Le migliori etichette per brindare al nuovo anno

31 Dic 2018, 13:00 | a cura di
Grandi o piccole, italiane o straniere. Ecco le etichette che gli addetti ai lavori, sommelier, giornalisti, wine ambassador, ci hanno consigliato per il nuovo anno.

Abbiamo chiesto ai più grandi nomi legati al mondo del vino di suggerirci, ognuno, due etichette per brindare al nuovo anno, una italiana, l'altra no. La Francia fa la parte del leone, come era prevedibile. Ma non manca qualche sorpresa. Tra grandi maison e piccole o piccolissime cantine, ecco 50 bottiglie per festeggiare il novo anno.

Donato Addesso
Vitantonio Lombardo, Matera
ETICHETTA ITALIANA: Teatro alla Scala – Bellavista. Un incontro di “Musica” Gusto Olfattiva, con note floreali, morbido e fresco e un’acidità che ne accentua la personalità, capace di soddisfare al meglio tutti i palati.
ETICHETTA STRANIERA: Perrier-Jouët Grand Brut. Uno Champagne elegante e delicato, fresco e vivace, ricco di favolosi aromi fruttati e floreali. Per un “Grand 2019 a Tutti”

Federico Alessio
L'Alchimia, Milano
ETICHETTA ITALIANA: Franciacorta DOCG Brut Secolo Novo 2009 - Le Marchesine. Giallo paglierino brillante, dal perlage fine e lunghissimo. Al naso è caratterizzato da richiami olfattivi di nocciolina tostata, note mentolate e di cedro candito. Avvolgente e rotondo, in bocca rivela grande equilibrio tra acidità e sapidità. Il riassunto è un’eleganza pazzesca. Davvero equilibrato, è un metodo classico che sintetizza le migliori caratteristiche di un grande blanc de blancs con quel tocco tipico de Le Marchesine.
ETICHETTA STRANIERA: Delamotte Collection Blanc des Blancs, 2000. È il risultato di un'annata difficile (fioritura precoce, temporali, grandine...), il Blanc des Blancs Collection 2000 di Delamotte è uno Champagne impegnativo che offre una bella rotondità in bocca. Si presenta morbido, denso e dimostra tutta la generosità e la complessità delle grandi cuvée. Lo consiglio perché come questo Champagne sta dando grandi risultati, seppur figlio di un'annata difficile, auguro a tutti un anno 2019 pieno di soddisfazioni anche inaspettate.

Simona Beltrami
Magorabin, Torino
ETICHETTA ITALIANA: Berlucchi Riserva JRE N4 2008.

Perché è la storia di una grande amicizia: la cuvée JRE (Jeunes Restaurateurs d'Europe) è un nostro progetto e abbiamo partecipato alla sua creazione dalla prima edizione. Un'etichetta esclusiva che non esiste in commercio ma si trova solo nei ristoranti JRE, prodotta solo e sempre con le riserve private vintage della famiglia Ziliani.
ETICHETTA STRANIERA: Krug Rose’ 22esima edizione. Perché siamo Ambassador di Krug, ma non solo: è uno dei migliori Champagne del globo terraqueo, oltre ad essere un’edizione limitatissima, fatto solo 22 volte in 175 anni di storia. È una cuvée di 22 vini di cui il più vecchio è del 2000.

Alfredo Bonanno
Kresios, Telese Terme (BN)
ETICHETTA ITALIANA: Visages de Canailles di Cascina Baricchi. Ho scelto uno spumante rosé da uve nebbiolo dell’areale del Barbaresco dove Natale Simonetta, forte delle esperienze lavorative in Champagne, spumantizza con metodo classico una piccola parte delle uve destinate alla produzione del Barbaresco. L’etichetta è dedicata al papà e al figlio di Natale: Visages de Canailles infatti è l’espressione con cui papà Giovanni esclamò “è buono!” la prima volta che assaggiò questo spumante e quell’espressione ricordò a Natale la stessa “faccia da canaglia” che il figlio Filippo faceva ogni volta che gli piaceva qualcosa. La prima fermentazione avviene lentamente in acciaio, dopodiché c'è il passaggio in legno di una parte del vino prima di formare la cuvée con i vini da più annate. La presa di spuma avviene in circa 3 anni. Struttura avvolgente e setosa, il naso è particolarmente “natalizio”: si riconoscono piccoli frutti rossi, agrumi canditi, china e liquirizia.

