Come cambia Birra del Borgo. La crescita del birrificio, l’Osteria e due nuovi locali a Roma: l’intervista a Leonardo Di Vincenzo

24 Set 2018, 08:00 | a cura di

Alla metà di ottobre BdB piazzerà due nuove pedine sulla mappa gastronomica della Capitale, con il debutto dell’insegna Bancone a piazza Bologna e via del Pigneto. Leonardo Di Vincenzo ci racconta come saranno, ripercorrendo due anni di lavoro intensi, tra nuovi traguardi raggiunti e pregiudizi da combattere. 

 

Gli ultimi due anni di BdB

All’indomani dell’acquisizione di Birra del Borgo da parte di Ab Inbev – era l’aprile 2016 quando la notizia deflagrava gettando il mondo della birra artigianale italiano in stato confusionale – Leonardo Di Vincenzo si mostrava sicuro di sé. La consapevolezza di una scelta maturata con cognizione di causa e la solidità di una storia ultradecennale nel settore gli permettevano di guardare a quello che sarebbe stato di lì in avanti con serenità. Ma ben conscio che non sarebbe stato facile, ancor prima che per la necessità di adeguare la propria creatura al cambio di passo, per la forte valenza simbolica di un’operazione chiaramente vista con sospetto, perché capace di scardinare le certezze del comparto dall’interno. Il più grande colosso industriale della birra compra il simbolo del movimento artigianale italiano: fine dei giochi? Dunque c’è voluta tanta forza di volontà per restare saldi sulle proprie gambe, gli occhi puntati sugli obiettivi aziendali e la mente aperta a raccogliere e incassare le sferzate dei tanti che fino al giorno prima erano stati sostenitori e alleati, improvvisamente ritrovatisi dall’altra parte della barricata. Più di due anni dopo, molti dei timori di allora si sono avverati – colleghi e addetti ai lavori non sono certo stati teneri – ma il bilancio complessivo parla di una crescita aziendale che non ha tradito la filosofia e gli standard del birrificio di Borgorose: “Sono stati anni intensi, abbiamo dovuto combattere le critiche negative di chi ci pensava pronti a deludere le aspettative, e insieme traghettare l’azienda verso una necessaria operazione di integrazione con le dinamiche di un grande gruppo”.

La crescita e i pregiudizi

Il risultato? Più che soddisfacente a detta di Leonardo, che al timone di Birra del Borgo sembra divertirsi ancora come agli inizi, solo con quella maturità in più di chi sente la responsabilità di fare impresa, dare lavoro a circa 80 persone, aver risollevato le sorti di un territorio - l’area reatina di Borgorose – altrimenti sconosciuto ai più. “Mi sento di dire che non abbiamo avuto delusioni, il livello qualitativo è rimasto alto, i nostri prodotti non sono cambiati, anzi la birra che produciamo è mediamente più buona, grazie a nuovi investimenti e mezzi a disposizione. Non abbiamo perso pezzi, semmai aggiunto valore. Questo è quello che mi aspettavo all’inizio, come anche la garanzia di mantenere un buon livello di autonomia, pur consapevole di dover far tornare i numeri”. Diverso il discorso sui pregiudizi, davvero duri a morire: “Un ritorno negativo sul fronte commerciale con tanti clienti storici c’è stato, inutile negarlo, anche se al contempo siamo molto cresciuti sul mercato italiano, e puntiamo per il futuro a posizionarci sempre meglio in Inghilterra e Stati Uniti”. Più che l’aspetto economico, infatti, pesano le considerazioni umane: “Resta il dispiacere di essere tacciato come un traditore da tanti con cui siamo cresciuti professionalmente insieme. Credo che la miopia di certe posizioni non faccia bene al settore della birra italiana: un incremento di visibilità per i prodotti di qualità può portare benefici per tutti, la clientela che conosce i nostri prodotti spesso è curiosa di provarne altri, magari orientandosi su quel comparto artigianale che prima non conosceva. Capisco che molti produttori temono il monopolio, ma i nostri numeri dimostrano che il rischio non c’è: non abbiamo intenzione di monopolizzare nulla, nel 2015 producevamo 12mila ettolitri di birra, oggi siamo arrivati a 18mila. Parliamo comunque di piccole quantità”. Per il resto, soprattutto, c’è la tranquillità di sperimentare su nuove ricette, e questo è sempre stato il pallino di Leonardo: “Il prossimo anno entrerà in catalogo anche la linea di produzione del vecchio birrificio, lunghe maturazioni in bottiglia, fermentazioni spontanee, prodotti di nicchia di cui avremo poca disponibilità, per veri amatori. Anche questo è un modo per divertirci”.

L’Osteria di Birra del Borgo

Sul valore del divertimento Leonardo insiste più volte nel corso della chiacchierata, anche quando dismessi i panni del mastro birraio si entusiasma raccontando il progetto Osteria, “non solo un’operazione commerciale, ma quella finestra necessaria per raccontare Birra del Borgo e la sua evoluzione nel tempo, per dare modo a tutti di capire come va avanti il nostro lavoro oggi”. Inaugurata a Roma all’inizio della primavera 2017, in piena era Ab Inbev, un anno e mezzo dopo l’Osteria di Birra del Borgo di via Silla è una scommessa vinta: ci sono le birre – tutta la linea di Bdb – la pizza, la cucina, la sperimentazione sui cocktail. E un’atmosfera informale che punta ad accogliere tutti, raccogliendo consensi del pubblico e plauso della critica (per il Gambero Rosso la pizza di Luca Pezzetta vanta Tre Spicchi e 93 punti pieni sulla guida Pizzerie d’Italia 2019). “Per l’importanza che ha avuto sin dall’inizio, l’Osteria di Prati resterà un unicum nella nostra storia, il quartier generale delle sperimentazioni su birra e cucina, un laboratorio aperto che oggi dà lavoro a 35 persone (in totale BdB tiene a busta paga 78 dipendenti), rappresentando una voce importante dell’azienda e richiedendo tante energie”. Questo non significa che non si possa - e non si voglia – crescere. Anzi, proprio i buoni risultati raccolti spingono a guardare avanti: “Ora abbiamo bisogno di capire quanto il format possa replicarsi senza perdere in credibilità e standard qualitativi”. Prima di pensare a raddoppiare in altre città d’Italia – obiettivo comunque nel mirino tra 2019 e 2020 – la tappa intermedia è costituita dai nuovi “banconi” pronti a inaugurare a Roma, alla metà di ottobre.

Novità a Roma. Arriva il Bancone

La formula Bancone l’abbiamo vista esordire già nell’estate 2016 in quel di Spedino, come spazio di vendita e degustazione del birrificio. A Roma il Bancone di BdB sarà qualcosa di ancora nuovo, un ibrido che tiene conto dell’esperienza Osteria, e al suo laboratorio di produzione si appoggia, declinandola in maniera più agile. L’operazione procederà in parallelo su due fronti: a piazza Bologna (nei locali già del ramen bar Akira) e su via del Pigneto. Entrambi i locali disporranno di spazi contenuti - specie quello stretto e lungo del Pigneto, praticamente tutto dedicato al bancone – ma di ampio respiro all’esterno. Entrambi non serviranno piatti cucinati, con una distinzione sostanziale: il Bancone del Pigneto lavorerà per aperitivo e dopocena, senza servizio al tavolo (del resto, all’interno, tavoli non ce ne sono), con proposta di piccoli snack da accompagnare alle birre, cocktail, angolo shop e servizio take away; il Bancone di piazza Bologna, invece, servirà anche la cena, con taglieri, panini e pizza, punto di forza che resta centrale per l’attività, “affidato alla supervisione del nostro pizzaiolo Luca Pezzetta, che resta l’unico responsabile di impasti e lievitazioni dopo la fine, recente, della collaborazione con Gabriele Bonci”, sottolinea Leonardo. Entrambi i locali apriranno dalle 18 alle 2 (7 su 7), entrambi avranno molti coperti all’esterno e spilleranno esclusivamente birre della casa. Al Pigneto i lavori potrebbero terminare già per la prima settimana di ottobre, quel che è più sicuro è che entro la metà del mese ambedue i locali saranno pronti per raccontare alla città l’ennesimo step di un progetto che sembra girare ancora con lo spirito dell’inizio: “Il divertimento è la chiave di tutto”.

 

L’Osteria di BdB – Roma – via Silla, 26 a – www.osteria.birradelborgo.it

Il Bancone di BdB – Roma – via del Pigneto, 22c – dalla metà di ottobre

Il Bancone di BdB – Roma – piazza Bologna, 8-9 – dalla metà di ottobre

 

a cura di Livia Montagnoli

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