Caro Bordeaux ti scrivo... Ecco come gli operatori vinicoli inglesi chiedono alla Francia di abbassare i prezzi del vino

2 Feb 2015, 17:25 | a cura di
La crescita incontrollata del livello dei prezzi di vendita dei vini del Bordeaux preoccupa gli operatori del Regno Unito, che, compatti, redigono una lettera aperta per far valere le proprie ragioni e sperare in una correzione a ribasso del mercato.

Preoccupati, imploranti e anche arrabbiati, ma con stile... British. Ecco come appaiono gli operatori dell'industria vitivinicola del Regno Unito che, prima che sia troppo tardi, hanno ben pensato di scrivere una lettera aperta con destinatari “châteaux, courtiers e négociants” di Bordeaux.
La richiesta è sempre la stessa, da ormai qualche anno a questa parte: abbassare i prezzi in vista della campagna en primeur ormai prossima. Attacco deciso che va dritto al cuore del problema: “In quanto commercianti e sostenitori di lunga data dei grandi vini di Bordeaux e desiderosi di vederli ancora prosperare nel tempo, siamo molto preoccupati per i livelli dei prezzi attuali. La prospettiva di un'altra campagna en primeur povera, quest'anno potrebbe provocare un danno reale. Quindi vi invitiamo a cercare una soluzione pratica”.
Quale soluzione è presto detto: dimenticare il glorioso passato prossimo - quando si sono sfiorati i 700 europer una bottiglia di Lafite - e tornare una volta per tutte con i piedi per terra. “Già da tempo il mercato aveva bisogno di una correzione per tornare ai livelli della vendemmia 2008. I giorni inebrianti del 2010 e del 2011, quando l'Estremo Oriente era in piena espansione, sono ormai lontani; ma temiamo ci possa essere a Bordeaux una certa riluttanza a riconoscere questa realtà, così come a prendere atto del clima finanziario attuale”. Non basta.
La lettera rosso Bordeaux dei commercianti inglesi punta il dito soprattutto contro i prezzi delle annate 2011-2012-2013, che sono rimasti sui livelli degli anni precedenti, senza tener conto di un mercato stanco e delle rimanenze ancora da piazzare. Non manca, poi, un invito a ripensare al senso della vendita en primeur: “Non dobbiamo dimenticare che al centro dell'acquisto en primeur c'è una fiducia da parte del cliente che accetta di anticipare il proprio denaro in cambio di un prezzo pre-release, sapendo che quel vino non sarà disponibile in un secondo momento per un importo minore”.
Ma questo meccanismo, da 4-5 annate a questa parte, non è più così scontato.Chiusura supplichevole che suona, allo stesso tempo, come un avvertimento: “Vogliamo avere nuovamente un mercato eccitato per poter promuovere le nuove annate, ma possiamo farlo col cuore solo se crediamo che qualità e prezzi siano abbastanza allineati”. Entendez-vous?
Firmato Armit Wines, Berry Bros & Rudd, Bordeaux Index, Corney & Barrow, Farr Vintners, Fine & Rare Wines, Justerini & Brooks, Lay & Wheeler, Majestic Wines, Seckford Wines, Wilkinson Vintners, The Wine Society.
Adesso si attendono risposte da Bordeaux che, probabilmente arriveranno con l'annuncio del primo prezzo rilasciato sul mercato. O con nuovi ritiri dalla campagna en primeur, come è già avvenuto in passato con nomi di spicco. Non ultimo il prestigioso Château Latour.

a cura di Loredana Sottile

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