30 anni di Gambero Rosso. Correva l'anno: 2004

24 Nov 2016, 15:24 | a cura di

Sul Gambero si parla dei nuovi corsi per chef alla Città del gusto di Roma e del cibo come strumento di solidarietà. 

È l’anno degli attentati in Spagna, dello scandalo della prigione Abu Ghraib, della nascita di Fecebook. L’anno della morte di Pantani e del rapimento di Enzo Baldoni in Iraq. 

2004

Proseguiamo la storia del Gambero Rosso con il 2004, l’anno in cui il rover della NASA Opportunity atterra sul suolo di Marte. Ma anche della nascita di Facebook, creato da Mark Zuckerber il 4 febbraio. In Italia l’anno inizia con l’arresto di  Sergio Cragnotti, ex patron della Cirio, e i due figli per il crack del colosso alimentare. È un anno di anniversari per l’Italia, come quello dei 50 anni dalla nascita della Rai e degli 80 dalla prima pubblicazione dell’Unità. Ma anche di tragici rapimenti dei nostri connazionali, come il giornalista free lance Enzo Baldoni e le due volontarie Simona Pari e Simona Torretta che, a differenza di Baldoni, verranno poi liberate. È l’anno in cui, dopo 143 anni di coscrizione, il parlamento approva l'abolizione del servizio militare obbligatorio. Entra in vigore in Italia la legge sulla privacy. Il leader storico della Lega, Umberto Bossi, viene colpito da un ictus. Il Capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi, concede la grazia a Graziano Mesina, detto "Grazianeddu", ex primula rossa del banditismo sardo. Dopo tre anni di ristrutturazione riapre il Teatro alla Scala di Milano con l'opera “L'Europa riconosciuta” di Antonio Salieri. La Rolls Royce compie 100 anni. Viene rubato in Norvegia L’Urlo di Munch. L’Unione Europea accetta dieci nuovi paesi membri, mentre George W. Bush batte John Kerry alle elezioni presidenziali, ottenendo il suo secondo mandato. Nei Paesi Bassi viene ucciso il regista olandese Theo van Gogh, nipote del celebre pittore, “colpevole” di aver girato un film sulla violenza sulle donne nel mondo islamico. L’11 novembre, dopo una settimana di notizie contrastanti sul suo stato di salute, Yasser Arafat viene ufficialmente dichiarato morto.

 

I corsi per cuochi professionisti nelle aule della Città del gusto di Roma

Francesco, studente d'ingegneria informatica; Luca, meccanico in Svizzera; Astrid, laureata in economia ad Atene ed esperta di marketing; Gabriele, diploma al liceo linguistico; Sabina, estetista e mamma di famiglia; Valentina, studentessa in scienze politiche; Gianna, food manager in Bulgaria; Giuseppe, al quarto anno di giurisprudenza; Martino, liceo classico e iscritto ad antropologia; Stefano, scienze delle comunicazioni; Vincenzo, laureando in giurisprudenza; Marco, giramondo in cerca di un destino; Adriano, liceo classico e facoltà di lettere. E Antonella, l'unica ad aver sempre lavorato nel ristorante di famiglia, nel Foggiano. Eppure, tutti questi ragazzi - la più grande ha trent'anni - qualcosa in comune ce l'hanno: la passione per i fornelli. Una passione che li ha portati a interrompere studi e percorsi di vita già ben instradati per dedicarsi alla cucina, per dare sfogo a una spinta interiore, a una creatività che finora avevano tenuto solo dentro. Sono ragazzi già formati, con titoli di studio ritenuti finora "incompatibili" con la professione di chef. E questo è il dato più interessante: ciò che era ritenuto il mestiere "basso" per antonomasia, ora è diventato una meta ambita, una professione che ha la dignità di arte e di disciplina, che richiede impegno, studio e concentrazione. Status e consapevolezza nuovi che difficilmente le scuole di cucina ufficiali, pubbliche, riescono a trasmettere a chi è in cerca di motivazioni. È la ragione, in fondo, per la quale gli istituti alberghieri segnano ancora il passo rispetto alla enorme evoluzione che hanno avuto la cucina e la gastronomia nell'esperienza quotidiana, nel comune sentire e anche nell'immaginario collettivo. Se ne sono ben resi conto i quattordici aspiranti cuochi che, non a caso, hanno preferito fare un'esperienza diretta e importante a contatto vero con i fornelli e con maestri importanti scegliendo di frequentare il master del Gambero Rosso, pure a costo di sacrifici non da poco. Nelle loro storie e nelle loro parole, il racconto di una passione che segna la vita, cui non si può dire di no. È la copertina del mensile di marzo.

 

Il sapore della solidarietà, in una cena organizzata alla Città del gusto 

Una cena mai vista, una gara di solidarietà davvero... saporita. Organizzata il 26 gennaio alla Città del gusto di Roma dal Gambero Rosso e dalla Comunità di Sant'Egidio, la singolare cena è servita a finanziare il progetto Dream per la lotta all'Aids in Africa. Ogni due commensali, pagando 150 euro a testa, hanno contribuito a far vivere un sieropositivo in Africa per un anno: la stessa cifra permette la nascita di sei bambini sani da una mamma sieropositiva. In 400 hanno partecipato a questa cena dove in cucina e in sala si sono avvicendati un centinaio di donne e uomini del Gambero Rosso e in cui il vino - le etichette offerte dalle oltre 60 aziende aderenti al progetto "Wine far life" - è stato servito ai tavoli da una quarantina di donne e uomini del vino, sommelier e titolari di enoteche e wine bar, venditori, guidati da Dario Laurenzi, direttore di Gusto, e Lina Paolillo dell'Enoteca Ferrara. A capitanare le brigate di cucina, invece, quattro nomi eccellenti della ristorazione italiana: Antonello Colonna (fagioli con le cotiche e vignarola), Angelo Troiani (matriciana), Gennaro Esposito (calamaro ripieno e friarielli), Fulvio Pierangelini (creme brulée e gelato al caffè). Incredibile il risultato, garantito da una squadra di appassionati non professionisti: sotto il controllo dei maestri, tutti hanno contribuito al successo di una serata molto godibile. Il tutto con l'obiettivo ben chiaro a tutti - a partire dai simbolini rossi di "wine for life" sulle giacche di ognuno - di poter dare una mano concreta a chi soffre e muore dall'altra parte del mondo.

 

linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram