Mani in Pasta. Così l’italianità conquista Lisbona

22 Mar 2016, 12:30 | a cura di

Tre ragazze italiane stanno conquistando Lisbona con la loro pasta fresca. Il punto però non è tanto la pasta ma il mondo così stimolante che le circonda. E che ci hanno raccontato.  

L'obiettivo? Divulgare e condividere l'immenso patrimonio gastronomico italiano facendo conoscere, ai portoghesi e non, i piatti tipici e alcune location private e pubbliche di Lisbona, solitamente non collegate al mondo del food. Parliamo delle ragazze di Mani in Pasta, Elisa Sartor, Valentina Toscano (entrambe architette) e Irene Altieri. Che, all'inizio delle loro storia, potevano contare anche sulla componente maschile di Paolo Andreoni. “Tutto è nato nell'ottobre del 2014 in maniera informale. Per tenere viva la nostra identità abbiamo cominciato a organizzare parecchie cene con gli amici, poi ci siamo messi a fare le cose sul serio. Il primo evento 'ufficiale' l'abbiamo fatto al Mercato di Santa Clara. Un pranzo domenicale per 40 persone, usufruendo della cucina del mercato stesso”. Un mercato che mette a disposizione una cucina, pagando un semplice affitto, cosa pressoché inesistente in Italia, tra l’altro.

Pasta fresca e spazi inediti

Il fil rouge del nostro progetto è da sempre la pasta fresca, immancabile in ogni pranzo o cena organizzate. Al mercato abbiamo preparato gli gnocchi”. Oltre ai pasti principali Mani in Pasta organizza anche merende e aperitivi con polpette, bruschette, scarpette. Nulla di nuovo (in Italia) ma una novità a Lisbona, città che per molti aspetti viaggia a ritmi veloci e costanti. Con location innovative, un brulicare di associazioni culturali e una burocrazia decisamente più snella rispetto a quella nostrana (beh, ci vuole poco). Ma come funzionano esattamente le cose lì? “Ora che siamo un'associazione culinaria, Mip, è tutto molto più semplice. Non che prima fosse complicato. Mani in Pasta vuole far conoscere al pubblico spazi inediti, sia pubblici che privati, così basta presentare il progetto ai diversi referenti e una volta approvato paghiamo la quota o l'affitto pattuito. Semplice”. Senza ovviamente dimenticare la loro cultura architettonica. “Visitiamo le papabili location e pensiamo fin da subito a come allestirle”.

Viaggio virtuale tra le realtà urbane di Lisbona

I posti interessanti sono molti, e spesso collaboriamo con alcune associazioni. Rés do Chão è un progetto di recupero e rigenerazione urbana attraverso la rioccupazione e la riabilitazione dei piani terra nel quartiere Sao Bento. Con loro abbiamo organizzato parecchi eventi. Collaboriamo spesso anche con un negozio a Martim Moniz, un quartiere dove si sta vivendo una riqualificazione urbana. Si chiama Cortes e netos, fortemente voluto da quattro nipoti che si sono trovati in mano un'eredità pazzesca: il nonno comprava scarti industriali di Azulejos (maioliche di ceramica) tanto da diventare un collezionista. Così i nipoti hanno aperto un negozio dando una second life a queste mattonelle. Qui abbiamo organizzato due eventi, dove delle mini mattonelle fungevano da piatti. Alla fine della serata ogni avventore poteva portarsele a casa”.

Insieme alle ragazze di Mani in Pasta ripercorriamo i quartieri di Lisbona. E così andiamo in un antico palazzo, per metà casa di riposo per vedove e per metà acquisito dalla fondazione Inatel, sempre nel quartiere Martim Moniz, e nell'associazione de la Moreira, una residenza artistica che tutti i lunedì chiude. “Solo per quel giorno diventa il nostro pop up restaurant dove abbiamo cominciato a proporre il format 20x20, ovvero dei workshop di 20 persone, che pagano 20 euro a testa, dove insegniamo a fare la pasta fresca, nei formati più tradizionali e popolari: cavatelli, mugnaia, strozzapreti, tagliolini..”.

I prodotti e i fornitori

Che prodotti utilizzate? “Locali e bio, con l'unica eccezione della pasta La Molisana, che è sponsor tecnico. Solitamente compriamo nel negozio Miosotis o nei mercati locali”. Che mercati consigliate? “Tolti quelli tradizionali, dove si trova solo frutta e verdura, suggeriamo quelli Da Ribeira e Campo de Ourique, entrambi con proposte gastronomiche (alcune sono spin-off di ristoranti già presenti in città) davvero meritevoli”.

Mani in Pasta, da quest'anno sta portando avanti anche una sorta di indagine di mercato, chiedendo a tutti i suoi utenti (per la maggior parte Facebook) quali siano i posti dove si fermano a bere una birra dopo il lavoro. A Lisbona i più frequentati sono Cafè Tati, Tasca Mastai e alcuni chioschetti nel mirador. A Milano, super gettonato il Frida, mentre a Roma vanno per la maggiore i bar del Pigneto. “L'obiettivo finale è di realizzare una mappa completa, che sia davvero utile ai visitatori allergici ai posti acchiappa turisti”.

Progetti presenti e futuri

Ultimamente si stanno dedicando al catering: “Abbiamo seguito quello in occasione del festival del cinema italiano. E ci stiamo preparando al Paratissima, dal 20 al 24 luglio, sempre qui a Lisbona”. Durante Paratissima - festival nato come costola (ma anche in contrapposizione) ad Artissima a Torino - esporranno giovani artisti, non ancora inseriti nel circuito d'arte ufficiale, nei quartieri di Alfama, Mouraria, Castello. “Per questa occasione abbiamo ideato una t shirt gigante (sorretta da una stampella altrettanto gigante) con la frase 'we are what we eat'. Ora stiamo decidendo il muro più adatto dove istallarla”.Inoltre collaborano spesso con FabLab, una rete di laboratori che mette a disposizione attrezzature e conoscenze ai giovani creativi. Per conto loro si dovranno occupare del catering per l'evento di chiusura stagionale del Teatro Maria Matos.

Un'altra bella iniziativa, che sta prendendo parecchio piede a Lisbona, sono le merende o gli aperitivi preparati in occasione delle despedidas o i traslochi”. Sì avete capito bene. “L'idea è nata quando una coppia di amici doveva trasferirsi e dunque sbarazzarsi di tutti i mobili, allora hanno pensato di organizzare una grande asta con aperitivo d'accompagnamento”.

Ma dove guadagnano esattamente? “Durante il primo anno guadagnavamo con gli incassi degli eventi (ovviamente ci siamo tenuti il primo lavoro da architette e questo progetto lo seguivamo nei ritagli di tempo e durante le nottate), quest'anno stiamo puntando molto sui catering, come detto prima, e sul merchandising”. Mani in Pasta crea e vende una linea di borse, Mip Design: dimmi cosa mangi, ti dirò che borsa sei; e a breve di borracce “anche per una questione di sostenibilità”, e di porta pranzi: “Che poi più avanti conterranno le schiscette preparate direttamente da noi. Ora ci stiamo allenando con i picnic: due o tre panini dentro una nostra tote bag”. A voi non sembra tutto così stimolante?

www.maniinpasta.co

a cura di Annalisa Zordan

 

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