Nasce l'Osservatorio del vino: una nuova lente sui mercati

11 Dic 2015, 10:00 | a cura di

Uiv, Ismea e Sda Bocconi puntano a diventare un riferimento economico e istituzionale che colmerà un gap di informazione nel settore. Wine Monitor sarà partner tecnico. La novità si chiama on-trade tracking.


L'Osservatorio: la squadra e gli obiettivi

È da tempo che l'Unione italiana vini lavora all'idea di un Osservatorio del vino. Idea che si fa concreta in questo 2015, grazie alla partecipazione di partner istituzionali e universitari come Ismea, Wine management lab di Sda Bocconi, con la collaborazione tecnica di Wine Monitor-Nomisma. Una squadra allargata che dovrebbe riuscire nell'intento principale: diventare il primo e unico punto di riferimento istituzionale per la raccolta, l'analisi, il commento e la diffusione di dati statistici del settore. Uno strumento per le aziende, quindi, basato sull'esperienza dei soggetti coinvolti, che vorrà essere un sostegno concreto alla competitività. Un modo per “colmare”, come ha detto il presidente Uiv, Domenico Zoninuna lacuna in uno dei settori d'eccellenza del made in Italy. Questa iniziativa inedita per il nostro Paese vuole anche offrire alle istituzioni un quadro aggiornato del mercato, indispensabile per le scelte normative e strategiche”.

 

I dati del mercato interno

L'Osservatorio fornirà a imprese e istituzioni tutta una serie di informazioni, dai dati vendemmiali al quelli sulla produzione italiana, dai prezzi all'origine a quelli al consumo (distinti per denominazione, canali distributivi, tipologie, aree geografiche), alle analisi delle vendite sui mercati internazionali, sulle abitudini d'acquisto nel mercato italiano e relativamente al consumo fuori casa. Si chiama infatti “On-trade tracking” uno dei servizi offerti e sviluppati da Nomisma Wine Monitor sul mercato interno, che parte da un presupposto: non esistono ad oggi statistiche ufficiali (o attendibili) sulle vendite di vino al di fuori del canale off-trade (grande distribuzione, negozi specializzati, etc.) anche perché il sistema italiano del consumo fuori casa è polverizzato e suddiviso in una pluralità di format e punti vendita (ristoranti, pizzerie, enoteche, wine bar, hotel, imprese di catering). “Si è deciso di partire dal mercato interno, proprio su richiesta delle stesse associate, sia cooperative sia private”, sottolinea il segretario generale Uiv, Paolo Castellettiperché nessuna di queste ha intenzione di abbandonare l'Italia che, voglio ricordare, vale il 50% delle vendite”. Quindi un canale estremamente strategico, dal momento che si stima incida per il 34% sui volumi delle vendite di vino in Italia.

 

Il ruolo delle cantine

Per il momento, sono circa 50 le cantine che fanno parte dell'Ov e che rappresentano un fatturato di 1,8 miliardi di euro, quasi il 20% dell'aggregato di settore. Le imprese metteranno a disposizione con cadenza trimestrale i propri dati commerciali, che saranno elaborati da Wine Monitor per poi essere restituiti alle stesse aziende, in forma aggregata e a pagamento. Una parte, invece, sarà a disposizione di tutti gli aderenti a Uiv e sarà messa a servizio dei media in forma gratuita. Le primissime elaborazioni nel segmento del “fuori-casa” indicano, ad esempio, una crescita di vendite nel terzo trimestre 2015: +3,1% in volume e +2,3% in valore sul 2014; con il Prosecco che sostiene la progressione nell'on-trade italiano, in un mercato che complessivamente in 10 anni ha perso oltre il 30% in volume.

 

I canali di comunicazione e gli sviluppi futuri

I dati forniti dall'Osservatorio avranno cadenza mensile. La comunicazione sarà affidata a una newsletter quindicinale (Focus wine), destinata a media, imprese e stakeholder, che in casi straordinari si trasformerà in Focus wine express. Una sezione del sito di Uiv, a partire da febbraio, sarà dedicata all'Osservatorio (che ha il suo logo). Ma non c'è solo Italia tra gli obiettivi: sul fronte delle survey sui consumatori ci si aprirà presto anche a Usa, Canada e ad alcuni Paesi Ue. Tutte le ricerche saranno incluse in una grande banca dati, accessibile on line agli operatori dell'informazione con sezioni riservate alle imprese partecipanti. “Avremo a disposizione numeri veri, attendibili e strategici per aziende ma anche per le istituzioni”, sottolinea ancora Castelletti, ricordando che i vantaggi saranno non solo economici: “Potremo sederci ai tavoli di Bruxelles coi rappresentanti della Commissione Ue a discutere di strategie future sul vino disponendo di numeri attuali e incontestabili. È davvero un passo avanti”.

 

I partecipanti all'Osservatorio

L'idea dell'Osservatorio nasce sulla scia della collaborazione quasi ventennale tra Uiv e Ismea nel rilevamento e analisi di alcuni dati del settore. Ed è di due anni e mezzo fa, a febbraio 2013, uno dei primi tentativi in questo senso. L'Osservatorio si compone di tre anime: le aziende associate a Uiv (oltre 50% del fatturato nazionale di settore e l'85% dell'export), il mondo della ricerca rappresentato da Ismea (e Wine Monitor), il mondo accademico e del marketing col Wine management Lab di Sda Bocconi, coordinato dal professor Andrea Rea a cui spetterà il compito di orientamento strategico in funzione del marketing: “Vogliamo fornire alle aziende informazioni affidabili che ad oggi sul vino italiano non sono disponibili in maniera sistematica” spiega Rea “e ritengo che una buona base informativa sia presupposto essenziale per poter interpretare le dinamiche dei mercati, per crescere e migliorare la competitività, agendo su strategie di marketing”.

 

L'andamento del settore

Il settore vino sta attraversando un momento complessivamente positivo sui mercati, come ha fatto notare Fabio Del Bravo (Ismea): “Al momento è quello che dimostra il maggior grado di vitalità, anche in funzione di una propensione all'estero molto più elevata rispetto agli altri settori dell’agroalimentare”. Il buono stato di salute è confermato anche dall'indice sul clima di fiducia, che per l'industria vinicola si è attestato nel terzo trimestre 2015 a +12,7 (-100 +100 è la forbice di variazione) rispetto al -9 registrato del terzo trimestre 2014; e per le aziende vitivinicole è di 18,9 contro -1,1 del terzo trimestre 2014. “Il vino si conferma la punta di diamante del nostro agroalimentare” ha detto Raffaele Borriello, direttore generale Ismea tornando sulle previsioni di fine anno: “L'export 2015 potrebbe raggiungere un risultato record di 5,5 miliardi di euro, mettendo a segno un aumento di circa il 7% sul dato 2014”.

 

Le fonti dell'Osservatorio

Le fonti dell’Osservatorio saranno i dati trasmessi delle aziende, fonti ufficiali (Istat, Agenzia Dogane, Commissione Ue, Eurostat, Monopoli di Stato, Oiv, ecc.); fonti internazionali come agenzie private di analisi tra cui Global Trade Atlas, Wine intelligence, Pwsr, etc.). A un comitato scientifico spetterà il compito indirizzare le attività di ricerca. Si punta ovviamente ad allargare la platea anche a cantine medio piccole. Questo anche grazie a costi di adesione al servizio sostenibili. Non ci si dovrebbe discostare troppo da una stima di 1.500 euro, ma la cifra potrebbe essere modulata a seconda della dimensione aziendale.

 

Il comitato scientifico dell'Ov

Presidente: Domenico Zonin - presidente Uiv. Componenti: Paolo Castelletti – segretario generale Uiv; Ettore Nicoletto – coordinatore “Tavolo osservatorio” Uiv. Raffaele Borriello – direttore generale Ismea; Fabio Del Bravo – dirigente Ismea; Andrea Rea – responsabile Wine management Lab Sda Bocconi; Roberta De Sanctis - Wine management Lab. Coordinamento: Giulio Somma – responsabile comunicazione Uiv. Segreteria: Sofia Cambereri – Uiv. Staff di Ricerca: Ismea: Tiziana Sarnari – Francesca Monduzzi – Enrica Ruggeri; Wine monitor: Denis Pantini – Silvia Zucconi – Stefano Baldi.

 

a cura di Gianluca Atzeni

 

 

Questo articolo è uscito sul nostro settimanale Tre Bicchieri del 10 dicembre

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