San Francisco: assalto a Fort Mason

17 Feb 2011, 17:55 | a cura di

Da anni l'evento si tiene in uno spazio davvero suggestivo, Fort Mason. Fino al secondo dopoguerra il forte era un porto militare dove attraccavano le navi della Flotta del Pacifico.

Oggi i suoi locali sono uno dei più ambiti spazi della città, ideali per congressi

ed eventi numericamente rilevanti. E così nel pomeriggio del 16 febbraio una pacifica folla di appassionati ed operatori, circa 2300 persone, ha preso d'assalto il padiglione Herbst per il consueto wine tasting.

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A detta di tutti l'evento del vino dell'anno per la Città della Baia. Che è comunque abituata a eventi importanti per il mondo del vino. Solo poche settimane prima nella stessa location c'era stata l'annuale degustazione dell'associazione dei produttori di Zinfandel, altro evento che richiama masse di persone.

Ma il fascino dell'enologia tricolore è indiscutibile qui a San Francisco. Una città colta e sofisticata, cosmopolita e curiosa culturalmente. Che è ad un'ora di macchina dalle due zone santuario dell'enologia americana, Napa Valley e Sonoma Valley. Ma che è apertissima in fatto di cucina e di consumi...

A partire dalle 14 enotecari, ristoratori, distributori di vino e tutto il settore locale del trade, importatori compresi, ha incontrato i circa 200 produttori italiani presenti con i loro vini. E ha acquistato Italian Wines 2011, la versione inglese della nostra guida dei vini, definita uno strumento indispensabile dai professionisti e un libro di riferimento per gli appassionati più evoluti. Un flusso costante e cospicuo, che ha toccato l'acme verso le 17,30 quando ai sommelier e ai distributori si sono uniti anche i consumatori.

I produttori italiani sono stati impegnatissimi, a cominciare da Piero Antinori (che vanta ben tre aziende in zona, Atlas Peak, Antica e Stag's Leap Winery), a servire i propri vini ed a parlare con stampa e operatori. In molti hanno detto che le 12/24 bottiglie portate per l'evento ormai qui a san Francisco non bastano più per far fronte al numero elevato di partecipanti...

Nel complesso si è registrato un clima di discreto ottimismo, sulla scia della consistente crescita dei consumi registrata nell'ultimo semestre, che fa segnare un +20% in media in confronto al semestre precedente. Un ottimo inizio di 2011, insomma, dopo un buon 2010 che ha fatto dimenticare il periodo difficile chiusosi con il 2009.

Qui a san Francisco, grazie anche alla vicinanza delle zone produttive storiche della California si è sempre bevuto molto e bene. Le enoteche locali sono tra le più belle d'America e la cultura del vino è diffusa. Una città cosmopolita e ricettiva, dove convivono le cucine più disparate, con grandi ristoranti cinesi, italiani thailandesi e americani, fa da sempre onore ai vini del Vecchio Mondo, Italia e Francia su tutti.

E proprio all'Italia gli appassionati sanfranciscani chiedono un tocco di magico: allargare i propri orizzonti, al di là degli stili più classici e consolidati, come Chardonnay e Cabernet Sauvignon maturati in legni nuovi. Al di là della dicotomia Vecchio/Nuovo Mondo (del vino), Bordeaux/Borgogna, Toscana/Piemonte.

Qui c'è sempre attenzione per il nuovo e l'insolito per le piccola grandi gemme della nostra enologia, per i vitigni autoctoni, per i vini “autentici”, che sappiano superare il binomio imperante del gusto, quel “frutto/legno” che per anni è stato lo standard americano.... E non solo.

Un momento straordinario, quindi, per la nostra enologia e per i nostri vini migliori, sud in testa. Che qui accompagnano con successo le cucine più diverse. Dove il Pigato sposa il sushi, il Cerasuolo di Vittoria il Messico, la Lacrima di Morro d'Alba il tandoori...

Marco Sabellico
17 febbraio 2011

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