Mostra Mercato FIVI 2017. I nostri 10 assaggi dai vignaioli indipendenti

28 Nov 2017, 14:30 | a cura di

La settima edizione della Mostra Mercato dei Vignaioli Indipendenti si è conclusa con numeri record: oltre 15mila visitatori, con un incremento di 6mila presenze. E 3mila etichette in degustazione. Ecco le 10 che ci hanno colpito di più.


FIVI 2017. I numeri della settima edizione della Mostra Mercato dei Vignaioli Indipendenti

Numeri da record per la settima edizione dellaMostra Mercato dei Vignaioli Indipendenti, che si è tenuta a Piacenza il 25 e 26 novembre. Hanno aderito all’iniziativa 510 vignaioli con circa 3mila etichette in degustazione. Il pubblico ha risposto in massa con oltre 15mila presenze in due giorni, 6mila in più rispetto allo scorso anno. Se pensiamo che alla prima edizione del 2011 parteciparono 208 produttori e 2.600 visitatori, ci rendiamo conto di quanto sia cresciuta d’importanza la manifestazione.

 

Fin dalle prime ore di sabato mattina, i padiglioni della Fiera di Piacenza sono stati invasi da appassionati del mondo del vino. Le corsie degli stand si sono ben presto affollate, non solo di calici da degustazione, ma anche di carrelli da supermercato. Sì, perché una delle caratteristiche della Mostra Mercato FIVI, è la possibilità di acquistare direttamente dai produttori i vini appena assaggiati. I prezzi promozionali, l’opportunità di parlarne con i titolari delle aziende, sicuramente contribuiscono a creare un’atmosfera di fiducia e simpatia, che invoglia all’acquisto. In un mondo sempre più dominato da un mercato globalizzato e standardizzato, tra gli appassionati del vino sembra crescere sempre più il desiderio di avvicinarsi ai piccoli produttori, per riscoprire il valore autentico del territorio. Forse è proprio questo rapporto diretto e personale uno dei principali motivi di successo della Mostra Mercato di Piacenza. Matilde Poggi, presidente FIVI, spiega così il risultato positivo della manifestazione: “Siamo convinti che il successo crescente del Mercato sia la diretta conseguenza della credibilità che ci stiamo guadagnando a livello istituzionale, in Italia come in Europa. Abbiamo le scarpe grosse e il cervello FIVI, le mani nella terra e la testa rivolta a una causa comune”.

Logo Fivi

FIVI: una storia di successo

La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti è nata nel 2008 e già si pensa all’edizione 2018 della Mostra Mercato per festeggiare il decennale. La FIVI raccoglie i vignaioli che coltivano direttamente le vigne, producono il vino con le proprie uve, imbottigliano e vendono il vino con il proprio nome in etichetta. Un insieme di produttori che ben rappresentano il panorama enologico italiano, costituito da molte piccole realtà, che con il loro lavoro portano avanti la storia e le tradizioni del territorio. La realtà produttiva italiana è infatti caratterizzata da molte piccole aziende di carattere familiare, che hanno trovato una casa proprio nella Federazione.

La FIVI è l’espressione di un mondo del vino che conserva ancora un profilo artigianale, fedele ai concetti d’autenticità e tipicità, che molti consumatori stanno riscoprendo come valori importanti. I produttori associati alla FIVI sono poco più di 1.100, in rappresentanza di tutte le regioni italiane, per un totale di circa 11mila ettari di vigneto, con una media di circa 10 ettari vitati per azienda agricola. Quasi 80 sono i milioni di bottiglie commercializzate e il fatturato totale si avvicina a 0,7 miliardi di euro, per un valore in termini di export di 280 milioni di euro. Gli 11mila ettari di vigneto sono condotti per il 51% in regime biologico/biodinamico, per il 10 % secondo i principi della lotta integrata e per il 39% secondo la viticoltura convenzionale.

 

I vini in degustazione

Il numero di vini in degustazione ha ovviamente imposto delle scelte. Quest’anno abbiano privilegiato un percorso di assaggi orientato ai vini prodotti con vitigni autoctoni, spesso da piccole realtà che ben rappresentano lo spirito di una manifestazione come la Mostra Mercato di Piacenza. Ecco i dieci vini, non necessariamente più buoni o famosi, ma più originali e interessanti che ci sono particolarmente piaciuti.

 

Metodo Classico Brut Donna Grazia di Guerrieri

Famosa da anni per il Cerasuolo di Vittoria e per il Frappato, la Cantina Guerrieri ci ha piacevolmente stupito con un Metodo Classico. Un Blanc de Noirs prodotto con uve nero d’Avola (60%) e frappato (40%) coltivate sulle colline dei Monti Iblei, in provincia di Ragusa. Affinato sui lieviti per 24 mesi, regala freschi aromi di ribes, lampone e agrumi. Al palato è cremoso, di buona struttura, con note fruttate ben equilibrate da vivace acidità.

 

Erbaluce di Caluso Brut M. Cl. '14 di Ilaria Salvetti

Il vitigno erbaluce sorprende sempre per la sua duttilità. Dalle sue uve si producono vini fermi, passiti e interessanti spumanti. Il Metodo Classico di Ilaria Salvetti si affina per 30 mesi sui lieviti e grazie a un dosaggio molto basso, porta in primo piano la freschezza e la raffinata finezza dell’erbaluce, con delicate note floreali e agrumate.

 

Derthona Timorasso Costa del Vento '13 Vigneti Massa

Non delude il “profeta” del Timorasso Walter Massa, che con il suo Costa del Vento 2013 ci regala un grande vino. Bouquet intenso e complesso, con note di susina, scorza d’agrumi, cenni balsamici, sentori di resina e idrocarburo. Al palato è ricco e profondo, attraversato da una tensione acida che rende il sorso dinamico e appagante.

 

Trebbiano Spoletino Trebium '16 Antonelli San Marco

Il Trebbiano Spoletino è un bianco di grandi potenzialità, che finalmente comincia a essere giustamente valorizzato da alcuni produttori umbri. Molto buono il 2016 di Antonelli San Marco, che fermenta in botti di rovere e matura sulle fecce fini per 6 mesi prima d’essere imbottigliato. Al naso esprime aromi freschi di fiori bianchi e agrumi. Il sorso, sostenuto da una tensione acida sempre vibrante, si distende su note di frutta bianca e maturi aromi tropicali.

 

Albana di Romagna Sânta Lusa '13 Ancarani

Sânta Lusa è un’Albana intensa e suadente, che nasce da uve leggermente surmature. Dopo una fermentazione sulle bucce di un paio di settimane, si affina in vasche di cemento per oltre un anno. Il risultato è un vino dai riflessi dorati, con aromi di frutta gialla matura, scorza d’agrumi, cenni di miele, ricordi di resina di pino e finale con lieve sensazione tattile di ruvidità tannica.

 

Etna DeAetna Rosato '16 Terra Costantino

È di rara finezza il rosato di Terra Costantino, prodotto in Contrada Blandano sul versante sud-est dell’Etna, con uve nerello mascalese (90%) e nerello cappuccio (10%). Il colore è un bellissimo rosa antico pallido, frutto di una semplice pressatura soffice delle uve, con aggiunta di una piccola parte fatta brevemente macerare in vasca. I profumi sono freschi e raffinati, con note floreali, d’agrumi e melograno. Il sorso è sottile ed elegante, fresco e sapido.

 

Brecciaro Ciliegiolo di Narni '15 di Leonardo Bussoletti

All’impegno di Leonardo Bussoletti si deve molto della riscoperta del Ciliegiolo di Narni. Un vino rosso piacevolissimo nella sua semplice immediatezza espressiva. Si affina per il 70% in acciaio e per il restante 30% in botte grande per circa un anno. Un calice dai profumi fragranti di ciliegia e piccoli frutti a bacca rossa, l’aroma è fruttato, morbido e fresco.

 

Lacrima di Morro d’Alba Bastaro '16 Tenuta San Marcello

Un altro rosso particolare, profumato e suadente, è il Lacrima di Morro d’Alba. Nasce dall’omonimo vitigno autoctono marchigiano, coltivato solo nel territorio collinare di sei piccoli comuni in provincia di Ancona. Affinato solamente in acciaio, conserva intatti i profumi primari di rosa, ribes e mora. Il sorso è morbido e leggermente aromatico, con note di frutti di bosco, tessitura tannica sottile e piacevole freschezza finale.

 

Volere Volare Primitivo '15 Pietraventosa

Volere Volare èuna versione di Primitivo che riconcilia con questo grande vitigno pugliese, troppo spesso vinificato con eccessive estrazioni e surmaturazioni, che lo rendono pesante, eccessivamente morbido e alcolico. Nasce sui terreni calcarei di Gioia del Colle questa elegante e fresca interpretazione del primitivo, che porta in primo piano la fragrante delicatezza del frutto, con tannini leggeri e finale rinfrescante.

 

Pepe Nero Vermentino Nero '15 di Castel del Piano

Chiudiamo con una rarità. Il vermentino nero in passato era un vitigno molto presente in Lunigiana, ma è stato progressivamente abbandonato per la sua buccia delicata, che lo rende difficile da coltivare. È merito dell’Azienda Castel del Piano aver conservato una vigna di questa interessante uva autoctona. Il vino è affinato solo in acciaio per esaltare gli aromi croccanti di piccola frutta rossa, impreziositi da sentori di macchia mediterranea e da note speziate con pepe nero in bella evidenza.

 

a cura di Alessio Turazza

foto di StudioCru

 

 
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