Cambiamenti climatici: quali conseguenze per i nostri vigneti?

23 Giu 2015, 08:30 | a cura di
Come cambierร  la viticoltura con l'aumento delle temperature. Nuovi scenari attendono il settore che potrebbe dover modificare le strategie produttive. I grandi consorzi giร  si muovono. Ma intanto che estate ci attende?

Immaginate questo scenario tra cento anni: i vigneti di Chardonnay in Trentino a 1.000 metri di altitudine, alla ricerca di quelle temperature, decisive per profumi e aromi, che una valle troppo calda non รจ piรน in grado di offrire; le colline della Toscana che non riescono piรน a dare al Sangiovese il giusto equilibrio, a causa di estati torride e siccitose, con temperature minime troppo alte, e scarso equilibrio nella composizione dei mosti; infine, tempi di raccolta sempre piรน anticipati rispetto alla norma e spostamento degli areali di coltivazione. Per ora sono ipotesi, una sorta di fantaviticoltura, ma il settore potrebbe essere costretto a rivedere le modalitร  di produzione.

Obiettivi e metodi di controllo

Due droni con foto, videocamere, sensori e campionatori registreranno da questo mese dati ambientali in una missione dellโ€™IssiaCnr, sui fronti marini dei tre ghiacciai di Kronebreen, Kongsbreen e Conwaybree, nelle Svalbard in Norvegia. Si studierร  lo scambio termico mare-ghiaccio per ottenere informazioni e immagini mai raccolte prima.
Contenere aumento a 2ยฐC รจ tra gli obiettivi espressi dal recente G7 in Germania c, dove i Paesi si sono impegnati a ridurre le emissioni di gas serra (dal 40% al 70% entro il 2050) per contrastare i cambiamenti climatici, in vista della conferenza sul clima di Parigi di dicembre. Saranno cento i miliardi impiegati da qui al 2020 per scopi ambientali. L'imperativo รจ decarbonizzare l'economia globale, ma anche consentire ad Africa e Paesi in via di sviluppo di accedere alle rinnovabili, eliminando i sussidi ai combustibili fossili.

Il convegno Aiam

Gli esperti, ricercatori e tecnici, di agrometeorologia riuniti a Trento, per il 18ยฐ convegno Aiam presso Fondazione Mach, lo hanno detto chiaramente: il clima puรฒ rappresentare un duro avversario, sia dal punto di vista della sostenibilitร , delle fonti di energia e della qualitร  delle produzioni. I grandi consorzi a livello mondiale si stanno giร  muovendo, cosรฌ come importanti marchi internazionali, da Constellation a Diageo. A Bordeaux, ad esempio, il comitato interprofessionale, viste le difficoltร  del Merlot, ha deciso in via sperimentale (il periodo sarร  di otto anni) di consentire l'uso di vitigni ibridi, attualmente non previsti dal disciplinare delle varie Aoc. Ed รจ dello scorso anno la decisione del Consorzio del Brunello di Montalcino di introdurre la facoltร  di utilizzare l'irrigazione di soccorso in annate particolarmente siccitose (si ricordi la 2012).