ETICHETTA STRANIERA: Champagne Special Club 2013 di J.M. Goulard. Siamo nel cuore del Massif de Saint-Thierry, la costa vitata più a nord della Champagne. Qui, da quattro generazioni, i Goulard coltivano i propri 7 ettari e producono Champagne nel rispetto della tradizione familiare. Lo Champagne che ho scelto fa parte del “Club Trésor de Champagne” una sorta di consorzio esclusivo di cui fanno parte circa 30 Récoltant Manipulant, tra cui Goulard. Lo Special Club viene prodotto solo in annate eccezionali ed è sempre millesimato: il 2013 di Goulard è quello attualmente in vendita ed è composto da parti uguali di pinot noir e chardonnay con un tocco di meunier. La presa di spuma dura circa 5 anni. Uno Champagne che racchiude perfettamente il suolo sabbioso e gessoso della provenienza delle uve: naso che sa di mare, polvere da sparo e crème brûlée. La bocca è verticale, sapida e allo stesso tempo cremosa.

Gabrilla Cicero
Duomo, Ragusa
ETICHETTA ITALIANA: Mon Pit blanc de blanc 2015 Cantine Russo. Presenta un colore giallo intenso, con bollicine fini e persistenti, all’olfatto si sente la crosta di pane tipica dei lieviti, una nota mielata, profumi di arancia, pompelmo, ananas e frutta candita che già fanno salivare. È un vino franco, pulito, fine ed elegante. In bocca la freschezza acidula è contrastata dalla consistenza e dal corpo: è ricco di estratto, ha una buona struttura e conserva il calore. Il dolciastro dell’avvio progressivamente scompare e resta in fondo una nota amarognola che si potrebbe associare alla mandorla. Possiamo concludere che il profumo è più intenso rispetto al gusto.

ETICHETTA STRANIERA: Ruinart Brut s.a. Giallo paglierino luminoso, dal perlage molto fine e persistente. Al naso rivela note di frutti a polpa bianca, di albicocca, di nocciole e di mandorle fresche. Alcune note floreali e speziate, di brioche e di biscotto, conferiscono una ulteriore complessità a un assaggio nitido ed equilibrato, rotondo e polposo. Fresco ed elegante, chiude con un finale di rara persistenza, sul frutto.

Emilio Cremascoli
La bottega del vino, Milano
ETICHETTA ITALIANA: Valentino Metodo Classico cuvee speciale Door 185th Rocche dei Manzoni Monforte D’Alba. Una bollicina che, grazie a una sollecitazione musicale, si affina in bottiglia per almeno 8 anni con vibrazioni sonore aiutando l’attività dei lieviti.

ETICHETTA STRANIERA: Salon 1997 Sboccatura 2018. Non l’ho ancora bevuto: mi è appena arrivato, ma sicuramente sarà emozionante!

Vincenzo Donatiello
Piazza Duomo, Alba (CN)
ETICHETTA ITALIANA: Franciacorta Extra Brut Riserva 2007 Centoventi di Ronco Calino. Prodotto solo in magnum (perfetta per due insomma), un Franciacorta di grande classe ed eleganza, dai profumi di frutta esotica, fiori bianchi, vaniglia e spezie. Al palato è ricco e sostenuto da freschezza e note sapide. Una grande bollicina italiana.

ETICHETTA STRANIERA: Per l’estero naturalmente andiamo in Champagne con Cuvée S Blanc de Blancs 1997 degorgement 2018 di Salon. Una bollicina impegnativa a livello di costo ma che merita ogni singolo euro speso. Il giusto palcoscenico per un’annata particolarmente riuscita a Salon. Uno champagne elegantissimo che profuma di miele, tostature, agrumi disidratati, gesso, nocciole e dal palato suadente, persistentissimo. Un’annata immortale per la Maison di Le Mesnil-sur-Oger

Andrea Gherra, Pietro Vergano
Consorzio e Banco vino e cucina, Torino
ETICHETTA ITALIANA: sicuramente il Moz dell’azienda Costadilà. Un rifermentato naturale Veneto a basa di Moscato Fior d’Arancio e Glera. Il vino risulta aromatico al naso ma molto secco al palato sinceramente una delle bolle più buone assaggiare negli ultimi anni, in più quest’anno è venuto a mancare Ernesto il vignaiolo proprietario che fu tra i pionieri dei rifermentati naturali italiani.

