Etichettatura del vino: ecco come potrebbe cambiare. La proposta delle associazioni

16 Mar 2018, 15:01 | a cura di

Etichetta elettronica, indicazioni delle calorie sulla base di una drinking unit e lista condivisa degli ingredienti da esplicitare. Sono questi i punti principali della proposta che le associazioni del vino hanno presentato alla Commissione Salute Ue. Ma non tutti sono d'accordo e Beuc boccia il testo


La proposta in tre punti

โ€œAspettiamo proposte entro un annoโ€. Cosรฌ, a marzo del 2017, la Commissione Ue alla Salute aveva assegnato i โ€œcompiti per casaโ€ alle associazioni del vino europee in materia di etichettatura, fissando la nuova seduta di incontro per marzo 2018. Dodici mesi per trovare una proposta convincente e condivisa, come previsto dal regolamento 1169/2011. Dodici mesi in cui Copa-Cogeca, Ceev, Cevi e Efow (le quattro sigle principali europee del settore) hanno lavorato fianco a fianco per arrivare a un documento condiviso - ma non da tutti, ad esempio รจ rimasta fuori la cooperazione italiana - presentato lunedรฌ scorso al commissario Ue alla Salute Vytenis Andriukaitis. Sostanzialmente sono tre i punti principali della proposta:etichettatura elettronica (off label), con inserimento di un link che rimandi a un sito web esterno; indicazione solo delle calorie senza riferimento al contenuto di sale, proteine e grassi e in base a una unitร  di misura unica; elencazione degli ingredienti secondo una lista condivisa.

"Al contrario di altri prodotti agroalimentariโ€ sottolinea il chairman di Copa-Cogeca Thierry Costeโ€œla nostra proposta tiene conto della natura stessa del vino, che รจ un prodotto agricolo, che si evolve costantemente e non ha una ricetta fissa". Non si รจ fatta attendere, perรฒ, la risposta della European Consumer Organisation (Beuc), che sostanzialmente boccia la proposta (vedi paragrafo La bocciatura dell'organizzazione dei consumatori Beuc). Una presa di posizione che potrebbe pesare parecchio sulla scelta finale della Commissione.

 

E-label, ecco come funziona

Ma intanto entriamo nello specifico del testo. Per quel che riguarda la cosiddetta e-label, l'esigenza รจ spiegata sia dalla possibilitร  di dare le informazioni in tutte le lingue dei Paesi dove il vino viene venduto, sia dalle nuove modalitร  di acquisto, che vedono l'online come il mezzo piรน utilizzato. Si legge nel documento presentato a Bruxelles: "Internet, oltre ad essere una canale di distribuzione molto importante per gli operatori del settore vitivinicolo, รจ anche la terza fonte di informazione che i consumatori consultano prima di acquistare vino. Gli strumenti di comunicazione fuori dall'etichetta sono, dunque, un meccanismo chiave nella fornitura di informazioni ai consumatori". Non c'รจ tuttavia l'obbligo: gli operatori potranno scegliere se inserire le comunicazioni dentro o fuori dall'etichetta.In quest'ultimo caso, dovranno includere in etichetta o sull'imballaggio del prodotto un link o un codice Qr o un'icona che fornisca un accesso semplice e diretto alle informazioni tramite l'uso di tecnologie intelligenti. Il rimando puรฒ essere a un sito internet aziendale, ma non si esclude la possibilitร  di un rimando alla pagina del Consorzio di riferimento o della denominazione o della Regione.

 

Ecco come indicare le calorie

Capito il come, bisogna, poi, capire il cosa. La proposta รจ di indicare la cosiddetta โ€œdichiarazione nutrizionale armonizzataโ€, ovvero limitare le informazioni al valore energetico e indicare le informazioni nutrizionali sulla base di 100 ml del prodotto, quindi su una porzione (praticamente un bicchiere), definita drinking unit.In questo senso, si avrebbero dei dati generalmente accettati a secondo delle tipologie di vino (vedi tabella). Sempre in questa tematica, rientra la possibilitร  di utilizzare dei simboli, invece della dicitura completa, in modo che risulti comprensibile a tutti. Vedi il caso del simbolo internazionale โ€œรˆ per indicare il valore energetico.

