Montepulciano. Un vino Nobile da 50 anni

7 Ott 2016, 15:30 | a cura di

Ecco come nacque il โ€œmodello Montepulcianoโ€ destinato a fare scuola: parlano i protagonisti di questo mezzo secolo, tra cui l'ex vicepresidente del Consorzio Elena Contucci, una delle prime donne del vino in Italia. Ma oggi si punta sulle nuove generazioni.

Nel 1966, quando il Presidente Giuseppe Saragat firmรฒ il decreto che sanciva la nascita della Doc Vino Nobile di Montepulciano, il mondo era molto diverso da come lo conosciamo oggi: lโ€™Urss esisteva ancora e gli Usa bombardavano il Vietnam del Nord;Simon and Garfunkel avevano da poco inciso lโ€™album The Sounds of Silencee lโ€™Arno straripato aveva devastato Firenze. Il vino italiano era alle prese con una novitร  nata appena 3 anni prima, la legge sulle Denominazioni di origine controllata (Dpr 930/63). Il Nobile, insieme ad altri dieci vini, aveva ottenuto il riconoscimento che stabiliva delle regole certe: una zona di produzione delimitata, un disciplinare con tutte le specifiche sulle varietร , sulle tecniche viticole ed enologiche ammesse, regole che garantivano lโ€™origine del vino ai consumatori. Ad aver compiuto 50 anni, quest'anno sono dieci denominazioni. Oltre al Nobile di Montepulciano, ci sono Vernaccia di San Gimignano (vedi Tre Bicchieri del 5 maggio; inserire link); Brunello di Montalcino (vedi Tre Bicchieri del 18 febbraio, inserire link); Est! Est!! Est!!! di Montefiascone; Ischia; Frascati; Bianco di Pitigliano; Brunello di Montalcino; Barbaresco; Barolo; Aprilia.

Prima della legge 930/63, il nome del Nobile, di fatto, poteva essere sfruttato impunemente, al di fuori di ogni controllo. Anche il Vino Nobile era molto diverso: basti pensare che le uve bianche potevano rappresentare il 20% dellโ€™uvaggio, mentre oggi possono raggiungere al massimo il 5%. E se, allora, le botti di castagno andavano per la maggiore, oggi รจ il rovere, in tutte le sue sfumature, a farla da padrone. Nonostante queste particolaritร , il vino di quegli anni, assaggiato adesso, mantiene un colore vivissimo e unโ€™invidiabile personalitร .

 

I primi anni

Appena un anno prima dellโ€™approvazione della Doc โ€“ nel 1965 โ€“ nove viticoltori di Montepulciano avevano costituito il Consorzio di tutela (presidente Adolfo Gamberucci), che aveva posto le basi per la collaborazione tra produttori, diventando un laboratorio per i primi tentativi di promozione collettiva del vino.

Elena Contucci, vicepresidente del Consorzio dal 1966 al 1969, รจ una delle prime donne del nostro Paese a essere stata eletta in una carica direttiva consortile: โ€œNon solo ero lโ€™unica donna nel Consiglio, ma ero puro molto giovane. Occuparsi di vino e di Consorzi, non era proprio usuale. Lโ€™atteggiamento inizialmente fu educato ma guardingo, poi arrivรฒ il rispetto. Fu una bella esperienza e una grande soddisfazioneโ€.

Elisabetta Fanetti, erede di due storici presidenti del Consorzio, Adamo Fanetti (1968-1978) e Giuseppe Fanetti (1978-1981), continua tuttora lโ€™attivitร  di famiglia. Di quegli anni ricorda le visite in cantina dei giornalisti Mario Soldati e Luigi Veronelli, di politici come Alcide De Gasperi e tanti attori tra cui Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi. โ€œHo iniziato a partecipare alle fiere quando avevo ventโ€™anni, ma ero terrorizzata perchรฉ ogni tanto arrivava qualcuno che mi faceva delle domande tecniche โ€“ quanti rimontaggi fate? - a cui non sapevo rispondere. E allora dicevo di passare dopo e nel frattempo telefonavo al babbo per chiedere spiegazioni. Oggi mia figlia lavora con me e sa rispondereโ€.

 

La burocrazia

Il Consorzio, nella metร  degli anni Settanta, contava solo una ventina di aziende associate, attualmente sono 75. Il Vino Nobile รจ anche una storia di tempi lunghi della burocrazia. โ€œBasti pensareโ€ racconta Alamanno Contucci, presidente (1995-2004) โ€œche le pratiche per ottenere la Docg, risalgono al 1978. Il decreto, firmato dal presidente Sandro Pertini, arrivรฒ nel 1980, ma ci vollero altri 3 anni per ottenere il contrassegno di Stato. Le prime bottiglie di Docg furono presentate nel marzo 1983โ€.

Nonostante la farraginositร  delle procedure, fu una grande soddisfazione dei poliziani battere in velocitร  Barolo, Barbaresco, Brunello e Chianti Classico, in attesa di presentare le prime bottiglie Docg.

โ€œIn quel periodo iniziammo seriamente a confrontarci con gli altri vini italiani importanti, a partire dai nostri cugini di Montalcinoโ€ dice Massimo Romeo, presidente del Consorzio dal 2004-2007. โ€œLa lunga presidenza di Contucci riuscรฌ a portare il Vino Nobile nella modernitร , affermando il principio che anche noi avevamo uno spazio autonomo alla pari degli altri vini toscani. Anche perchรฉ per il Vino Nobile cโ€™รจ sempre stato un perรฒโ€ฆโ€.

 

montepulciano

Il modello Montepulciano

Il โ€œmodello Montepulcianoโ€, che tanto caratterizza i rapporti tra istituzioni e mondo del vino poliziano, ha avuto origine alla fine degli anni Novanta quando i produttori, associati nel Consorzio, decisero di investire โ€“ era il 1997 โ€“ nella loro cittร , finanziando il restauro del Pozzo dei Grifi e dei Leoni oltre che del Palazzo del Capitano, entrambi in Piazza Grande. Fu lโ€™inizio di una collaborazione con il Comune che non รจ mai cessata e che ha permesso di arrivare a un altro importante investimento, come il restauro della Fortezza di Montepulciano, uno dei simboli della cittร . Piero Di Betto, sindaco di Montepulciano dal 1995 al 2004, ricorda che inizialmente i rapporti tra Comune e Consorzio, erano โ€œcosรฌ cosรฌ, quasi refrattariโ€, poi lentamente si fecero sempre piรน saldi.

Non solo con il finanziamento dei restauri, ma anche con il sostegno annualmente garantito dal Consorzio al Cantiere Internazionale dโ€™Arte, la rassegna di musica, balletto, prosa e anche attraverso lโ€™ospitalitร  agli inviati della stampa, nazionale e internazionale. โ€œAgli inizi del 2000, dopo aver ospitato lโ€™Anteprima del Vino Nobile nella Sala Comunale e nel Teatro Poliziano, il sodalizio รจ andato avantiโ€ ricorda Di Betto โ€œallโ€™insegna di una collaborazione sempre piรน stretta. Dโ€™altra parte il Vino Nobile รจ stato un importantissimo veicolo di conoscenza della cittร , della sua storia. Non solo ha valorizzato la nostra economia ma tutto lโ€™indotto sul territorioโ€.

Un modo di fare sistema molto concreto a partire dalla fase strategica: il sindaco partecipa alle sedute del consiglio del Consorzio del Nobile e il presidente del Consorzio ha un ruolo fondamentale in tutte le fasi programmatiche delle diverse attivitร  pubbliche (Brescello, Bravรฌo delle botti, ecc.). Cosรฌ, i due enti possono agire di concerto fin dalle fasi programmatiche di ogni evento. I lavori nella Fortezza, classificata centro espositivo europeo, sono terminati; nei suoi locali hanno trovato posto sia la nuova sede del Consorzio sia lโ€™Enoliteca. Per raggiungere il risultato e contribuire alle spese negli anni, i produttori hanno raccolto 350 mila euro. Ma giร  si parla di nuovi investimenti per ampliare i parcheggi e per rendere la Fortezza sempre piรน fruibile.

 

La sinergia vincente tra vino territorio

Federico Carletti, presidente del Consorzio dal 2008 al 2012, sostiene che โ€œnon si puรฒ scindere la promozione del vino da quella del territorio in cui viene prodotto. Per questo le nostre risorse vanno indirizzate nella valorizzazione della denominazione: dobbiamo continuare ad investire perchรฉ abbiamo dei margini di crescita molto ampi, a partire dallโ€™incremento del valore del nostro vinoโ€. Per il futuro, i produttori poliziani auspicano ci sia sempre piรน un rinnovamento di idee e di progetti per il Vino Nobile e per il Consorzio, favorito dallโ€™ingresso delle nuove generazioni. Magari nellโ€™ottica di risolvere un vecchio e mai dimenticato problema legato al nome del vino, che non favorisce l'immediatezza dell'identificazione - non solo all'estero - a causa della sinonimia tra la cittร  poliziana e il vitigno abruzzese. Chissร  se i nativi digitali sapranno trovare una soluzione che le vecchie generazioni non sono mai riusciti a risolvere. A cinquantโ€™anni, una ripartenza - anche sul nome- รจ sempre rivitalizzante. Vale, a maggior ragione, per il Vino Nobile di Montepulciano.

 

I numeri oggi

Il Vino Nobile di Montepulciano, secondo le stime del Consorzio, vale 500 milioni di euro. Oltre 200 milioni รจ il valore patrimoniale delle aziende agricole, 150 milioni circa quello dei vigneti (mediamente un ettaro vitato vale 150 mila euro) e 65 milioni di euro รจ il valore medio annuo della produzione vitivinicola. Un patrimonio che muove il 70% dellโ€™economia locale. Su 16.500 ettari di superficie comunale, 2.200 ettari sono vitati, ovvero il 16% circa. A coltivare vigneti, oltre 250 viticoltori (sono circa 90 gli imbottigliatori di cui 76 associati al Consorzio). Oltre mille i dipendenti fissi del settore vino, ai quali se ne aggiungono altrettanti stagionali.

Nel 2015, sono state immesse nel mercato circa 7 milioni di bottiglie di Vino Nobile (in linea con lโ€™anno precedente) e 2,8 milioni di Rosso di Montepulciano Doc. Anche nel 2015 lโ€™export รจ pari allโ€™80% mentre il restante 20% viene commercializzato in Italia del quale il 47% in Toscana. Da sola la Germania assorbe il 46% dellโ€™export, la Svizzera il 17% e gli Usa il 20%.

 

I festeggiamenti

Sabato 8 ottobre 2016, ore 9.30 al Teatro Poliziano l'incontro 1966 -2016: Il Vino Nobile dalla Doc a oggi. Ore 12.30 alla Fortezza di Montepulciano, l'inaugurazione della Enoliteca consortile e sede del Consorzio del Vino Nobile. L'Enoliteca consortile per tutta la settimana promuove degustazioni guidate gratuite su prenotazione; mentre nelle enoteche cittadine, sempre per tutta la settimana, degustazioni di Vino Nobile. Infine nei ristoranti di Montepulciano sono presenti i menu dei 50 anni della Doc Vino Nobile.

 

 

a cura di Andrea Gabbrielli

 

 

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