ETICHETTA STRANIERA: E se la bolla estera fosse un sidro svedese di un gruppo di ragazzi giovani e pazzi che si chiamano Fruktstereo? Fanno sidri naturali con mele o pere esclusivamente dei loro campi e di vecchie varietà utilizzando per le fermentazioni in certi casi anche anfore. Poi come si intuisce dal nome sono pazzi di musica e ogni loro prodotto a un classico riferimento musicale “Cider Night Fiver “ oppure “Britney’s Pears “ o “cider sturdust” .

Pasquale Paky Livieri
Il Sorì, Roma
ETICHETTA ITALIANA: Alessandra Divella - Blanc de Blancs Dosaggio Zero.  Non chiamatelo Franciacorta anche se siamo a Gussago. I vini di Alessandra Divella, territoriali, esprimono il carattere, la potenza e l’energia che la giovane vigneron imprime alle sue micro-vinificazioni naturali con fermentazioni spontanee con l'utilizzo di cemento e/o barrique esauste. il Blanc de Blancs Dosaggio Zero al naso ha un rimando iniziale di panificazione e pasticceria con un accenno di burro, florealità bianca ma il meglio di sé lo esprime all’assaggio. Ingresso basato su una buona mineralità, racconta di pietre bianche e gesso, durezza ben integrata al rimando fruttato, dotato di grande freschezza e persistenza.

ETICHETTA STRANIERA: Consigliato per aprire le danze Mouzon-Leroux - l’Incandescent Extra-Brut (1g/l) Rosé di saignée (15 h di macerazione) da pinot noir della Marna. Completamente naturale, si lascia osservare per il colore appena accennato ma dal gran carattere. L’olfatto è concentrato su rimando al lampone, note di rosa e da tracce fumé nette ben integrate. La bevuta è evidenziata subito da un fine perlage e giocata su una nota lattica seguita da un’esplosione di frutti di bosco. L’abbinamento in questo caso è cromatico: tartare di gamberoni. Nel riportare l’ultima frase della retro-etichetta “ATTENTION, ce champagne apporte bien-être au corps et à l’esprit!” auguriamo a voi lettori tutti un radioso 2019.

Antonello Magistà
Pashà Ristorante, Conversano (BA)
ETICHETTA ITALIANA: C'è una bellissima novità in Puglia che è l’ultimo nato in casa d’Araprí, a San Severo. Si tratta di un nero di Troia con un abito da sera. È uno spumante rosè metodo classico, si chiama Sansevieria. Carattere dolce ma allo stesso tempo determinato, all'altezza delle più grandi bollicine (spumanti pardon!) italiane e non. Ritengo sia davvero una delle punte d’orgoglio dell’enologia pugliese. Non abbinatela, bevetela e basta perché risulterà perfetta sia per festeggiare che per pasteggiare. Il nome è in omaggio ad una ricerca botanica fatta dal principe di San Severo.

ETICHETTA STRANIERA: Champagne Encry Millésime 2009. Grand cru Blanc de blancs. È una delle etichette di un Rècoltant manipulant: Enrico Baldin con la moglie Nadia, grande orgoglio italiano in Champagne. E che Champagne!! Siamo a Le Mesnil-sur-Oger, villaggio Grand Cru, circondato dai vigneti di Monsieur Krug da un lato e del grande Salon dall’altro. Esagerate, è buonissimo auguri.

Mauro Mattei
Brand Manager
ETICHETTA ITALIANA: Botte 22 di Damiano Ciolli. Per quanto riguarda il panorama italiano, quest’anno non esco dal seminato della mia regione natale: il Lazio. Il vino è una novità assoluta (anche qui articolata sotto il segno del territorio) e il produttore un giovane leone della provincia romana: Damiano Ciolli, al debutto con l’annata 2017 di Botte 22. Un blend di Trebbiano e Ottonese (uve selezionate da vigne molto vecchie nel comune di Olevano Romano) affinato in botte grande. Un numero zero già accattivante, che lascia nel bicchiere spazio a grandi prospettive. Una chicca low cost e un progetto agli albori che merita di essere seguito attentamente.

