Il celebre manuale di cucina di Pellegrino Artusi debutta a Pechino

5 Mar 2024, 17:38 | a cura di
"La Scienza in cucina e l’Arte di mangiare bene", opera cardine della cultura gastronomica italiana arriva in Cina. Il sottotitolo scelto dai cinesi "La Bibbia della cucina mediterranea"

In quante lingue si può leggere “La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene”? Almeno in undici, dal 2024 cinese compreso. Il best long seller del Pellegrino Artusi che ha attraversato epoche, dal 1891 valica anche i continenti.
Dopo aver diffuso ricette, aneddoti e aforismi del dotto commerciante forlimpopolese in tutta la vecchia Europa, qualche anno fa la prima frontiera conquistata a Oriente era stata quella giapponese, ora, nell'anno del dragone le 790 ricette italiane d'autore arrivano anche nel Paese del cibo yin o yang.

Il progetto di traduzione

La versione cinese del celebre manuale che fatto l'unità degli italiani a tavola, ma anche nella lingua, fa seguito a quelle in catalano, francese, inglese, olandese, polacco, portoghese, russo, spagnolo, tedesco, giapponese. Il progetto di traduzione è iniziato nel 2021, ma come sottolinea la presidente della Fondazione Casa Artusi Laila Tentoni «era già in animo a partire dal 2014, anno dalla missione di Casa Artusi in Cina».
Il volume, in elegante rilegatura in rosso con custodia verde, colori che uniti alle pagine bianche formano ovviamente un tricolore, è stato realizzato dall'editore cinese Hunan Fine Arts Publishing House, della Cina meridionale, con Casa Artusi e grazie al sostegno della Regione Emilia-Romagna, Comune di Forlimpopoli, Ambasciata d'Italia a Pechino, Istituto Italiano di Cultura di Pechino e Aife/Filiera Italiana Foraggi.
«Alla fine come sempre il tempo è stato galantuomo. Quando La scienza in cucina fu scritta nessun editore si prestò per pubblicarlo e Artusi, che non mancherà di rinfacciarlo per il resto della vita, lo pubblicò da sé. Con il tempo il ricettario si è insinuato nelle famiglie italiane, in tutte, per non uscirne più - racconta Laila Tentoni di Casa Artusi -. Diventa il romanzo gastronomico della cucina italiana e viene copiato, piratato, tradotto nei secoli a venire».
Gli elementi che ne hanno determinato il successo sono molteplici.
«Artusi ha saputo rappresentare come nessun altro mai la cultura gastronomica italiana – continua Tentoni – motivo per cui ha poi viaggiato seguendo due correnti. Nelle valigie dei migranti italiani che volevano portare con sé un pezzo del loro Paese, poi è stato giudicato indispensabile da tutti coloro i quali amano la cultura italiana».
Ricette, ingredienti, espressioni tipiche italiane, una buona dose di battute ironiche, non è stato un lavoro semplice da rendere nella lingua di un paese tanto lontano e di cultura così differente, per di più con una cucina codificata molto più antica. Il traduttore è stato individuato dall'Istituto di cultura italiana di Pechino nella persona di Zheng Wen (Federico Wen), direttore del dipartimento di lingua italiana all'Università di lingue straniere di Pechino, accademico della Crusca, già traduttore di Dante, Boccaccio, Calvino, Eco e ora Artusi, new entry nell'illustre compagnia dei letterati italiani. La prima edizione è stata tirata in 3000 copie (costo il corrispettivo di una quarantina di euro), è reperibile solo in Cina, acquistabile per gli occidentali sul sito della casa editrice cinese. Artusi ha funzionato sempre come elemento culturale e promozionale dell'Emilia-Romagna e come tale viaggerà anche in questa versione, con le missioni della Regione Emilia-Romagna e le aziende, da adesso in poi nelle varie missioni nella Repubblica cinese.

 

«L’Artusi non è solo un ricettario, è un’opera collettiva che l’autore scrisse e sperimentò con i suoi lettori di tutto il Paese. Le ricette sono accompagnate da storie, curiosità e aneddoti che lo rendono un intramontabile best seller apprezzato in tutto il mondo - hanno detto gli assessori regionali alla Cultura Mauro Felicori e all'Agricoltura Alessio Mammi -.
È indubbiamente il libro più famoso e letto sulla cucina italiana, fonte di ispirazione per generazioni di grandi cuochi, e non solo. È un'opera parte integrante della storia e della cultura italiane, ed è per questo che continua a essere sempre più apprezzata all'estero. Del resto il cibo non è solo nutrimento del corpo, ma è cultura. Attraverso il cibo si racconta l’identità dei nostri territori e delle comunità».
Casa Artusi continua intanto il proprio lavoro per promuovere la cucina italiana, tutta, come patrimonio mondiale immateriale Unesco, proprio nel nome di Pellegrino. E ora che lo stesso Artusi può parlare potenzialmente anche a una popolazione di un miliardo e mezzo di persone l'impresa potrebbe essere anche più a portata di mano.

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