Quando il vino ama l'ambiente

15 Feb 2012, 15:52 | a cura di

Nel loro bilancio compare il segno meno. Ma il risultato è più che mai positivo. Non è un un gioco enigmistico, ma il dato sulle emissioni di C02 di Castello Monte Vibiano Vecchio della famiglia Fasola Bologna a Marsciano (Perugia). La prima azienda a livello mondia

le ad aver ottenuto la certificazione della società norvegese DNV (Det Norske Veritas) in accordo con la  norma internazionale ISO 16064 per l'abbattimento di gas serra. E non a caso oggi l'azienda umbra  figura tra le nove realtà vitivinicole del progetto triennale “Water&carbon footprint” del Ministero dell'ambiente in collaborazione con le Università di Torino, Perugia e con la Cattolica di Milano. 

 

“Un progetto pilota per misurare le performance di sostenibilità della filiera vite-vino, non solo col calcolo del carbonio, ma anche con il water footprint, l'impronta idrica che segnala quanta acqua viene utilizzata e in che maniera  – spiega Margherita Vitale della Direzione Generale per lo Sviluppo Sostenibile del Ministero - L'obiettivo finale è arrivare ad primo marchio di sostenibilità in Italia che riconosca al vino il suo ruolo bandiera nel rispetto dell'ambiente e certifichi gli sforzi già fatti da molte aziende”.

 

Prima tra queste Castello Monte Vibiano, come dicevamo. E proprio da qui parte il tour di Tre Bicchieri nelle realtà eco-sostenibili della viticoltura italiana con una visita rigorosamente a bordo dei veicoli elettrici dell'azienda: 700 ettari, tra cui 45di vigneto e 55 di uliveto e  una moderna area degustativa, che neanche a dirlo è chiamata “Green Wine Bar", costruita solo con  materiali riciclabili dal sughero al legno.

 

“Sono convinto che l'energia verde sia il business del futuro– dice a Tre Bicchieri Lorenzo Fasola Bologna, ceo dell'azienda – Da questa convinzione l'impegno a far scendere ogni anno le emissioni di Co2 fino al risultato che ci rende orgogliosi: oggi possiamo affermare che non solo il nostro bilancio è in pareggio, ma siamo riusciti ad arrivare a – 760 tonnellate”. In altre parole c'è un surplus ultra: si produce più energia pulita di quanto se ne consuma. Un caso unico in Italia e non solo. Lorenzo ci spiega e ci mostra come si è arrivati a questo risultato: “Pannelli solari  per migliaia di metri quadri e per una produzione di 250Kw, uso di fertilizzanti a basso impatto ecologico, trattori a biodiesel, veicoli elettrici, stazione di ricarica elettrica, e incremento della fauna boschiva. Una serie di interventi che ci hanno permesso di far quadrare il bilancio solo attraverso gli interventi sul posto e senza dover ricorrere all'acquisto di crediti sostenibili (ndr:ovvero i cosiddetti certficati verdi)”.

 

Se Castello Monte Vibiano  ha già raggiunto l'obiettivo principale sulle emissioni, esistono sempre più  realtà vitivinicole che stanno investendo nel business verde (non a caso dal 2 al 5 febbraio Fieragricoltura di Verona ha dedicato alla sostenibilità il focus principale dell'intero evento) e tra queste altre otto rientrano nel progetto del Water&carbon footprin (Conti Tasca d’Almerita Agricola, Planeta, Marchesi Antinori, Mastroberardino s.p.a., Masi Agricola, F.lli Gancia & Co., Michele Chiarlo Azienda Vitivinicola e Venica&Venica). 

 

“Abbiamo subito aderito al progetto del Ministero perché è importante arrivare ad un codice condivisibile di sostenibilità – spiega Giuseppe Tasca d'Almerita -  rispettare l'ambiente significa anche fare qualità. Per questo già lo scorso anno avevamo lanciato l'SosStain, un codice di eco-sostenibilità  in collaborazione con l'Università di Piacenza”.

 

Oggi, in particolare è la Tenuta di Regaleali (500 ettari che rappresentano il cuore dell'azienda) a segnare la svolta verde dei Conti Tasca con l'installazione di due impianti fotovoltaici sui tetti dei magazzini per una produzione totale di 210 kw, e con uno scrupoloso controllo sui consumi energetici sia in agricoltura che nel  processo di trasformazione.

 

Altro esempio virtuoso viene dalla Campania con l'azienda Mastroberardino che ha inserito tra le sue attività una scrupolosa attenzione alle pratiche verdi:  scelta di prodotti biocompatibili, adozione del sistema di agricoltura integrata, sistema di depurazione dei reflui aziendali a biomassa realizzato con prodotti a basso impatto ambientale, smaltimento dei fanghi in eccesso in impianti di compostaggio, riutilizzo e riciclo del materiale lì dove possibile. Da ultimo anche l'installazione di un primo modulo sperimentale di pannelli fotovoltaici.

 

“Con l'adesione al progetto del Ministero abbiamo solo formalizzato un impegno aziendale da sempre rivolto alla sostenibilità – dice a Tre Bicchieri il presidente Pietro Mastroberardino – secondo i nostri calcoli negli ultimi tre anni abbiamo registrato  una riduzione delle emissioni del 10%.  Ma sarà con il progetto Water&carbon footprint che avremo maggiori dettagli”. I primi risultati a maggio quando verranno resi noti i consumi di acqua e di carbonio delle nove aziende pilota.

 

di Loredana Sottile

15/02/2012

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