ETICHETTA STRANIERA: Champagne 1er Cru Extra Brut NV “Les Meuniers de Clemence” di Lelarge-Pugeot. È un produttore del mio portfolio di importazione ma ci tenevo a inserirlo perché - a mio avviso - è una delle voci più interessanti del versante settentrionale della Montagne de Reims, in Champagne. Opera principalmente nel comune di Vrigny e il vino è a mio avviso il più rappresentativo della loro gamma. Le uve (100% Meunier), coltivate seguendo il protocollo dell’agricoltura biodinamica, sono elaborate con attenzione e delicatezza e nel bicchiere il vino ci ripaga con una grande espressività e riconoscibilità varietale e territoriale. Minerale e goloso, impreziosito da fini note ossidative, sposa la grande complessità a un sorso dinamico ed invogliante.

Walter Meccia
Four Seasons Hotel Firenze
ETICHETTA ITALIANA: Cascina Baricchi Et Voilà 2008. Natale Simonetta Lombardo in terra piemontese ogni anno tira fuori delle splendide bollicine. Mi sento di consigliare questo Blanc de Noirs, per la sua duttilità nell’abbinamento, sopratutto per un tutto pasto a Capodanno.

ETICHETTA STRANIERA: Bollinger “Special Cuvée” S.A. Un grande classico, che negli ultimi degorgement è uscito in grande spolvero. Bollicina da non perdere per queste feste.

Beppe Palmieri
Osteria La Francescana, Modena
ETICHETTA ITALIANA: Un rosé da antologia: pensare in grande e puntare dritto al gradino più alto del podio succede tutte le volte che in questo Paese una impresa familiare investe tempo e risorse per un progetto e un prodotto di grande qualità. Giulio Ferrari Riserva del Fondatore Rosé 2006 è tutto questo e molto di più: fine, esile e ficcante, riconoscibile nei tratti dell’italianità frizzante e corroborante. capolavoro. Cantina della Volta e il Mattaglio Rosé che profuma di Lambrusco di Sorbara. La campagna di prossimità modenese laboriosa e silenziosa, tempi lunghi e vini veri, buoni e franchi come mai prima d’ora.
Sì: per quest'anno due vini italiani

Fabrizio Pagliardi
Barnaba, Remigio, Barrique, Roma
ETICHETTA ITALIANA: Casa Caterina Cuvee 60 Nature. Complessità e vinosità, un non Franciacorta da provare per capire cosa potrebbe essere la Franciacorta.
ETICHETTA STRANIERA: Doyard cuvee vendemiaire. Uno chardonnay elegante e delicato con bolla leggera e avvolgente, ideale per accompagnare una cena di pesce

Alessandro Pipero
Pipero, Roma
ETICHETTA ITALIANA: È stato un anno che per lavoro ho provato e bevuto cose nuove, buone e di piccole produzioni... quindi “sono stufo”. Quest’anno me le sono comprate specificamente per me, e sono state le novità classiche dell’anno. Io per le feste berrò: Riserva Fondatore Ferrari rosé new, Sassicaia 2015.
ETICHETTA STRANIERA: Dom Perignon 2008

Alberto Piras
Il Luogo di Aimo e Nadia, Milano
ETICHETTA ITALIANA: Franciacorta Dosaggio Zero Noir 2008 Ca' del Bosco Ultimo nato in casa Ca' del Bosco, dosaggio zero ottenuto da solo pinot nero come dice il nome, con 9 anni come seconda fermentazione in bottiglia.
ETICHETTA STRANIERA: Prodotto complesso, secco, asciutto con bella acidità e il gusto piuttosto vinoso del pinot nero: è lo Champagne Extra Brut RD 2004 Bollinger punta di diamante della maison di Ay. Base pinot nero con aggiunta di chardonnay per uno champagne da intenditori, i 13 anni sui lieviti danno profondità eleganza e complessità a una delle grandi referenze della regione francese. Stile unico di Bollinger che lo produce solo nelle annate più importanti e rappresentative. RD è L’acronimo di “recentemet degorgè” a dichiarare la prolungata permanenza sui lieviti.

Marco Reitano
La Pergola, Roma
ETICHETTA ITALIANA: Allora, per un brindisi tutto italiano consiglierei la Cuvée Annamaria Clementi 2009 di Ca' del Bosco. Frutto di un lavoro di eccellenza, lo ritengo al vertice della categoria in Italia. L'annata 2009 è poi figlia di una vendemmia favorevole e unisce complessità a beva piacevolissima.
ETICHETTA STRANIERA: Andrei poi in Francia, per un brindisi esclusivo, quello con Dom Pérignon Legacy Edition 2008. Una bollicina unica, in edizione limitata, che segna il passaggio da Richard Geoffroy, chef de cave della maison per ventotto anni a Vincent Chaperon. Entrambe le firme sono leggibili sulla bottiglia, dal valore unico e solo per i grandi appassionati!

Francesco Romanazzi
Pastella Cucina, Roma
ETICHETTA ITALIANA: Ferrandes, Passito Di Pantelleria 2008. Per finire - o iniziare - l'anno nel più suadente dei modi, uno zibibbo straordinario per ricchezza e calore, denso e dolce come una spremuta di datteri, spigoloso e salato come uno scoglio pantesco. Al posto dei fichi secchi è perfetto.
ETICHETTA STRANIERA: J. Michel Stephan, Côte Rôtie 2016. Cercatelo e, se ci riuscite, trovatelo, questo austero syrah dagli intriganti profumi di spezie e mirtilli, quasi violento nel sorso tannico e reattivo. Vino elettrico, per dare una scossa ai palati intorpiditi dai cotechini grassi e saporiti.

Achille Sardiello
Pipero, Roma
ETICHETTA ITALIANA: Moscato d'Asti La Spinetta. Perché di solito il brindisi di Capodanno si fa con un panettone e questa bollicina con il panettone ci sta benissimo. Il matrimonio perfetto.
ETICHETTA STRANIERA: Bollinger RD 2002. Perché? Perché è il mio preferito in assoluto

Gianni Sinesi
Reale, Castel di Sangro (AQ)
ETICHETTA ITALIANA: Alta Langa For England Pas dosé Blanc de Noir Una bollicina italiana di gran gusto e qualità a un prezzo competitivo. Credo che l'Alta Langa sia una zona sottovalutata in Italia, anche per questo mi fa piacere segnalare questa bottiglia dell'azienda Contratto, realizzata con 100% uve pinot nero da vecchie vigne.
ETICHETTA STRANIERA: Champagne Special Club 2013 di J. M. Goulard Champagne di una piccola azienda di Prouilly, è la bollicina che più mi ha colpito nel 2018: per frutto, eleganza, grande piacevolezza, pulizia e soprattutto godibilità. Se penso al Capodanno, al senso di euforia che l'inizio di un nuovo anno dà, penso a questa bottiglia, secondo me l'accompagnamento perfetto per festeggiare l'inizio del 2019!

Ramona Ragaini
Andreina, Loreto (AN)
ETICHETTA ITALIANA: vi invito ad assaggiare il primo Franciacorta da uve erbamat creato dalla Barone Pizzini. Tesi 1 (molto carino anche il nome!) nasce dalla volontà di riscoprire un antico vigneto e quale migliore occasione del Capodanno per brindare con una bollicina che racconta tanto la nostra storia e le nostre origini? È un primo esperimento e direi davvero ben riuscito: provate per credere!
ETICHETTA STRANIERA: Champagne Lamiable Rose Brut grand cru 65% pinot noir e 35% chardonnay. Naso e colori affascinanti per un brindisi tutto rosa (eh che rosa!!!). Non lasciatevi ingannare però, le sue note ammiccanti al naso e il suo colore sgargiante lasciano spazio a una beva “carnosa” e vivace. Per nulla scontato, è uno Champagne che si lascia finire in un attimo!

Dario Spezzamonte
Estro - Vino e Cucina, Venezia
ETICHETTA ITALIANA: Omomorto 2016 Giovanni Menti Metodo Classico; torna Omomorto di Stefano Menti in versione Metodo Classico sboccato, durella in purezza - vitigno autoctono dei monti Lessini in provincia di Vicenza - per un vino dritto, pulito e croccante, che fa della spiccata acidità il punto di forza per un aperitivo che lascia la bocca perfettamente pulita. Senza solfiti aggiunti.
ETICHETTA STRANIERA: Champagne Bonnet Ponson Seconde Nature da vigne Premier Cru a Chamery, Montagne de Reims, una cuvee 45% pinot noir, 40% chardonnay e 15% pinot meunier per il primo Champagne senza solfito aggiunto prodotto dalla storica maison condotta dal giovane Cyril Bonnet. Champagne di grande finezza e persistenza, piacevolmente secco, non dosato, da aperitivo o per tutto il pasto.

Alberto Tasinato
L'Alchimia, Milano
ETICHETTA ITALIANA: Contratto For England Pas Dosé Blanc de Noir 2013. Da Piemontese non potrei non amare e consigliare una storica bollicina del mio territorio. 100% pinot nero senza dosaggio: questo è il vino per gli amanti delle grandi bolle a base di pinot nero. Incredibile freschezza, precisione e sapidità. Corposo, persistente, è un vino che stupisce per fragranza e mineralità. Un impeccabile equilibrio. E poi un'etichetta che mi fa impazzire anche esteticamente.

ETICHETTA STRANIERA: Champagne Brut Rosé 2009 - Pol Roger. Caratterizzato da gentilezza e morbidezza, come tutti gli Champagne etichettati Pol Roger. Rosa intenso e profondo il colore, con bollicine continue e persistenti. Cremoso e fresco allo stesso tempo, chiude con un finale piacevolmente agrumato che richiama il pompelmo. E poi è lo Champagne con cui ho celebrato la mia prima cena ufficiale in compagnia della mia fidanzata che lo ha adorato. Pertanto rimarrà sempre nel mio cuore!

Rudy Travagli
Enoteca La Torre Villa Laetitia, Roma
ETICHETTA ITALIANA: Quest’anno per il brindisi di Capodanno facciamo omaggio a una perla italiana oggi in difficoltà, Portofino. Con la Doc Portofino si produce Abissi Riserva esteticamente una piccola opera d’arte, un metodo classico prodotto da uve autoctone Bianchetta, Cimixià e Vermentino, affinato sul fondale davanti alla Baia del Silenzio a 60 metri di profondità. L’idea nasce da Pierluigi Lugano dell’Azienda Bisson di Chiavari, il primo a sperimentare una “cantina” in fondo al mare. Affinamento di 18 mesi, messa in commercio proprio per le feste natalizie.

ETICHETTA STRANIERA: La denominazione storica della Spagna per le bollicine è il Cava, nella zona del Penedès, vicino a Barcellona. Tra i più buoni troviamo il Gramona Gran Riserva Celler Battle, metodo classico bio prodotto con uve Xarel-lo e Macabeo, bello il colore giallo paglierino molto intenso, al naso profumi maturi con predominio di frutta secca tostata ed esotica ma ben bilanciato da una vena minerale quasi salmastra.

Fabio Turchetti
Giornalista
ETICHETTA ITALIANA: Alta Langa Riserva Brut Cuvée 120 Mesi 2006 Gancia. Dieci anni d'attesa, è vero, ma ne è valsa davvero la pena: per una pazienza ben ripagata, a simboleggiare i costanti progressi dell'Alta Langa. Classe sopraffina, note terziarie unite a toni floreali, frutta fresca e in confettura, palato sontuoso: un bijoux.

ETICHETTA STRANIERA: Brut 15 Ans Gosset. Un omaggio alla più antica maison de vin della Champagne, risalente al 1584: ma se ciò non bastasse, anche un trionfo di zafferano, agrumi e frutta secca, con passo e complessità di grande eleganza, oltre che di persistenza infinita

Matteo Zappile
Il Pagliaccio, Roma
ETICHETTA ITALIANA: Berlucchi 61 Nature Rosé 2011. Prima annata per una tra le aziende più storiche d’Italia. Un pinot nero in purezza suadente ed elegante, memorabile per le vacanze.

ETICHETTA STRANIERA: Krug Grande Cuvée 154 edition. Questa edizione particolare del porta bandiera della Maison identifica stile e purezza azienda francese. Krug is Krug... un evergreen

a cura di Antonella De Santis

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