Airbnb Experiences. Come cambia il turismo gastronomico grazie al portale di viaggio più famoso del mondo

26 Set 2017, 10:00 | a cura di

Non solo la camera più economica, ma pure la prenotazione al ristorante e l’esperienza “mani in pasta” per scoprire le eccellenze made in Italy, con la guida di artigiani, chef, designer. Le esperienze di Airbnb esordiscono a Milano. 

Ben oltre l’essere uno strumento di servizio, Airbnb ha finito per identificare una comunità che ama viaggiare con la curiosità di chi si muove a caccia di esperienze, cercando la complicità degli abitanti del posto. Non solo quindi una piattaforma per procacciarsi l’alloggio più conveniente, ma un’opportunità per conoscere nuove persone (almeno quando la finalità del portale non è distorta dal mero desiderio dell’host di “arricchirsi” sfruttando qualche stanza sfitta). E un’alternativa valida al circuito dell’ospitalità convenzionale, che infatti, a più riprese, lamenta la concorrenza sleale del portale. Dal canto suo, proprio come l’altro discusso fenomeno che più ha modificato la fruibilità delle grandi città di tutto il mondo - Uber – anche Airbnb ha più volte rimodulato il proprio perimetro d’azione, intuendo, per esempio, le potenzialità del cibo e dei servizi ad esso correlati.

Airbnb ti porta al ristorante

Il sistema di prenotazione online di un ristorante è banalmente il traguardo più scontato: da qualche giorno, ma solo negli Stati Uniti (nelle 16 capitali gastronomiche più interessanti del Paese, da New York a Los Angeles, a San Francisco), Airbnb offre la possibilità di prenotare in app i ristoranti affiliati al circuito Resy, indirizzando la ricerca per tipologia di cucina, orario, distanza, opzioni personalizzabili. E probabilmente il servizio è destinato a espandersi rapidamente in Europa, anche perché i dati degli ultimi report parlano chiaro: il grande merito di Airbnb è quello di aver favorito l’ascesa di un turismo meno massificato, che ama uscire dalle rotte prestabilite, e spesso si muove in esplorazione di quartieri meno centrali delle grandi città, dove ha trovato alloggio. A Roma, per esempio, si calcola che solo i viaggiatori del circuito Airbnb abbiano speso, nel 2016, 257 milioni di euro nei ristoranti della città. Un bel dato considerando l’indotto globale di 6 miliardi e mezzo distribuito in 44 destinazioni -  di cui 2,5 nelle principali città d’Europa -  e tanto più significativo se pensiamo che buona parte delle spese degli ospiti avviene nell’ambito del quartiere in cui soggiornano, offrendo nuovo slancio ad attività che per la prima volta si trovano a confronto con il turismo internazionale.

Le esperienze di Airbnb in Italia

L’equazione, a questo punto, propone una variabile in più: l’Airbnb Experience. Il progetto è nato alla fine del 2016 a Los Angeles, oggi è attivo in oltre 35 città del mondo, e in Italia già operativo a Firenze, Roma (dalla primavera 2017), Milano, dove ha esordito appena una settimana fa. Di fatto, proprio per valorizzare le potenzialità della comunità Airbnb, la piattaforma offre ai viaggiatori un’esperienza tagliata sui propri desideri, che li accompagni a una scoperta quanto più autentica possibile delle eccellenze della città. Con il made in Italy che tanti stranieri anelano di scoprire da vicino il gioco è semplice: atelier di moda, gallerie d’arte e design, ristoranti, mercati, scampagnate in vigna e sul lago, laboratori di cucina e pasticceria sono i punti cardinali delle esperienze di uno o più giorni proposte dagli host più creativi. Prenotare è altrettanto semplice: una pagina dedicata, per ciascuna città, raccoglie i pacchetti attivi, selezionabili per data e tipologia. Per ognuno l’ospite si è preoccupato di definire prezzo e programma dettagliato. A Milano, a pochi giorni dall’esordio, le offerte sono già più di 50, molte hanno a che fare con il cibo. E tra gli annunci spunta anche qualche sorpresa.

Il turismo gastronomico. Come cambia

C’è Davide Longoni, per esempio, che propone ai suoi ospiti di mettere le mani in pasta, partecipando a una lezione di panificazione all’Accademia del Panino Italiano (70 euro a persona, con assaggio). E poi le attività del Wooding Lab di Valeria Mosca, per imparare a miscelare un drink di wild mixology nel nuovo spazio di Isola. O il minicorso di gelato proposto dalla Gelateria Rigoletto. E fuori città, per 100 euro, una giornata alla Tenuta Colombara per scoprire dove viene prodotto il riso Acquerello. Ancora passeggiate alla scoperta dei mercati rionali, tour notturni della città con tappe gourmet, passeggiate tra le vigne della Valpolicella, degustazioni di vini naturali. Al termine dell’esperienza gli ospiti lasciano i propri feedback. La visibilità dello strumento è indubbiamente elevata, specie presso i viaggiatori stranieri, e a intuire le potenzialità della nuova vetrina sono già in molti. Così, dopo aver rivoluzionato il mercato dell’ospitalità, Airbnb promette di gestire in modo sempre più capillare il nostro modo di viaggiare. Turismo gastronomico compreso.

 

a cura di Livia Montagnoli

Foto dell'Accademia del Panino Italiano

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