Prowein o Vinitaly? Le scelte dei produttori

20 Mar 2015, 09:30 | a cura di
Si è appena conclusa la fiera del vino di Düsseldorf e sta per aprire i battenti quella di Verona. In questa terra di mezzo abbiamo chiesto ai produttori di dire la loro, partendo da una domanda: due date così ravvicinate servono al sistema vino?

PROWEIN O VINITALY?
Due impostazioni molto diverse quelle di Prowein e Vinitaly quest’anno davvero a poca distanza l’una dall’altra. L’appuntamento di Düsseldorf, alla sua XXII edizione, si è svolto dal 15 al 17 marzo con risultati definiti dagli organizzatori “sicuramente positivi” grazie anche ai 52.000 visitatori professionali (+ 7% rispetto al 2014) dei quali 24.000 erano operatori internazionali. Aumentati anche gli espositori (5970) in rappresentanza di 50 paesi e incremento delle provenienze da Stati Uniti, Canada e America centrale e meridionale: l’area del dollaro con l’euro basso spunta condizioni quantomeno interessanti. Oltre 1200 le aziende italiane presenti, un numero lievitato negli ultimi anni, tanto da richiedere l’occupazione due padiglioni (15 e 16). Un interesse dovuto non solo al ruolo di primo piano che il mercato tedesco svolge nell’ambito dell’export italiano, ma anche al fatto che Prowein accoglie solo operatori professionali – niente pubblico - assicurando così eccellenti condizioni per fare buoni affari: un aspetto che piace molto alle aziende italiane.

L'OPINIONE DEI PRODUTTORI
Ecco i pareri che abbiamo raccolto, azzardando un raffronto con l’appuntamento di Verona. Piero Mastroberardino è rimasto impressionato da come tutto funzioni alla perfezione a Prowein “Un’impressione eccellente” ci racconta “sia per la logistica che per l’organizzazione. È un ambiente molto professionale e particolarmente adatto al business dove però la programmazione degli appuntamenti e degli incontri è fondamentale. Alcuni importatori li vedrò anche a Verona, altri diserteranno l’appuntamento. Quest’anno, tenendo conto anche di Vinexpo a Bordeaux e in misura diversa di Expo, c’è un eccesso di appuntamenti”. Anche Alberto Tasca (Tasca d’Almerita) condivide il giudizio sull’efficienza organizzativa e logistica di Prowein “Tutto fila liscio e si lavora in modo ordinato e proficuo in spazi comodi dove chi viene è interessato a intessere o a consolidare i rapporti. Si viene pure per assaggiare le nuove annate, ma non c’è quella pressione che si riscontra a Verona”. Sempre secondo l’imprenditore siciliano “ètroppo presto per dire come andrà Vinitaly: è un eccellente esempio di made in Italy, ma con dei limiti strutturali che tutti conosciamo”. Vittoria Cisonno, direttore MTV Puglia, ha raccolto il parere positivo di molti suoi associati: si sta tornando al Prowein di anni fa con gli importatori in prima fila, ma lamenta anche disservizi come “code indecenti alla fine della fiera, impennata delle tariffe alberghiere e ristoranti poco disponibili”. Sandro Gini, dell’omonima azienda di Monteforte d’Alpone, è il primo anno che partecipa a Prowein: “Il mio bilancio è in attivo”ci dice “porto a casa dei contatti interessanti soprattutto per il Nord Europa, dall’Irlanda alla Scandinavia: d’altra parte la Germania per me non rappresenta un grande mercato perché i prezzi del mio Soave sono più elevati della media”. Fabio Zardetto, titolare dell’omonima azienda di Conegliano che partecipa a Prowein già da sei anni, parla invece di una “visibile flessione delle presenze nei padiglioni italiani: trovo un’atmosfera sottotono rispetto a quella più effervescente che si respirava negli spazi di Spagna, Germania e Francia. Forse c’è da registrare, almeno per il Prosecco, un certo calo di interesse a causa dell’eccesso di offerta e ai prezzi bassi che hanno aumentato i volumi, ma non la qualità. Un strategia che a lungo termine si ritorcerà contro il prodotto. Quanto a Vinitaly, le scadenze troppo ravvicinate impegnano troppo gli operatori che dovrebbero rimanere fuori quasi due settimane”. Il vicepresidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, Francesco Ripaccioli, dopo aver evidenziato l’ambiente molto professionale di Prowein dice che “è andata molto bene, ma è una fiera che per ottenere dei risultati va preparata attentamente e per tempo. L’interesse nei confronti del Brunello, grazie anche all’annata 2010, è sempre crescente. Qui a Düsseldorf si vede tutto il mondo” osserva“molti operatori salteranno il Vinitaly, mentre aspettiamo gli americani che forse preferiranno Verona. Certo due fiere così vicine impongono delle scelte drastiche agli operatori”. Giudizio favorevole anche per Raffale Boscaini (Masi Agricola) “È andato tutto molto bene nel senso che qui si riesce a fare tutto in orario e gli operatori sono qui solo per fare business. In giro si avverte positività specialmente nell’area legata al dollaro perché è come se acquistassero con il 20% di sconto. Alcuni operatori li vedrò anche a Verona mentre altri sono già ritornati a casa, visto che Prowein è diventato un punto di riferimento anche per molti Paesi extraeuropei. È possibile che Vinitaly risulterà un po’ penalizzata perché quest’anno cadrà tra Prowein e Vinexpo di Bordeaux”. Alberto Mazzoni, presidente dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, sostiene di tornare a casa “moderatamente soddisfatti, con qualche nuovo contatto e la fidelizzazione dei clienti già acquisiti: Prowein è destinata ancora a crescere perché ha puntato sul modulo business. Intanto registriamo una novità che ci fa ben sperare nel futuro: un crescente interesse per i bianchi da parte di molti operatori, soprattutto stranieri”. Per la terra del Verdicchio sarebbe manna dal cielo.

