Addio Angiolina, fondatrice dell'omonimo ristorante a Marina di Pisciotta. Una vita dedicata alla cucina

5 Giu 2018, 08:30 | a cura di

Se ne è andata all'età di 96 anni Angiolina, ideatrice dell'omonimo locale a Marina di Pisciotta, oggi ristorante di pesce d'autore, in origine punto di ristoro per gli operai della rete ferroviaria. Il nostro ricordo della cuoca.

 

Orto e mare, sapori, colori e profumi del Cilento. Tutto concentrato in un pranzo o in una cena dai ritmi lenti e cadenzati, in una dimora domestica con tavoli all'aperto sotto al pergolato che nel tempo si è fatta promotrice della bellezza e bontà della terra e dell'acqua circostanti. Quella di Angiolina a Marina di Pisciotta è una tavola essenziale ma mai banale, da tempo insignita con i Tre Gamberi (massimo riconoscimento) dalla nostra guida Ristoranti d'Italia. Ai fornelli, Rinaldo Merola, oste d'eccellenza in grado di intrattenere gli ospiti con aneddoti e storie divertenti, serviti insieme a ogni portata.

Angiolina. Gli inizi

A creare il locale negli anni '50, però, mamma Angiolina, cuoca gioviale forte del tipico spirito campano che negli anni ha saputo trasformare la trattoria in uno dei principali punti di riferimento per la cucina regionale di qualità. Una donna di carattere, aperta e cortese, sempre pronta ad accogliere abitanti e forestieri con un sorriso e una battuta, che lo scorso martedì 29 maggio se ne è andata all'età di 96 anni. Dopo aver dedicato tutta la vita alla cucina. Un impegno cominciato nel 1958, durante i lavori per il raddoppio della rete ferroviaria: erano infatti gli operai i primi umili clienti di questo ristoro a gestione familiare semplice ma sempre buono, di quelli che non riservano mai cattive sorprese. Una cucina che proprio nell'essenzialità della sua offerta ha trovato nel tempo la chiave di volta privilegiata per conquistare il palato di tutti. Un locale delizioso nata in tempi non sospetti, quando Marina di Pisciotta era poco meno che un villaggio di pescatori, e Angiolina offriva ai lavoratori stanchi un piatto caldo da gustare con calma, principalmente a base di carne.

L'evoluzione

Col tempo, però, il mare ha cominciato ad avere la meglio, e quella costa nascosta dai fiori delle piante del profumato giardino si è inserita sempre più al centro della cucina di Angiolina, diventata in poco tempo una delle migliori cuoche della zona, non più solo per gli operai ma per chiunque avesse voglia di fuggire alla quotidianità rifugiandosi in un vero tempio del gusto. Sono trascorsi esattamente 60 anni da quando la ristoratrice ha iniziato a muovere i primi passi in cucina senza tante pretese, e nel frattempo il piccolo borgo è diventato un'aggraziata cittadina di villeggiatura incorniciata dal verde dell'entroterra cilentano. Ma l'insegna è rimasta orgogliosamente baluardo e portavoce della tradizione e delle risorse locali. La vecchia osteria è diventata essenzialmente un ristorante di pesce, una sorta di oasi per tutti gli amanti dei sapori iodati.

Il locale oggi

96 anni, di cui 60 trascorsi in cucina. Fino alla fine, pur avendo passato il testimone al figlio, Angiolina è rimasta fedele alla sua insegna, continuando a dispensare consigli, sciorinando ogni portata del menu. Mantenendo viva la tradizione, la memoria storica del paese e della gastronomia locale. In un luogo fermo nel tempo, che negli anni si è evoluto e rifinito, senza mai perdere quell'atmosfera retrò degli inizi. Una vita vissuta a pieno, inebriata dal profumo di mare mescolato a quello dei piatti che lei stessa prima e suo figlio dopo, hanno preparato per anni fianco a fianco nella loro cucina. Angiolina, con la sua allegria e tenacia, ci ha lasciati, ma il suo ricordo rimarrà sempre intatto nel cuore di ogni cliente che ha avuto la fortuna di sedersi alla sua tavola. Una memoria che continuerà a vivere grazie ai racconti di Rinaldo, portavoce unico di una tradizione ancestrale, narratore di una storia che continuerà a permeare l'atmosfera del locale.

Angiolina – Marina di Pisciotta (SA) – via Passariello, 2 - 0974973188 - www.ristoranteangiolina.it/

a cura di Michela Becchi

 

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