Carlo Cracco in cucina per l'ambiente con Ifad. In video con Ricette per il cambiamento

5 Giu 2015, 12:58 | a cura di
Il 5 giugno 2015, l'Ifad trasmette “Ricette per il cambiamento”, il video a sostegno dell'ambiente che vede i grandi chef cucinare con ingredienti a rischio. Per l'Italia c'è Carlo Cracco.

Il progetto

È la Giornata Mondiale dell'Ambiente e a dominare la scena è sempre lui: il nostro amato/odiato Carlo Cracco. Già, perché lo chef stellato e ormai noto volto televisivo ha aderito alla campagna del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (Ifad) “Ricette per il cambiamento”. Il 5 giugno, giornata dedicata all'ambiente, lo chef si impegna a sensibilizzare l'opinione pubblica sull'impatto che il cambiamento climatico sta avendo su ciò che mangiamo.

Lo chef

Dobbiamo aiutare chi lavora per recuperare, per far sì che ci sia un cambiamento nel modo di contrastare la lotta al clima, al cambiamento del clima”, queste le parole dello chef in merito alla problematica sociale, da lui definita “un dato di fatto che forse si può rallentare, ma non si può fermare”. Ma in cosa consiste il progetto? “Ricette per il cambiamento” è un contenuto video che raccoglie la testimonianza di grandi chef, impegnati a realizzare piatti gourmet utilizzando prodotti minacciati dal cambiamento climatico, che sarà trasmesso il 5 giugno per attirare l'interesse del pubblico.

Ifad

L'Ifad vuole aiutare i Paesi in via di sviluppo da un punto di vista agricolo, insegnando loro ad adattarsi alla tipologia del territorio. Nei mesi scorsi Cracco si è recato in Marocco per apprendere quanto forte sia l'impatto climatico sul cibo e ha potuto verificare di persona il rischio cui vanno incontro i tartufi marocchini, minacciati dalla desertificazione e dal pascolo indiscriminato. Da questa esperienza ha portato con sé una ricetta della tradizione locale, che rischia di scomparire: Tajin di agnello e tartufo marocchino. Il messaggio dello chef è forte e chiaro:“è importante costruire qualcosa per gli abitanti del luogo, perché non se ne vadano, perché rimangano e non si spostino da qui”.

a cura di Michela Becchi

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