LE ASPETTATIVE DI VINITALY
Che l’incoming sia una delle strategie vincenti è molto chiaro anche per Veronafiere. “Aspettiamo operatori specializzati da più di 120 nazioni del mondo e quest’anno, per favorire l’arrivo di buyer dall’estero, abbiamo aumentato del 34% gli investimenti per le attività di incomingha spiegato Ettore Riello, presidentedi Veronafieredurante la conferenza stampa di presentazione “Questo Vinitaly è fortemente orientato all’incontro con delegazioni e missioni commerciali provenienti sia da mercati maturi, sia da aree in forte potenziale”. Non si temono certo i numeri: i visitatori non sono mai mancati. Al massimo ci si chiede se verranno anche i tedeschi, a poche ore di distanza da Verona, ma dopo pochi giorni dal loro evento vitivinicolo nazionale. A tal proposito Veronafiere – dopo l’accordo con Trenitalia e Meridiana - scommette sull’accordo con le Ferrovie Tedesche(DB) che prevede tariffe speciali, oltre al potenziamento del numero delle carrozze dei treni e cinque collegamenti in andata e cinque in ritorno ogni giorno da Monaco di Baviera. Così, come ogni anno, i 150 mila visitatori dovrebbero essere assicurati. Ma quanti saranno i professionisti? Se ci fosse qualche appassionato in meno, forse si potrebbe incontrare con tranquillità qualche buyer in più. Domenica prossima si inizia, ancora una volta. A dopo le valutazioni.

LA SCELTA CONTROCORRENTE: SALTARE VINITALY
La Carlo Pellegrino di Marsala ha partecipato a Prowein nello spazio collettivo della Regione Sicilia e lo stesso farà a Vinexpo mentre non parteciperà a Vinitaly. Emilio Ridolfi, direttore commerciale dell’azienda, ci racconta il perché: “Dopo 27 anni di ininterrotta partecipazione al Vinitaly, 4 anni fa abbiamo deciso di smettere. Ormai la fiera è diventata un appuntamento nazionale, un enorme wine bar per le pubbliche relazioni che richiedeva un impegno economico sempre più gravoso: 140 metri quadri di stand, e 12 persone per una spesa complessiva (allestimento, alberghi, ristoranti, rimborsi spese, ecc.) di oltre 84.000 euro. Una somma ingente che sostanzialmente serviva per vedere circa l’85% di operatori nazionali. Adesso, non partecipare, è diventata una scelta consolidata e per di più sotto controllo: infatti la percentuale di fatturato in Italia (63%) non ha subìto variazioni: dal 2011, è sempre la stessa. In compenso con i soldi risparmiati abbiamo deciso di intensificare la partecipazione ad altre manifestazioni, dal Merano Wine Festival a Vino Vip e ad altre ancora compreso l’Expo dove parteciperemo nell’ambito del Cluster Bio Mediterrane”.

a cura di Andrea Gabbrielli
foto: Messe Dusseldorf

Questo articolo è uscito sul nostro settimanale Tre Bicchieri del 19 marzo.
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