti chef. Guardando al futuro

29 Gen 2017, 10:12 | a cura di

Il 27 gennaio Eataly Lingotto ha festeggiato in grande stile l’anniversario più importante, i primi 10 anni di attività da quando Oscar Farinetti ebbe l’idea di concentrare in un unico, grande spazio dedicato all’intrattenimento, all’educazione e al commercio tutto il meglio del made in Italy enogastronomico. Il racconto della festa. 

È stata una grande festa, quella che si è celebrata venerdì sera a Torino a Eataly Lingotto, nell’ex fabbrica Carpano dove tutto è cominciato il 27 gennaio 2007, esattamente 10 anni fa. Una festa di popolo, cominciata già nel pomeriggio con il taglio della torta e continuata fino all’ultimo con le code infinite per conquistarsi un carnet o i voucher e degustare i piatti dei 10 chef stellati presenti all’evento. E la festa di Oscar Farinetti e di tutti quelli che sono stati al suo fianco in questi 10 anni di progetti visionari diventati realtà e sospesi fra tradizione e futuro, secondo l’head line delle celebrazioni.

Lo ha detto Farinetti con una di quelle frasi un po’ epiche che gli piacciono tanto: “Sono smemorato, l’unica cosa che ricordo è il futuro.”

10 anni di Eataly. La parola agli chef

La conferenza stampa di fine pomeriggio è stata un po’ il clou della festa, cominciata con un video di dichiarazioni di soci fondatori e collaboratori sullo “spirito Eataly” e continuata con una parata sul palcoscenico della Sala dei 200 di quelli che c’erano 10 anni fa e quelli che ci sono ancora oggi, orchestrata con sorniona leggerezza da Farinetti e dal suo braccio destro Andrea Guerra.

Ma prima di loro è andata in scena la parata dei 10 chef stellati, ed è stato un bell’impatto veder schierato sul palco il Gotha della cucina italiana, a cominciare da Massimo Bottura per continuare con Moreno Cedroni, Enrico e Roberto Cerea, Pino Cuttaia,Gennaro Esposito, Philippe Léveillé,Claudio Sadler, Davide Scabin, Luigi Taglienti, più il pasticciere Luca Montersino e il pizzaiolo Ciro Salvo. E più Aimo Moroni, il grande chef del Luogo di Aimo e Nadia, che compiva 83 anni.

A fare da portavoce è stato delegato Scabin che ha elogiato il lavoro di Eataly e di Farinetti per esportare nel mondo il cibo e la cucina italiana: “Ha fatto più lui per l’immagine italiana di tanti altri” (e ognuno ci metta il riferimento che crede). Ma ovviamente non poteva non parlare anche il n.1 Bottura che ha ricordato l’apertura di Eataly N.Y.e il carisma di Farinetti, elogiando lo spirito degli Eataly “cattedrali del cibo del XXI secolo” e invitato tutti ad essere più consapevoli e fieri “di quanto il mondo ama le nostre materie prime e la nostra cucina”.

Una lezione permanente. Idee e obiettivi

Dopo di che naturalmente è toccato a lui, Oscar, nomen omen, con quel destino di successi racchiuso già nel nome, che ha spiegato la “filosofia della pesca” (nocciolo, polpa e pelle=progetto, idee, marketing) e i quattro obiettivi-people che sono stati e saranno il leit motiv dell’azienda: “creare nuovi posti di lavoro, restaurare immobili dimenticati risparmiando suolo, celebrare la biodiversità italiana nel mondo, offrire qualità ad un numero di persone sempre maggiore.”

A raccontare la propria esperienza a fianco di Eataly e di Farinetti si sono succeduti sul palco in tanti, da Sergio Capaldo “inventore” del progetto della Granda a Piumatti e Bordese di Slow Food (non Petrini, a Roma, e tutti a dire direttamente dal papa, probabilmente), dall’ex sindaco Fassino al governatore Chiamparino, agli assessori di oggi Parigi eSacco,e ancora Teo Musso di Baladin, Luca Gargano di Velier, guru di distillati e vini, Franco Roi, patron dell’olio, il rettore dell’Università di Pollenzo Piercarlo Grimaldi e lo scrittore Alessandro Baricco, preside della Scuola Holden. Tutti a sottolineare la grande “lezione permanente” e l’iniezione di autostima che è stata e sarà Eataly.

 

Il futuro di Eataly

Il futuro, appunto. Dove andrà Eataly nei prossimi 10, 20 30… anni? C’è già un progetto sulla sostenibilità insieme a Slow Food. E soprattutto - inaugurazione fissata per il 4 ottobre 2017 - un grande progetto molto fico (inevitabile il voluto gioco di parole) ovvero FICO Eataly World, il parco dell’agroalimentare di Bologna che racchiuderà in un luogo unico la biodiversità del cibo italiano, dal campo alla forchetta. FICO (acronimo di Fabbrica Italiana Contadina) sarà “un luogo unico al mondo, dove si coltiva e si produce, e in cui conoscere e vivere le filiere delle eccellenze enogastronomiche italiane”. Location il mercato ortofrutticolo all’ingrosso della città, 80.000 mq su cui stanno sorgendo 40 sedi di grandi aziende italiane che realizzeranno quotidianamente dal vivo i più importanti prodotti d’eccellenza italiani: pasta, olio, salumi, formaggi, carni e via declinando. Ci saranno un ettaro e mezzo di campi e allevamenti con le principali cultivar dell’agricoltura italiana (uliveti, vigneti, tartufaia, e altro) e le razze animali autoctone (le bovine piemontesi e la chianina, la pecora sarda e la capra ciociara, 7000 stalle). 25 ristoranti tra tematici, chef stellati, osterie, street food. Infine, 9.000 mq di mercato e botteghe gastronomiche, percorsi educativi, didattica, aree multimediali, 2000 aziende coinvolte, 3000 occupati nell’indotto, una previsione di circa 6 milioni di visitatori l’anno dall’Italia e dal mondo… Insomma una Farinettiland del food, apoteosi di quei progetti visionari che sono nel dna del Nostro, che continua a sostenere l’importanza delle “tre c”, coraggio, caparbietà e culo, quel po’ di fortuna che non guasta mai.

Nell’attesa, l’ultima novità, che da oggi sarà la firma di tutti gli Eataly, come ha spiegato Piero Alciati con il corporative chef di Eataly Mondo Enrico Panero: lo spaghetto di Eataly, sfida alla difficoltà somma in cucina, quella di essere semplici.

Brindisi finale con Ferrari, e poi aperitivo dei 10 anni con un Barolo riserva Mirafiore del 2007 e un parmigiano di 120 mesi, ovvero 10 anni, chapeau

Prima di sfidare le folle per aggiudicarsi un tataki di tonno di Moreno Cedroni, il merluzzo all’amatriciana dei Cerea o gli ineffabili tortellini in crema di parmigiano di Bottura. E vedere lo chef numero 1 al mondo servire di persona il suo piatto di culto al ristorantino della pasta non ha prezzo.

 

Buon compleanno Eataly.

 

a cura di Rosalba Graglia

Foto di Andrea Guermani

 

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