Consumi di vino: toccato il fondo finalmente si migliora? Un'analisi

14 Giu 2016, 09:07 | a cura di

Dopo un crollo durato 40 anni, si notano timidi segnali di ripresa, ma i consumatori abituali sono sempre piรน anziani e crescono quelli saltuari. Nel complesso, il mercato interno resta asfittico. E per non costringere le imprese a una disperata corsa allโ€™export servono strategie e determinazione

Grazie a condizioni metereologiche particolarmente favorevoli, l'Italia ha ripreso il posto di primo produttore mondiale di vino in quantitร  con quasi 50 milioni di ettolitri, spodestando cosรฌ la Francia, il cui vino, perรฒ, vale quasi il doppio di quello italiano, che nel 2015 si รจ attestato sui 9,7 miliardi di euro (+3%). Merito soprattutto alla performance delle esportazioni, favorite da un euro debole, che hanno raggiunto la quota record di 5,4 miliardi, con un aumento del 5% sul 2014. Se, tuttavia, da una parte si festeggiano i successi del sistema vitivinicolo italiano, cresciuto esponenzialmente sia in qualitร  sia in valore, dopo il picco negativo dello scandalo del metanolo nel 1986, dallโ€™altra emerge in tutta evidenza il problema dei consumi interni.

 

Il collasso dei consumi interni e il resto del mondo

Questi ultimi, infatti, a partire dagli anni Settanta sono letteralmente collassati nellโ€™Europa mediterranea. E per lโ€™Italia la contrazione in quantitร  รจ stata dellโ€™ordine del 70%, da 120 a 36 litri pro-capite a testa. Il rapporto Istat 2016 Lโ€™uso e lโ€™abuso di alcol in Italia riporta che dal 2005 al 2015 la percentuale di persone che consumano bevande alcoliche รจ calata di oltre 5 punti (dal 69,7 al 64,5%), peraltro con un rilevante spostamento dal consumo giornaliero a quello occasionale.

Con una popolazione stagnante e in rapido invecchiamento, con il consumo quotidiano in forte contrazione e quello saltuario sempre piรน diffuso, ciรฒ si รจ tramutato in un parallelo tracollo dei consumi domestici totali, che ha costretto le nostre aziende vitivinicole a cercare disperatamente di esportare i propri prodotti per non vedere riempito a dismisura il magazzino e per non vedere posticipato a tempo indefinito lโ€™incasso. Francia e Spagna versano in condizioni simili. Nei Paesi del Nord Europa e del Nuovo Mondo, invece, i consumi pro-capite di vino sono in crescita e il potere d'acquisto in molti casi superiore al nostro.

 

Il ritardo dei pagamenti

La ricerca di importatori stranieri รจ, dunque, divenuta una via obbligata per quasi tutti i produttori, complice il drammatico ritardo dei pagamenti da parte dei distributori e rivenditori italiani, che ha assunto le dimensioni di unโ€™autentica emergenza, come evidenziato nell'ultimo rapporto (marzo 2016) sulle abitudini di pagamento in Italia nel settore food & beverage di Cribis-D&B. Secondo lo studio, sono ancora troppo pochi i pagatori puntuali: l'Ho.Re.Ca. resta ancora la maglia nera, con solo il 15% degli operatori che rispetta i tempi richiesti dalla legge, ma anche negli altri comparti del food&beverage la percentuale di puntualitร  non supera mai il 24,8%, mentre la situazione rispetto agli anni scorsi si รจ notevolmente aggravata.

 

I problemi per il nostro sistema produttivo

Qual รจ il problema in tutto ciรฒ? Ve ne sono svariati. Il primo รจ, appunto, che se i consumi interni continueranno a contrarsi i nostri viticoltori dovranno cercare di esportare quote sempre crescenti della propria produzione, in un circolo vizioso del quale non si vede la fine: un cane che si morde la coda.

Il secondo รจ che la via dellโ€™esportazione รจ praticabile soprattutto per i grandi produttori che hanno le risorse finanziarie e le competenze manageriali necessarie a internazionalizzarsi, mentre i piccoli incontrano enormi difficoltร  ad aprirsi ai mercati esteri e, se ci riescono, finiscono spesso โ€“ visti i volumi ridotti โ€“ ad affidarsi a un unico grande importatore, col rischio di essere โ€œpresi per il colloโ€ se altri concorrenti iniziano una distruttiva guerra dei prezzi.

Il terzo รจ che รจ piรน facile crescere quando i consumi domestici aumentano: i Paesi che negli ultimi quarantโ€™anni hanno visto aumentare i consumi interni hanno registrato anche un incremento della produzione (ad esempio i Paesi del Nuovo Mondo). Piuttosto logico e per nulla sorprendente, dirร  qualcuno.

