Viaggio tra i vitigni autoctoni: il nero d’Avola

22 Feb 2016, 17:00 | a cura di

Oggi vi parliamo di uno dei vitigni autoctoni più famosi della Sicilia: il nero d'Avola. Ecco la sua storia e le sue caratteristiche.


Storia e territorio

Il nero d’Avola è il più famoso vitigno autoctono a bacca rossa della Sicilia. Come molte altre varietà, è stato introdotto nell’isola ai tempi della colonizzazione greca e conserva memoria delle sue antiche origini nella tradizionale forma d’allevamento ad alberello.

Oggi viene coltivato in quasi tutta la regione, ma è originario delle contrade siracusane di Noto e Pachino. In quest’area ha trovato l’habitat perfetto, grazie a un clima secco e ventilato, mitigato dalle brezze del mare e protetto a nord dai monti Iblei. Se è certa la sua provenienza geografica, non si può dire lo stesso riguardo al nome. Il nero d’Avola, infatti, è tradizionalmente chiamato anche calabrese, ma oltre lo stretto non vi è traccia di una sua presenza storicamente accertata. Il nome calabrese pare derivi dal termine dialettale calaulisi o calarvisi, formato dalle parole con le radicicalau e aula, che indicavano la provenienza dell’uva dalla città di Avola. Il termine calabrese è stato poi spesso utilizzato nell’ottocento per motivi commerciali. I vini calabresi, infatti, venivano acquistati dai francesi, che li ritenevano particolarmente adatti per dare corpo e colore ai lori rossi. Negli ultimi decenni, il nero d’Avola ha saputo progressivamente cambiare la sua identità. Da semplice vino da taglio si è affermato come uno dei rossi siciliani più interessanti. L’attenta selezione in vigna, che ha privilegiato basse rese e le vinificazioni più accurate, hanno permesso al nero d’Avola di raggiungere vertici qualitativi di vera eccellenza, unendo alla tradizionale intensità e struttura, un profilo più elegante e un’interessante capacità di evolvere nel tempo.

 

Caratteristiche

Il vitigno nero d’avola ha un grappolo piuttosto grande, con acino medio dal colore blu molto scuro, con una buccia abbastanza sottile e pruinosa. Per la sua sensibilità alle muffe, predilige le esposizioni asciutte e ben ventilate. Esprime al meglio le sue qualità su suoli poveri e ricchi di calcare, che limitano naturalmente la produzione delle piante e donano vini con buona concentrazione di aromi e maggior finezza ed eleganza. Il vino ha un colore rosso rubino molto intenso, che con l’invecchiamento vira al granato. Il nero d’Avola giovane, soprattutto se vinificato in acciaio, conserva un aroma piacevolmente fruttato d’amarena, prugna e more. Con l’affinamento in legno, il bouquet si arricchisce di profumi più complessi ed eterei. Al frutto si uniscono note terziarie di spezie, cuoio, carruba, liquirizia, cannella, sentori tostati e nuances balsamiche. Ha un buon corpo, un grado alcolico piuttosto elevato, con trama tannica morbida e un’acidità, che ne garantisce un buon potenziale d’invecchiamento.

Il nero d’Avola si abbina molto bene con i primi piatti importanti della cucina siciliana, le carni rosse e bianche arrostite o grigliate. Le versioni più giovani e fragranti, possono accompagnare anche a una tagliata di tonno.

 

Produttori

Molti i produttori di rilievo, tra le etichette di maggior pregio segnaliamo: il Sicilia Nero d’Avola IGT Cembali di Baglio di Pianetto, il Sicilia Nero d’Avola IGT Versace di Feudi del Pisciotto, il Sicilia Nero d’Avola IGT Saia del Feudo Maccari, Sicila Nero D’avola DOC Deliella del Feudo di Butera, il Terre Siciliane Nero d'Avola IGT Lu Patri del Baglio del Cristo di Campobello, il Sicilia Nero D’Avola DOC Sàgana di Cusumano e il Sicilia Nero d'Avola IGT Harmonium di Firriato.

 

a cura di Alessio Turazza

 

Per leggere Viaggio tra i vitigni autoctoni: trebbiano di Lugana clicca qui

Per leggere Viaggio tra i vitigni autoctoni: la lacrima di Morro d’Alba clicca qui

Per leggere Viaggio tra i vitigni autoctoni: la durella clicca qui

Per leggere Viaggio tra i vitigni autoctoni: il carricante clicca qui

Per leggere Viaggio tra i vitigni autoctoni: il grechetto di Todi clicca qui

Per leggere Viaggio tra i vitigni autoctoni: la passerina clicca qui

Per leggere Viaggio tra i vitigni autoctoni: la petite arvine clicca qui

Per leggere Viaggio tra i vitigni autoctoni: il semidano clicca qui

Per leggere Viaggio tra i vitigni autoctoni: il raboso del Piave clicca qui

Per leggere Viaggio tra i vitigni autoctoni: il cagnulari clicca qui

Per leggere Viaggio tra i vitigni autoctoni: la vernaccia di Oristano clicca qui

Per leggere Viaggio tra i vitigni autoctoni: la nosiola clicca qui

Per leggere Viaggio tra i vitigni autoctoni: il frappato clicca qui

Per leggere Viaggio tra i vitigni autoctoni: la nascetta clicca qui

Per leggere Viaggio tra i vitigni autoctoni: l'asprinio d’Aversa clicca qui

Per leggere Viaggio tra i vitigni autoctoni: il nerello mascalese clicca qui

Per leggere Viaggio tra i vitigni autoctoni: il biancolella clicca qui

Per leggere Viaggio tra i vitigni autoctoni: il prié blanc clicca qui

Per leggere Viaggio tra i vitigni autoctoni: la tintilia clicca qui

Per leggere Viaggio tra i vitigni autoctoni: la vitovska clicca qui

Per leggere Viaggio tra i vitigni autoctoni: il timorasso clicca qui

 

 

linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram