Pesticidi negli alimenti, in Europa cibo sicuro e basso rischio per i consumatori

28 Ott 2016, 10:00 | a cura di

Dal rapporto Efsa emerge un quadro complessivamente positivo per il Vecchio Continente. In l'Italia, solo lo 0,3% dei campioni presenta residui fuori norma. Ma su quelli d'importazione la percentuale è quattro volte superiore. 


In Europa il cibo è sicuro

Il cibo europeo è nel complesso esente da residui di pesticidi in quantità potenzialmente dannose per la salute. Lo afferma l'Efsa, l'autorità europea per la sicurezza alimentare, con sede a Parma, nel suo ultimo rapporto, secondo cui resta “basso il rischio” per i consumatori. I risultati del report, basato sull'analisi di quasi 83 mila campioni di alimenti sul mercato dei 28 Paesi membri dell'Ue (inclusa per la prima volta la Croazia), ma anche Islanda e Norvegia, sono pressoché “in linea con gli anni precedenti”, spiega il responsabile unità pesticidi di Efsa, Jose Tarazona, “e ciò significa che l'Europa riesce a proteggere i consumatori, tenendo sotto controllo la presenza di residui di pesticidi negli alimenti”.

Il macro dato è che il 97,1% dei campioni analizzati (relativi all'anno 2014) contiene residui di pesticidi nei limiti di legge (nel 2013 era del 97,4%), con un 53,6% che non presenta alcun residuo e un 43,4% nei limiti. Solo l'1,6% dei campioni europei è oltre la norma, percentuale che aumenta considerevolmente (al 6,5%) se si considerano gli alimenti importati da Paesi terzi. Tra i cibi biologici, il 98,8% risulta esente da residui o è nei limiti di legge. Il report, inoltre, si è concentrato su uno specifico elenco di 12 prodotti (tra cui fagioli, carote, arance, pere, riso, fegati di bovini, suini e pollame), all'interno del quale gli spinaci risultano l'alimento con maggiori concentrazioni fuori norma di fitofarmaci, seguiti dai fagioli con la buccia, mandarini, carote e riso.

 

L'Italia nel gruppo dei migliori

Buona la situazione italiana, con appena lo 0,3% dei campioni di cibo analizzati fuori norma per residui di pesticidi: uno dei Paesi più al sicuro. Su un totale di oltre 8.900 campioni (di cui 63,7% ortofrutta, 6,3% cereali, 10,9% olio e vino, 1,1% cibo per neonati e 17,9% tra pesci, spezie, tè, semi e prodotti di origine animale) il 65,5% non presenta residui, il 34,2% è sotto il limite consentito. I livelli fuori norma sono stati trovati, in particolare, sull'ortofrutta. E nell'ambito del gruppo ristretto dei 12 prodotti solo 3 su 1.094 campioni risultano irregolari.

In diversi alimenti, è stata rilevata una presenza contemporanea di più pesticidi (da 2 a più di 5). Tra quelli non elaborati e con un numero di fitofarmaci multiplo, l'Efsa segnala uva spina (91,1% dei campioni), foglie di alloro (86,5%), pompelmo (78,5%), ribes essiccati (78,1%), uva da tavola (75,1%), lime (67,8%), arance (66,9%), fragole (65,4%) e valeriana (62,5%).

Nel report Efsa, spazio anche ai risultati sulla presenza di glifosato, l'erbicida molto diffuso in Italia, il cui uso è stato limitato dal ministero della Salute da agosto 2016, per i possibili effetti cancerogeni. Ebbene, l'analisi dei 4.721 campioni su vari prodotti (inclusi i trasformati), tra cui frutta, noci, verdure, orzo, farine, grano, etc. ha rilevato la sostanza nel 4,2% dei casi e sempre (tranne un unico caso, fagioli secchi) entro i limiti.

 

a cura di Gianluca Atzeni

linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram