Vinifera Forum report. Degustazioni dal salone dei vini artigianali alpini

27 Mar 2018, 14:15 | a cura di

Viticoltura estrema e vitigni resistenti. Il panorama vitivinicolo dell'alta montagna si arricchisce delle prime prove enologiche di vitigni PIWI. Non piรน solo esperimenti, ma etichette che vale la pena di provare.

 

La settimana di eventi, conferenze e visite in cantina di Vinifera Forum, si รจ chiusa con il weekend dedicato al Salone dei vini artigianali dellโ€™arco alpino. Oltre 50 vignaioli provenienti da Trentino, Alto Adige, Lombardia, Piemonte, Veneto, Friuli, Liguria, Austria e Slovenia, si sono dati appuntamento a Trento il 24 e 25 marzo, presentando in degustazione circa 200 etichette.

 

Un panorama insolito, con viticoltori provenienti da territori lontani, che condividono lโ€™appartenenza geografica allโ€™arco alpino e lโ€™esperienza faticosa di coltivare la vite in montagna, in situazioni spesso molto difficili e poco remunerative. Una viticoltura artigianale fatta di passione e tanto lavoro, con vigne estreme, situate su ripidi pendii, arditi terrazzamenti, ad altitudini quasi impensabili e in condizioni limite per la sopravvivenza stessa della vite. Un evento che ha portato lโ€™attenzione su una viticoltura spesso trascurata, che rappresenta certamente una piccola parte della produzione, ma รจ significativa da un punto di vista piรน generale di sostenibilitร  ambientale, biodiversitร  e conservazione delle antiche tradizioni agricole alpine. Una viticoltura che รจ anche cura del territorio, legame profondo con la sua storia, con le radici culturali di quelle terre e salvaguardia di un prezioso patrimonio di vitigni autoctoni, che si sono adattati nei secoli a microclimi difficili e molto particolari.

La montagna costringe necessariamente a puntare sulla qualitร , con un lavoro manuale insostituibile e non meccanizzabile, una presenza in vigna quotidiana e basse rese dovute a terreni poveri e rocciosi. Nascono cosรฌ vini insoliti, dai profili spesso severi e spigolosi, freschi e austeri, che ben esprimono nel calice le caratteristiche naturali delle zone di provenienza.

 

Lโ€™ambiente alpino e i vitigni PIWI

La viticoltura alpina รจ costituita da un mosaico di piccole parcelle strappate alla montagna, inserite in un paesaggio di pascoli, boschi, masi e piccoli paesi. รˆ una forma di coltivazione integrata allโ€™ambiente, che richiede anche un rispetto e unโ€™attenzione particolare per la salvaguardia della natura. Una sensibilitร  che ha portato i vignaioli alpini a sposare i principi dellโ€™agricoltura biologica e biodinamica e che ora li sta conducendo allโ€™introduzione di vitigni PIWI (abbreviazione di Pilzwiderstandfรคhig) resistenti allโ€™oidio e alla peronospora, per evitare o limitare al minimo anche lโ€™utilizzo di zolfo e rame.

Molti vignaioli, accanto ai vini prodotti con i vitigni tradizionali del territorio, hanno presentato al Salone di Trento etichette PIWI realizzate con varietร  resistenti, che richiedono al massimo 2 o 3 trattamenti allโ€™anno. Un fenomeno in costante crescita, che รจ stato affrontato anche allโ€™interno delle iniziative collaterali al Salone, con una conferenza che ha visto la partecipazione di Silvano Clementi, produttore e ricercatore presso la fondazione Edmund Mach di San Michele allโ€™Adige, Nicola Del Monte, presidente dellโ€™Associazione PIWI e Luca Paolazzi, in rappresentanza del Consorzio Vignaioli del Trentino.

 

Dagli ibridi ai vitigni resistenti

Le prime sperimentazioni legate alla creazione dโ€™ibridi risalgono a fine '800 quando in Europa si affacciarono la fillossera, lโ€™oidio e la peronospora, che rischiarono di distruggere lโ€™intero patrimonio vitato. Parallelamente alla ricerca sugli innesti di vitis vinifera su ceppi di vite americana,si sperimentarono anche ibridi con viti americane, che hanno dato origine ad alcune varietร  come Clinton e Isabella, poco adatte perรฒ a produrre vini di qualitร . Negli ultimi decenni, la ricerca รจ continuata con nuovo impulso, cercando di creare ibridi con viti asiatiche o americane, frutto di un lungo lavoro di successivi incroci, per ottenere varietร  con oltre il 90% del patrimonio genetico della vitis vinifera e il genoma resistente a oidio e peronospora. A oggi sono disponibili per la coltivazione diverse viti resistenti a bacca bianca:solaris, bronner, johanniter, helios, souvigner gris, muscaris (in corso di riconoscimento lโ€™aromera) e le varietร  a bacca rossa cabernet cortis, cabernet carbon, prior e regent. Tutti i relatori si sono dichiarati convinti che il futuro dei vitigni resistenti in montagna non sarร  quello di sostituire i vitigni autoctoni, ma di affiancarli nelle situazioni piรน difficili, per andare nella direzione di una viticoltura piรน sostenibile a livello ambientale e verso la produzione di un vino genuino, sano e pulito.

 

L'alternativa green dei vitigni resistenti alla prova della degustazione

Oggi, infatti, la viticoltura occupa solo il 3% della superficie agricola, ma utilizza oltre il 65% dei prodotti fungicidi. I vitigni resistenti possono essere una risorsa in piรน a disposizione dei vigneron alpini, che hanno poca superficie coltivabile, terreni poveri, impervi, che richiedono molto lavoro manuale. Una situazione che potrebbe portare a un progressivo abbandono della viticoltura per mancanza di sostenibilitร  economica. In questo particolare contesto, i vitigni resistenti offrono una valida alternativa, che necessita di poche cure, minori ore di lavoro e quindi minor costo per ettaro. Potrebbero giocare un ruolo importante per evitare lโ€™abbandono della coltivazione della vite in montagna o per riportarla dove cโ€™era nei secoli passati, alimentando un circolo virtuoso di cura del territorio, rispetto per la natura e produzione sostenibile. Ovviamente tutto passa dalla qualitร  dei vini che si riescono ad ottenere dalle viti resistenti. Oggi non siamo al livello delle piรน conosciute varietร  di vitis vinifera, tuttavia le due giornate di Trento hanno offerto la possibilitร  di degustare molti vini PIWI e qualche buona etichetta lโ€™abbiamo trovata.

 

Brut - Lieselehof

Un Metodo Ancestrale elaborato con souvignier gris in purezza, che regala note mature e intense di scorza dโ€™agrume, pesca, frutta gialla, su sfumature di crosta di pane. Sapiditร  e aciditร  rendono il sorso fresco e piacevole.

 

Zero Infinito '17 -Pojer e Sandri

Un vino a impatto zero, che nasce dal desiderio di trasformare lโ€™uva in vino senza trattamenti in vigna e con lโ€™utilizzo di processi naturali in cantina. Un rifermentato col fondo fresco e sapido, dal frutto succoso con note di pesca bianca e mela.

 

Naramis '16 - Francesco Poli

Un blend di solaris (70%) e bronner (30%) per un bianco dal profilo leggermente aromatico, con aromi di frutta gialla matura, freschi sentori agrumati e buona persistenza finale.

 

Vino del Passo '16 - Lieselehof

Un solaris in purezza, che proviene da una vigna coltivata al passo della Mendola a 1250 metri dโ€™altitudine. Un bianco teso e vibrante, che si apre su freschi aromi citrini, lasciando poi spazio a note di frutta tropicale e a sfumature speziate.

 

Aromatta '16 - Villa Persani

Prodotto con il vitigno aromera, ancora in via di approvazione, รจ un vino aromaticamente ricco, morbido, con note di frutta esotica e sensazioni mielate, che trovano equilibrio nella componente fresca e salina.

 

a cura di Alessio Turazza

 

 

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