C.a.c.c.a. a Bologna. Il nome che non ti aspetti per la galleria d'arte che celebra la cultura alimentare

24 Set 2015, 14:22 | a cura di

Poco più di 20 metri quadri per questo Centro d'arte sui generis, che con ironia affronta il rapporto tra cibo e design, regalando a Bologna un nuovo spazio dove confrontarsi con la cultura alimentare. In calendario incontri con chef, artisti, nutrizionisti, performance e mostre che portano sotto i riflettori l'esperienza conviviale del nutrirsi. 


Un Centro per fare cultura alimentare a Bologna. L'idea di Panem et Circenses

C.a.c.c.a, ovvero Centro per arte contemporanea di cultura alimentare. L'acronimo è di quelli che denunciano a chiare lettere (è il caso di dirlo) il desiderio di provocare. E attirare sul progetto tanta visibilità. Ben riposta, per dir la verità, perché l'idea di Ludovico Pensato e Alessandra Ivul – vincitori del bando Incredibol, in nome del collettivo Panem et Circenses – è quella di inaugurare uno spazio sperimentale aperto al pubblico, dove il design sia al servizio del cibo, e viceversa. Con questo obiettivo apre i battenti in via Solferino, a Bologna, un piccolo locale (22 metri quadri) dedicato alla rete di relazioni che trova un significato a partire dal cibo e dalla cultura dello stare insieme, meglio se intorno a un tavolo. I ragazzi non sono nuovi all'impresa, ideatori di happening, performance e installazioni che a Bologna avevano già trovato ospitalità presso gallerie e rassegna d'arte; ma dopo una parentesi berlinese, il duo torna all'ombra delle Due Torri per animare uno spazio permanente. Per la prima volta in città.

In esposizione l'eat design, l'esito dell'incontro tra il cibo e l'arte contemporanea, per articolare un percorso degustativo-artistico che stimoli i visitatori del Centro, coinvolgendoli in prima persona nell'elaborazione di ricordi e sensazioni inerenti al piacere di mangiare. Si parte dalla proiezione di un filmato sul cibo; poi, a ognuno sarà chiesto di formulare una domanda, di getto, e scriverla sul facsimile di una banconota, che confluirà nella “cassa” del collettivo. Nei prossimi mesi i quesiti saranno sottoposti a chef, artisti, nutrizionisti chiamati a interagire con il progetto, protagonisti di incontri organizzati nel Centro di via Solferino.

Cos'è C.a.c.c.a. E cosa rappresenta per la città

Un allestimento interattivo, dunque, che porrà l'accento su video, foto e oggetti che parlano di cibo, per una riuscita affidata alla collaborazione di tutti, cittadini in primis, non più solo spettatori, ma attori di un progetto che si propone di responsabilizzare la comunità sul tema del cibo. E così lo definisce Matteo Lepore, Assessore all'Economia e alla Promozione di Bologna, intervenuto all'inaugurazione: “un attivatore della comunità che deve stimolare i cittadini a mettersi in campo e sperimentare. Nella città del cibo c'è posto per F.i.c.o. e per C.a.c.c.a., perché è importante mostrare gli innumerevoli modi per approcciarsi al cibo. Qui si farà avanguardia”. Ma lo spazio sarà anche luogo di progettazione commerciale per aziende e istituzioni e quindi non solo galleria d'arte, ma più propriamente galleria di produzione, aperta alla collaborazione con altri artisti. Il calendario degli appuntamenti è ancora in fieri, ma per il 2016 il duo creativo ha già in programma performance sul tema dell'Utopia di Thomas More. E intanto si prefigge di “mettere sotto una luce diversa lo stra-masticato binomio arte-cibo”.

 

C.a.c.c.a | Bologna | via Solferino, 33 | www.facebook.com/panem.etcircenses.3?ref=hl

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