Zagat New York 2017. Primato francese tra le migliori tavole della città per la storica guida

28 Ott 2016, 08:32 | a cura di

Una nuova top 50 della ristorazione newyorkese vista da Tim e Nina Zagat, che innovano il sistema di valutazione, ma restano fermi sul podio dell'anno scorso. A conquistare la medaglia d'oro è Le Bernardin, seguito da Bouley e Jean-Georges. Tanti gli italiani, bene anche Eataly, eletta migliore food hall della città. 


Il sistema Zagat

Mentre l'Italia gastronomica degli addetti ai lavori si divide sui risultati delle guide che premiano la migliore ristorazione nazionale - ultime, in ordine di uscita, le pubblicazioni del gruppo L'Espresso e del Gambero Rosso (tutti i premiati li trovate qui) – dall'altra parte dell'oceano è la classifica di Zagat a tenere banco. Le classifiche stilate dai recensori del celebre editore americano che dispensa consigli gastronomici online in tutti gli Stati Uniti, a Toronto e Londra, come ogni anno fotografano l'evoluzione del panorama ristorativo di alcune tra le principali capitali della gastronomia mondiale. Come New York, dove gli ultimi verdetti sono stati resi noti solo un paio di giorni fa, preceduti dall'annuncio di grandi novità, a partire dal principale criterio di valutazione: il punteggio numerico. E così mentre l'Italia si preoccupava della “rivoluzione dei Cappelli”, anche i fondatori della guida americana – Tim e Nina Zagat – approntavano un cambio di rotta dal format originale, in vigore da quasi 40 anni. Non più valutazioni da 1 a 30, ma un range più ristretto di punteggi crescenti da 1 a 5, decimali compresi. Per semplificare il sistema a vantaggio degli utenti, spiegano in casa Zagat.

La top 10 a New York. Eric Ripert in testa

Quello che resta, invece, è il primato della cucina di Le Bernardin, che per il secondo anno consecutivo (e premiata a più riprese, pure ben piazzata nell'ultima World's 50 Best, al numero 24) si conferma la migliore tavola in città grazie alla solida conduzione di Eric Ripert, da 20 anni alla guida di una cucina che risente di influenze francesi (i fondatori arrivarono da Parigi nel 1986) e asiatiche. Ma è l'intera top 50 stilata da Zagat a presentare spunti interessanti per chi ha intenzione di avvicinarsi alla ristorazione newyorkese, tanto camaleontica e diversificata quanto spiazzante al primo impatto. Sì, perché come ci tengono a ribadire i curatori della guida, New York offre centinaia di ristoranti di qualità in grado di accontentare proprio tutti, dalle tavole più prestigiose alle proposte più informali e innovative che prendono piede nei quartieri “alternativi” della metropoli, alle molteplici insegne che rendono giustizia allo street food di ogni angolo del globo. Eppure sul podio ci finiscono ben tre ristoranti devoti allo stile francese e alle atmosfere ricercate: a tallonare la medaglia d'oro di Le Bernardin (4.9) ci sono Bouley (pari merito per punteggio di cucina) e Jean-Georges (4.8), dello chef Vongerichten (pronto ad aprire in un grande albergo a Londra). E anche la medaglia di legno finisce in casa “francese”, tra le mani di Daniel Boulud, di cui Zagat apprezza particolarmente la terrina d'anatra. Per trovare il primo fine dining 100% american style dobbiamo scendere in quinta posizione, con il Gotham Bar and Grill di Greenwich Village, seguito dallaSteak House Peter Luger di Williamsburg, quartiere in grande ascesa per ricchezza di stimoli culturali e gastronomici. Anche Danny Meyer e la sua Gramercy Tavern (9) trovano spazio in top 10, come il sushi di Sushi Yasuda (10), ma è la presenza di Gabriel Kreuther (7) e Tocqueville (8) a sancire la vittoria schiacciante della Francia.

 

Gli italiani in top 50. E la sorpresa Eataly

Solo dodicesimo Eleven Madison Park, in posizione 14 il Blue Hill di Dan Barber, al 21 Nobu New York, al 30 The Modern (ancora gruppo Danny Meyer, al MoMa), al 33 Per Se (in caduta libera). Molto numerosa, invece, la compagine italiana, guidata dalla tredicesima posizione di Marea, dell'americano innamorato dell'Italia Michael White (sette anni li ha trascorsi al San Domenico di Imola). Seguono Del Posto (15), Scalini Fedeli (19), Trattoria dell'Incontro (22), Don Peppe (23), L'Artusi (28), Babbo (36), Lupa Osteria Romana (41, dietro c'è lo zampino di Mario Batali), Piccola Venezia (43), Al di La trattoria (47), Ai Fiori (50, ancora Michael White). Da segnalare anche il primato di Eataly tra le migliori food hall della città: primo e secondo piazzamento per la sede di Flatiron e la nuovissima insegna al World Trade Center. Solo alle spalle del tempio del made in Italy arrivano Smorgasburg e il Grand Central Terminal.

 

a cura di Livia Montagnoli

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