Il quarto, infine, รจ che il viticoltore, per aumentare le vendite, finisce spesso per adattare il proprio vino ai gusti del compratore. Si corre cosรฌ il rischio di snaturare i nostri prodotti adeguandoli, ad esempio, ai gusti degli americani che, come รจ noto, preferiscono vini fruttati, con maggiore residuo zuccherino e un marcato uso del legno. Una filosofia molto diversa dalla nostra. La rispettiamo, ma non necessariamente la condividiamo.

 

Segnali di ripresa

Alla luce di queste considerazioni appare evidente la necessitร  di arrestare il crollo dei consumi domestici. Su questo fronte si intravedono finalmente timidi segnali ripresa: la stima Oiv dei consumi italiani di vino del 2015 รจ tornata in positivo con un +0,3%, mentre i dati Iri Infoscan Census certificano per lo stesso anno un aumento delle vendite nel canale Gdo (che veicola circa il 66% degli acquisti di vino nel complesso) sia a volume sia a valore. Segnali incoraggianti, ma รจ presto per poter parlare di inversione di tendenza e troppo poco se guardiamo al tracollo dellโ€™ultimo mezzo secolo. Senza considerare che il Paese continua ad invecchiare e i giovani a sostituire il vino con altre bevande alcoliche.

 

Le possibili soluzioni

Attualmente lโ€™apprendimento delle tecniche di degustazione, delle aree vitivinicole piรน pregiate e delle tecniche di abbinamento cibo-vino avviene su base volontaria da parte di chi decide di tasca propria di seguire dei corsi di sommelier, senza alcun ruolo o contributo da parte dello Stato. Manca una strategia nazionale, come richiesto a gran voce dalle organizzazioni di categoria. Il presidente di Federvini, Sandro Boscaini, ha recentemente sottolineato la necessitร  di attivare corsi di avvicinamento al vino negli ultimi anni delle scuole superiori per educare il palato dei giovani e affinarne i gusti. Nulla di piรน condivisibile: รจ parte del nostro patrimonio culturale e un investimento una tantum che produce effetti perpetui sulla qualitร  del vino consumato e sulla disponibilitร  a pagare dei consumatori.

I corsi andrebbero, ovviamente, corredati da un modulo sui danni da abuso di alcool per insegnare a degustare consapevolmente. Tutto ciรฒ richiede un impegno organizzativo ed economico forte da parte delle pubbliche autoritร , nella consapevolezza che, di tutti i Paesi Ocse, lโ€™Italia รจ quello che ha minori danni riconducibili ad abuso di alcool, nonostante la totale assenza di campagne di informazione e prevenzione. Tra il 2010 e il 2015, la Francia รจ riuscita a invertire la tendenza allโ€™aumento dei non bevitori di vino promuovendo tra i giovani fino ai 24 anni un consumo moderato e consapevole. Il consumatore va educato, non ostacolato. รˆ giunto il momento di rimboccarsi le maniche.

 

I benefici del consumo moderato e le conseguenze dell'abuso

La letteratura scientifica ha dimostrato come il consumo moderato di alcool produca una serie di effetti benefici sulla salute psico-fisica delle persone, mentre lโ€™abuso โ€“ inteso come lโ€™assunzione di piรน di 2 unitร  alcoliche al giorno o addirittura lโ€™assunzione compulsiva nel fine settimana con lโ€™obiettivo di perdere il controllo โ€“ una serie di danni a sรฉ ed agli altri. Le conseguenze nocive dellโ€™alcol non derivano solamente dallโ€™assunzione di quantitร  troppo elevate, ma anche dalle modalitร  di consumo (consumo giornaliero moderato o binge drinking).

Lโ€™abuso di alcol รจ responsabile del 4,5% delle malattie e degli incidenti e provoca ogni anno circa 2,5 milioni di decessi โ€“ circa il 4% del totale mondiale, piรน di malattie come lโ€™Hiv/Aids e la tubercolosi โ€“ risultando cosรฌ una delle prime cause di morte soprattutto per i giovani e gli uomini (fonte Oms). I danni causati allโ€™organismo sono tutti provocati attraverso tre meccanismi: effetti tossici di lungo periodo su organi interni e tessuti; intossicazione di breve periodo; dipendenza. Gli effetti sono, poi, ancora piรน nocivi quando lโ€™alcol รจ prodotto in casa, di provenienza illegale o comunque al di fuori dei controlli governativi, che secondo alcune stime riguarda quasi il 30% del totale. In generale, le conseguenze negative possono riguardare il consumatore (self-regarding), i soggetti terzi (other-regarding), entrambi e la societร  nel suo complesso.

 

 

a cura di Stefano Castriota

 

 

Questo articolo รจ uscito sul nostro settimanale Tre Bicchieri del 9 giugno

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