Oscar Green Coldiretti 2018. Le 6 idee più originali dell'agroalimentare: dall'Arca delle razze animali alla Beewellness

22 Ott 2018, 15:35 | a cura di

Coldiretti premia i giovani che fanno impresa nel settore agricolo con creatività e capacità di rigenerare il territorio. Sei sono i riconoscimenti assegnati per l'edizione 2018 degli Oscar Green, dalla Calabria al Trentino, passando per Sardegna e Toscana. 

 

Gli Oscar Green. Cosa sono

Un premio per le giovani imprese innovative del settore agricolo. Da diversi anni Coldiretti elargisce gli Oscar Green alle realtà più creative d'Italia, fotografando un settore che come dimostrano le ultime indagini è sempre più appannaggio degli under 35, i cosiddetti Millennials Farmers che scelgono di scommettere sulla terra e sulle potenzialità del comparto agroalimentare. All'insegna però di una sperimentazione costante su tecnologie all'avanguardia e nuove soluzioni produttive. Ed è questo il contesto in cui si muove il Premio Innovazione Giovani, che per l'edizione 2018 mette in luce l'originalità di sei progetti scelti dopo una lunga selezione territoriale tra migliaia di giovani imprenditori. Il palco è quello del XVII Forum Internazionale dell'Agricoltura e dell'Innovazione andato in scena a Cernobbio qualche giorno fa, le proposte premiate sono la spia di urgenze produttive che guardano al futuro del settore.

Le creme per il viso del tenore

Come la causa della lotta allo spreco, che vede in prima linea Matteo Bacci, coltivatore toscano di piante officinali che ha raccolto l'eredità di una famiglia di farmacisti, e con la complicità di Andrea Bocelli (proprio il tenore che tutti conosciamo) ha brevettato un sistema per riutilizzare gli scarti dell'industria vitivinicola. Nello specifico sono le vinacce dell'azienda vinicola del tenore (insieme all'acqua aromatica di rosmarino di Bacci) a trasformarsi in prodotti pregiati di biocosmetica, creme per il viso firmate Lajatica – come la tenuta di Bocelli - che grazie all'alta concentrazione di Resveratrolo garantiscono potenti benefici contro l'invecchiamento della pelle. A Matteo Bacci, dunque, spetta il riconoscimento nella categoria Fare Rete.

L'agri-bibita calabrese e le case in paglia dalla Sardegna

Si segnala per la Creatività del progetto Glauco Gallo, che in Calabria ha ideato un'agri-bibita a base di succo di clementine della Piana di Sibari (il 20% sul totale del prodotto, senza conservanti e zuccheri aggiunti). Per la categoria Sostenibilità, invece, si vola in Sardegna, dove l'azienda di Luisa Cabiddu si è specializzata nella costruzione di case ecocompatibili realizzate in paglia di grano Senatore Cappelli, argilla e legno da filiera controllata, innovando il settore della bioedilizia.

La birra del terremoto. Con gli scarti del pane

Mentre fa bene a un territorio piegato proprio dalla furia della natura l'agribirra di Claudio Lorenzini, vincitore del premio per la categoria Campagna Amica. L'Alta Quota è un brand che porta in dote l'acqua che sgorga a 1600 metri di altitudine, sulle montagne tra Amatrice e Leonessa, in quella parte del Lazio ferito dal terremoto di due anni fa; gli stessi cereali utilizzati nel processo brassicolo crescono ad alta quota sul territorio reatino e diverse sono le etichette prodotte dall'inizio dell'avventura. Il premio spetta però alla birra realizzata con gli scarti del pane invenduto, che nuovamente centra l'attenzione sulle virtù delle giovani realtà sostenibili (Alta Quota è anche un'eccellenza dell'economia circolare e del business green).

La Spa con le api e la fattoria degli animali rari

In Trentino arriva il premio Impresa3.Terra, conquistato dal progetto Beewellness di Matteo Andreatti; un'insolita forma di wellness che propone un'esperienza a stretto contatto con le api, ospiti di una struttura in legno, nel mezzo di un bosco, sdraiati su letti in fieno per respirare il profumo del miele e della cera, e ascoltare il ronzio delle api, grazie agli alveari che circondano l'edificio (le api si muovono dietro a fitte grate che si aprono nelle pareti).

Chiude il cerchio il premio Noi per il Sociale, che individua l'impresa del giovane rifugiato nigeriano Jeffery Eromosele, scappato dai terroristi di Boko Haram per ritrovare una casa nelle Marche, dove nel 2015 incontra la famiglia Gasparini, proprietaria di un vecchio allevamento di cani dismesso. Qui Jeffery coltiva l'idea di realizzare un'Arca di Noè per animali della tradizione contadina a rischio d'estinzione; oggi nella fattoria convivono centinaia di razze, oche, emù, asini, galline rare e anatre mute, e Jeffery apre la sua Arca alle visite didattiche, oltre che al bird watching e ai percorsi olfattivi. A ben guardare pure un ottimo esempio di creatività, sostenibilità e saper fare rete.

 

a cura di Livia Montagnoli

linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram