Le potenzialità del vino nel marketing territoriale e nella cultura

7 Giu 2016, 13:00 | a cura di

Nascita di Fondazioni, interventi di restauro, rivalutazione di siti archeologici, investimenti sui territori. Così il vino si sta ritagliando un posto di rispetto nella vita collettiva. Le case history in Italia

Nel mondo del vino “fare sistema” è uno dei mantra più citati e abusati del settore. Se ne parla tanto, forse sin troppo, ma gli esempi di come si possa interagire in modo originale e vantaggioso, per e con il proprio territorio, sono numerosi.

 

Montepulciano

Un modello emblematico è quello di Montepulciano, in provincia di Siena, dove da qualche anno è attiva un’alleanza tra il presidente del Consorzio del Vino Nobile, a quel tempo Federico Carletti, e il sindaco della città poliziana, Andrea Rossi. “Non si può scindere la promozione del vino da quella del territorio in cui viene prodotto, ricco di storia, arte e cultura”,spiega Paolo Solini, coordinatore del Consorzio del Vino Nobile. “Si tratta di un concetto ormai noto, che però qui da noi trova un’applicazione reale e quotidiana”.

Il Vino Nobile, infatti, è capace di muovere il 70% dell’economia complessiva della zona e ogni anno nel comune della provincia di Siena arrivano 250 mila turisti, tra i quali l’interesse per il vino è in aumento, come dimostrano sia l’incremento delle richieste di degustazioni e di visite guidate alle cantine, sia il numero di bottiglie direttamente vendute in azienda (quasi 1,2 milioni, pari all’11% del totale). Per raggiungere l’obiettivo di far conoscere sempre più Montepulciano e il suo vino, l’alleanza prevede che il Sindaco partecipi alle sedute del cda del Consorzio. Il presidente del Consorzio, a sua volta, ha un ruolo fondamentale in tutte le fasi programmatiche delle diverse attività promozionali della città. “È importante comprendere” continua il sindaco Rossiche se il Consorzio promuove un evento in cui porta il nome e l’immagine del Nobile in giro per il mondo, la ricaduta a livello di immagine riguarda tutto il territorio”.

Nei tre principali eventi organizzati a Montepulciano nel corso dell’anno, ovvero il Cantiere d’Arte (una delle più prestigiose rassegne musicali del Belpaese, che ospita artisti di rilievo internazionale), il Bruscello (tradizionale kermesse che affonda le sue radici nella storia contadina della Toscana), e il Bravìo delle Botti (appassionate gara-spettacolo tra le contrade, che si svolge tra le strette vie della città, in grado di richiamare ogni anno migliaia di turisti), il Comune e il Consorzio operano come ente unico, dotato di un protocollo di azione ormai collaudato, al quale fanno capo tutte le associazioni locali. La case history di Montepulciano dimostra come il vino sia capace di portare vantaggi e benefici all’economia dell’intera comunità locale. Un circolo virtuoso che funziona a patto che i soggetti pubblici e privati dialoghino costantemente e quindi facciano sistema.

 

Montefalco

In Umbria, a Montefalco, terra del Sagrantino, il rapporto col territorio passa attraverso la valorizzazione e la conservazione dei beni artistici del Comune. Infatti, il Consorzio tutela vini Montefalco, insieme ad altri enti, è stato tra i promotori/finanziatori dell’intervento sulla preziosa pala della Madonna della Cintola, che il giovane Benozzo Gozzoli dipinse a tempera e oro nel 1450. L’opera, custodita per 200 anni nella Pinacoteca Vaticana, è stata restituita alla città alla fine di un restauro durato 4 mesi e costato complessivamente 60 mila euro. L’intervento è stato reso possibile grazie all’inserimento del progetto, tra le attività di promozione del Consorzio tutela vini Montefalco. “Già da un paio d’anni siamo impegnati in progetti finalizzati ad accrescere il valore storico e culturale della realtà montefalchese, come l’acquisto di una lettera di Benozzo Gozzoli, voluto dal Comune di Montefalco” racconta Amilcare Pambuffetti, presidente del Consorzio: “Sono azioni concrete di valorizzazione del patrimonio culturale di Montefalco, attraverso finanziamenti mecenatistici, che costituiscono per il Consorzio e i nostri produttori un atto dovuto alla valorizzazione di un territorio che rende unico il nostro Sagrantino”.

 

Chianti Classico

Uno dei primi esempi, nel settore vinicolo di attenzione al patrimonio storico, artistico e culturale è stata la Fondazione per la tutela del territorio del Chianti Classico onlus, voluta e creata nel 1991 dall’attuale Consorzio Vino Chianti Classico, che tuttora la supporta anche finanziariamente. Nel 1995, dopo aver acquistato il Convento di Santa Maria al Prato a Radda in Chianti, la Fondazione ha curato il restauro conservativo della struttura, destinata a centro culturale con spazi per la formazione e per la realizzazione di esposizioni. “La nostra Fondazione” dice la presidente Tessa Capponi Borawska si confronta con le istituzioni locali e presenta le proprie osservazioni in merito ai piani regolatori o ai progetti che a suo giudizio possono costituire un elemento critico per il territorio chiantigiano”. Quest’anno, insieme al socio fondatore Consorzio Vino Chianti Classico, ha collaborato con l’Accademia Chigiana alla realizzazione di due concerti che si terranno il 20 luglio (Convento di Radda in Chianti) e il 28 luglio (Chiesa di San Leolino, a Panzano in Chianti). Inoltre, in occasione del Trecentesimo anniversario del bando di Cosimo de’ Medici, ha allestito una mostra che ripercorrerà gli ultimi tre secoli di storia del Chianti e del suo paesaggio.

Attualmente, la Fondazione è stata ufficialmente incaricata dal Consorzio di presentare la candidatura del territorio alla Tentative list dell’Unesco: “Sarà un lavoro che vedrà la partecipazione di tutti gli abitanti e delle istituzioni. Proprio in questi giorni stiamo mettendo a punto i primi dettagli tecnici e giuridici per avviare l’iter”. Conclude Tessa Capponi: “Noi diamo voce a chi ama questo territorio e a chi vive e lavora al suo interno. Per questo stiamo lavorando a progetti che possano realisticamente offrire la possibilità di valorizzare il Chianti a beneficio di tutti”.

 

Brunello di Montalcino

Sulla scia del Chianti Classico, a Montalcino da qualche mese è nata la Fondazione Territoriale Brunello di Montalcino, che si occuperà di sostenere finanziariamente progetti turistici, di recupero e restauro di beni artistici e culturali, ma anche di sociale e di integrazione. “Crediamo nel ruolo del Consorzio come forza economica che deve essere parte attiva dello sviluppo del territorio”, ci spiega il vicepresidente Bernardo Losappio. Le risorse della Fondazione da destinare al territorio verranno dal contributo volontario dei produttori, quantificabile in 1-2 centesimi a bottiglia, o meglio a “fascetta”, che, secondo le prime stime, consentirebbe di ottenere un budget iniziale di 150-200 mila euro all’anno. “Il nostro è un modello innovativo” dice il presidente uscente Fabrizio Bindocciperché il valore aggiunto creato da Brunello rimane sul territorio e lo fa crescere”.

Pur essendo espressione del Consorzio, la Fondazione avrà una gestione autonoma. Tra i sette consiglieri, cinque indicati dal Consorzio e uno dal sindaco di Montalcino, anch’esso membro del cda, scelto tra le realtà rappresentative del mondo imprenditoriale. Tra le ultime iniziative annunciate dal Consorzio per il territorio, la mappatura dei 24 mila ettari montalcinesi per creare una banca dati da mettere a disposizione di produttori e operatori turistici.

 

Selinunte

In Sicilia, il caso delle Cantine Settesoli, che volevano sponsorizzare e raccogliere fondi per il malandato Parco archeologico di Selinunte, è dovuto diventare un caso nazionale, prima di essere risolto positivamente. Tutto nasce da un progetto denominato Settesoli sostiene Selinunte, lanciato dall’omonima cantina, che prevedeva di finanziare i restauri e avviare una campagna di promozione e raccolta fondi in favore del sito archeologico. L’idea era di aiutare i Beni Culturali e lo sviluppo turistico del territorio, attraverso attività di marketing aziendali, con l’attivo coinvolgimento dei consumatori. Il vuoto burocratico che di fatto rendeva impossibile a un privato versare dei soldi per curare la manutenzione è durato a lungo. Poi, alla fine, è stata trovata la quadra e lo scorso 11 febbraio il contratto è stato firmato. “Abbiamo battuto difficoltà burocratiche” ha detto Vito Varvaro, presidente delle Cantine Settesoli “e dopo più di un anno di lavoro siamo riusciti a firmare un contratto in cui un privato aiuta lo Stato e i Beni Culturali. Spero questo apra le porte ad altri accordi che aiutino la manutenzione dei tanti beni culturali della Sicilia e lo sviluppo turistico". Sin da subito sono iniziati i lavori per l’illuminazione della fortificazione est dell’Acropoli di Selinunte. Poi sarà la volta del fundraising con l’obiettivo di raccogliere 500 mila euro per i restauri e per lanciare il sito di Selinunte e il territorio, come meta obbligata per i turisti che visitano la regione.

 

Parco della Valle dei Templi

Sempre in Sicilia, un altro progetto di valorizzazione del territorio vede accomunati vino e archeologia. Riprendere le coltivazioni nelle aree demaniali del Parco della Valle dei Templi ad Agrigento e, in particolare, rilanciare l’immagine produttiva del vigneto storico posto sotto il tempio di Giunone è l’obiettivo del Progetto Diodoros, lanciato dall’Autorità del Parco della Valle, in collaborazione con la società cooperativa CVA di Canicattì. Fin dalla stipula dell’accordo nel 2011” raccontano il presidente Giovanni Greco e l’enologo Tonino Guzzo “siamo stati accomunati dalla stessa idea: vino e archeologia concorrono a fare grande un territorio. Un orizzonte condiviso che ha dato vita a un progetto dal grande valore simbolico in quanto costituisce un valido esempio di mantenimento e sostenibilità ambientale di un paesaggio immerso in un contesto unico e di grande valore”. Le modalità possono essere diverse, ma l’idea di rinvestire nel territorio valorizzandolo e rendendolo sempre più fruibile e ricco è una sola e vincente per tutti.

 

La Fondazione Bertarelli e la Toscana. L’esempio dei privati

La Fondazione Bertarelli è stata fondata nel 2009 da Maria Iris Bertarelli e da suo fratello Claudio Tipa, noto imprenditore vitivinicolo. “È nata come Fondazione Montecucco, con l’obiettivo di promuovere e valorizzare il territorio del Comune di Cinigiano e della provincia di Grosseto”spiega Tipa “perché allora coincideva con i nostri interessi territoriali, insistendovi l’azienda vinicola Colle Massari. Dopo l’acquisizione del podere Grattamacco a Bolgheri e della Fattoria Poggio di Sotto a Castelnuovo dell’Abate, abbiamo deciso di ribattezzarla Fondazione Bertarelli per occuparci più in generale di progetti sociali e culturali legati anche al territorio di Montalcino e della Toscana”. La Fondazione sostiene le ricerche vitivinicole dell’Università di Pisa, la riqualificazione del centro storico di Poggi del Sasso, frazione di Cinigiano, l’organizzazione dei convegni di architettura al Monastero di Siloe, le attività archeologiche in località Case Nuove, il risanamento conservativo, iniziato nel 2013, del complesso monastico monumentale della Chiesa di Sant’Agostino a Montalcino e l'organizzazione del prestigioso Amiata Piano Festival, che si svolge nella Bertarelli Concert Hall, situata in prossimità della cantina di Colle Massari.

 

a cura di Andrea Gabbrielli

 

Questo articolo è uscito sul nostro settimanale Tre Bicchieri del 1 giugno

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