 

Lista degli ingredienti. Manca lo zucchero

Passiamo, infine, alla lista degli ingredienti obbligatoria. Prima di tutto, la proposta รจ che gli operatori la comunichino, scegliendo tra tre diverse opzioni:

  • lista degli ingredienti in base al particolare processo di vinificazione di un determinato vino

  • lista degli ingredienti in base al processo di vinificazione storico

  • lista degli ingredienti in base al processo di vinificazione autorizzato

Qualunque sia, tra questi tre, il metodo seguito, bisognerร  sempre indicare le sostanze che causano allergie. Mentre rimangono esclusi, sostanzialmente, i coadiuvanti tecnologici usati per la trasformazione del vino riconosciuti dall'Oiv e le sostanze naturali utilizzate per regolare composizione delle uve.

Ed รจ quest'ultimo punto, quello che ha molto fatto discutere. Rientrano, infatti, tra queste sostanze da non indicare (oltre a acido lattico, acido citrico, acido tartarico e acido malico), tutte quelle che regolano il tenore naturale di zucchero nelle uve, quindi, mosto concentrato rettificato (mcr) e zucchero aggiunto al mosto per lo zuccheraggio. Ed รจ qui che da sempre sta una delle principali differenze tra i Paesi dell'area mediterranea (in cui, insieme all'Italia, ci sono Spagna, Portogallo, Grecia, Cipro e alcune aree della Francia) e quelli del Nord Europa. Differenza di clima in primis, ma anche di legislatura e tecniche di produzione. E c'รจ chi proprio non accetta che l'aggiunta di saccarosio non venga palesata in etichetta.

 

Alleanza delle Cooperative non firma l'autoregolamentazione

โ€œPer noi รจ una questione di trasparenzaโ€, spiega a Tre Bicchieri Ruenza Santandrea, coordinatrice del settore vitivinicolo di Alleanzadelle Cooperativeโ€œTutto quello che non รจ derivato dell'uva deve essere indicato. L'escamotage utilizzato dai Paesi del Nord Europa per far sparire lo zucchero dalla lista รจ che si tratta di un sottoprodotto che deriva dall'uva. Ma non รจ cosรฌ: lo zucchero di barbabietola, ad esempio, non viene dall'uva.Si tratta di un'aggiunta e, come lo si indica nelle marmellate, รจ giusto che lo si faccia anche nel vino. Non รจ corretto byapassare, cosรฌ, la questioneโ€. Per questo motivo, Alleanza delle Cooperative ha deciso di non firmare la proposta delle associazioni del vino presentata a Bruxelles (neppure Cia e Coldiretti hanno appoggiato la scelta sull'esclusione dello zucchero).

โ€œCi รจ molto dispiaciuto doverci defilare e fino all'ultimo abbiamo cercato un compromessoโ€ continua Ruenza Sant'Andrea โ€œma riteniamo, cosรฌ, di aver agito con la massima coerenza in difesa degli interessi della viticoltura italianaโ€. Massima condivisione, invece, suglialtri punti della proposta, anche se la coordinatrice del settore ci tiene a sottolineare che โ€œla revisione dell'etichetta non รจ stata una libera scelta, ma รจ stata imposta dall'alto. Tuttaviaโ€ chiosaโ€œsi รจ cercato di trovare le soluzioni migliori per rendere piรน semplice possibile e meno costoso il cambiamento. Penso, ad esempio, all'uso della tecnologia, che aiuterebbe molto i produttori: una cosa รจ modificare ogni volta tutte le etichette, un'altra aggiungere le informazioni online. Ma ripeto: quella dello zucchero รจ una questione troppo importante su cui non possiamo chiudere un occhioโ€.

 

Il punto di vista di chi ha firmato

Dal canto suo Federvini (che invece ha firmato il documento), pone l'accento sull'importanza e l'utilitร  dell'etichetta digitale: โ€œRiteniamo che sia lo strumento piรน utile di completamento per offrire ai consumatori tutte quelle informazioni che possono favorire una scelta sempre piรน consapevole. Lโ€™ingredientistica e le tecniche produttive sono rigidamente regolamentate a livello europeo e nazionale: non ci possono essere deviazioni da quanto previsto in queste disposizioni. Quello che puรฒ risultare utile รจ unospazio di approfondimento di queste previsioni: in questo caso lโ€™etichetta cartacea non รจ sufficiente per includere tutte le informazioni. Lโ€™etichetta digitale รจ, invece, il mezzo piรน idoneo per creare anche unโ€™esperienza di consumo diversa e piรน in linea con la contemporaneitร โ€.

 

Per Fivi e Cevi la proposta - soprattutto nella parte dell'etichetta off label - รจ un compromesso utile per non dare un ulteriore carico burocratico alla cantine. "Siamo sempre stati molto critici nei confronti di questa richiesta arrivata dalla Commissione, in quanto il vino non รจ un prodotto industriale con una ricetta prestabilita, e soprattutto รจ il prodotto piรน controllato dell'agroalimentare, per cui non ha bisogno di ulteriori specifiche in etichetta. Tuttavia non ci siamo voluti tirare indietro quando ci รจ stato chiesto un atto di regolamentazione. E la proposta presentata a Bruxelles ci sembra la migliore per non pesare ulteriormente sui produttori", รจ il commento di Matilde Poggi, presidente Fivi e vicepresindete Cevi. Adesso per le due associazioni dei vignaioli, l'auspicio รจ che la Commissione abbia la lungimiranza di capire le specificitร  del vino e di "recepire la proposta del settore all'interno di un contenuto legislativo comunitario".

 

Da Arev, lโ€™Assemblea delle Regioni Europee Viticole viene, poi, un altro ammonimento: l'estensione del regolamento di etichettatura anche ai vini d'importazione. โ€œQualsiasi nuovo regolamento di etichettatura valido per i vini europei deve applicarsi anche per i vini dโ€™importazione. In caso contrario, la concorrenza internazionale ne sarebbe falsata ed i produttori europei sarebbero penalizzatiโ€. Per questo motivo, l'associazione esorta la Commissione Ue a non imporre nuovi vincoli al settore vitivinicolo europeo senza aver prima armonizzato lo Standard internazionale per l'etichettatura dei vini, raccomandato dall'Oiv.

Questione condivisa e portata avanti anche dal presidente del Ceev Jean-Marie Barillรจre che, rivolgendosi alla Commissione Europea si รจ augurato che "siano riconosciuti gli importanti progressi compiuti dal settore-vino in meno di un anno e che si possa trasformare la proposta in legge, preservando, perรฒ, il mercato unico e garantendo che le stesse regole siano applicate a tutti i vini, sia a quelli europei sia a quelli non comunitariโ€.

 

La bocciatura dell'organizzazione dei consumatori Beuc

Un secco no alla soluzione presentata a Bruxelles รจ, perรฒ, subito arrivato dall'organizzazione dei consumatori europei, riuniti sotto la sigla Beuc (43 associazioni da 31 Paesi): โ€œLa propostache consente ai produttori di birra, vino e liquori di scegliere tra informazioni on-label e online, rappresenta un punto di non ritorno dal punto di vista del consumatoreโ€ ha detto il direttore generale Monique Goyens โ€œDato che i consumatori prendono decisioni di acquisto in pochi secondi, non รจ realistico aspettarsi che ci vorrร  qualche minuto per verificare online l'apporto calorico del vino. Senza dimenticare che nella maggior parte dei Paesi piรน di 3 utenti su 10 non possiedono uno smartphone, per non parlare del fatto che il segnale puรฒ essere molto debole in alcuni punti. Quindi, le informazioni in etichetta rimangono il modo migliore per raggiungere ugualmente i consumatoriโ€. Inoltre, prosegue la nota diffusa nei giorni scorsi: โ€œle informazioni sugli ingredienti e sul valore nutrizionale - come la quantitร  di zucchero - delle bevande alcoliche sfuggiranno comunque alle regole di etichettatura obbligatorie applicabili a tutte le bevande analcolicheโ€. Per Beuc, quindi, le conclusioni cui รจ arrivata l'industria dell'alcool europea sono, in definitiva, โ€œdeludentiโ€.

 

Dalla proposta alla legge

Ascoltata la proposta, starร  adesso la Commissione Salute a decidere se accettarla o chiedere nuove modifiche. Tenendo conto anche di chi - come parte delle associazioni italiane - ha deciso di non sottoscrivere il documento, o di chi lo ha โ€œbocciatoโ€, come il caso di Beuc.

Sulla fase di attuazione, il testo proposto, suggerisce l'utilizzo del sito internet Wine in Moderation (www.wineinmoderation.eu) come strumento di supporto per la comunicazionedelle informazioni nutrizionali. Da qui al 2019, il suddetto sito potrebbe, quindi, essere aggiornato in modo da poter fornire ai consumatori le informazioni sul contenuto energetico e sugli ingredienti del vino. A quel punto si darebbe tempo alle aziende fino al 2021 per sviluppare le applicazioni di collegamento tra la bottiglia e gli strumenti online (siti aziendali o siti dei consorzi, a secondo della decisione finale) o per lavorare sulle etichette, qualora si scegliesse di tenere solo queste come come supporto principale per le informazioni nutrizionali.

 

a cura di Loredana Sottile

 

Questo articolo รจ uscito sul nostro settimanale Tre Bicchieri del 15 marzo

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