Temperature e qualitร  delle uve e del vino

In Emilia-Romagna, tra 1991 e 2014, uno studio dell'Arpa (Agenzia regionale per l'ambiente) ha evidenziato come il trend climatico abbia provocato deficit idrico e, di conseguenza, la necessitร  di irrigare la vite, anche nelle aree di pianura, dal Trebbiano di Romagna, al Lambrusco, del modenese-reggiano. I dati parlano chiaro: โ€œIl cambiamento negli ultimi decenni รจ evidente. Uno dei primi effetti รจ stato un generale anticipo della raccolta, cosรฌ come il periodo d'apertura delle gemme, che in vent'anni รจ stato di 14 giorniโ€ ricorda Emanuele Eccel(Dipartimento agroecosistemi sostenibili e biorisorse - Fondazione Mach). Gli scenari possibili โ€œLe nostre simulazioni per il futuro (nell'ambito dei progetti Fenovitis ed Envirochange; ndr) ci dicono che da qui a fine secolo le temperature si alzeranno su valori compresi tra 1,5 e 4 gradi. Ad esempio in Trentino, per i vitigni da basi spumanti i problemi si legherebbero a uve raccolte con troppo anticipo che, con temperature alte, potrebbero presentare bassa aciditร  e minore sviluppo di aromi. Questo ci porta a dire che nella nostra regione si potrร  coltivare la vite fino a oltre mille metri entro il 2100. Mentre le uve a bacca rossa potrebbero avere problemi in relazione allo sviluppo degli antociani e, quindi, al colore dei viniโ€. รˆ vero che diversi studi internazionali hanno evidenziato come l'aumento delle temperature registrato negli ultimi decenni del secolo scorso in diverse zone viticole, dalla Napa Valley alla Francia, abbia contribuito a un aumento della qualitร  dei vini. โ€œMa non sempre piรน caldo equivale a piรน buonoโ€, sottolinea Eccel, ricordando che un ulteriore rialzo termico potrebbe far uscire dalla fascia ottimale specifici vitigni, oppure trasformare delle aree attualmente non adatte in aree potenziali. Inoltre, vendemmiare prima significherebbe fare una raccolta con temperature piรน alte, con conseguente forte respirazione aerobica delle uve, che รจ la ragione della perdita d'aciditร  e del mancato sviluppo dei profumi. Il problema sarebbe piรน marcato per quelle usate nelle basi spumante, solitamente vendemmiate prima. E, nei terreni a valle, un'invaiatura precoce anticiperebbe di tre settimane la maturazione. Infine, ad alte temperature estive corrisponderebbe un deficit idrico: โ€œDovremmo aspettarci estati piรน seccheโ€ aggiunge Eccel โ€œe i problemi potrebbero essere legati a quelle zone non ben irrigateโ€.

L'anomalia del 2014

Piogge, tuttavia, che non sono mancate nell'estate 2014, un'anomalia dal punto di vista meteorologico in un quadro pluridecennale di calo delle precipitazioni. Nell'anno piรน caldo dal 1800 (con +1,4 gradi) la temperatura media estiva รจ stata di +0,3 gradi piรน alta sul 1971-2000 (considerato periodo di riferimento), con precipitazioni a +17% sulla media (associate a temporali e grandinate) e aumenti delle piogge da +50 a +100 per cento in molte aree del centro nord (inferiori in Sardegna e Sicilia). L'effetto di questa abbondanza d'acqua, da un lato, si รจ sentito sulla qualitร  delle uve: molte cantine, dalla Valtellina alla Valpolicella, hanno scelto di rinunciare alla produzione di alcune tipologie di vino, cosรฌ come in Toscana il Sangiovese ha sofferto il surplus idrico; dall'altro, l'effetto di un'estate bagnata รจ emerso nei conti economici di fine stagione. Un esempio su tutti viene da Gavi, dove agronomi ed enologi sono stati chiamati, come in altre zone viticole d'Italia, agli straordinari: โ€œI costi per i trattamenti nel 2014 sono passati da una media di 400-600 euro ai 600-800 euro per ettaro, considerando gli aggravi per fitofarmaci, carburante, ore lavorateโ€ ricorda Davide Ferrarese, agronomo del Consorzio di tutela del Gavi. Nel solo luglio, in quest'area del sud del Piemonte sono stati registrati 180 millimetri di pioggia: i vigneti biologici hanno operato 18 trattamenti, rispetto ai 13 dei vigneti con metodo convenzionale. E peronospora larvata, oidio, scottatura delle uve e botrite hanno messo a dura prova le imprese.

Allarme fitopatie

Guardando al futuro, che legame ci potrร  essere tra l'aumento delle temperature e fitopatie? Gli esperti della Fondazione Mach sono ottimisti: โ€œAnalizzando oidio e tignoletta dell'uva possiamo dire che nonostante le temperature alte accelerino i cicli dei patogeni e degli insettiโ€ spiega Eccel โ€œnon ci saranno maggiori casi di attacco, in quanto la vendemmia sarร  anticipata. Pertanto, rispetto alla situazione odierna i nostri studi dicono che non ci saranno grandi differenzeโ€. Diverso, invece, il discorso legato all'aspergillus (microorganismo che favorisce la produzione di microtossine) che potrebbe creare problemi ai vitigni a bacca rossa in zone a clima caldo e secco.
Sembranosuggerimenti banali, ma a volte fanno la differenza. Per evitare fitopatie, occorre rispettare il turno dei trattamenti in vigna, verificare lo stato d'uso degli atomizzatori, tenere d'occhio le previsioni meteo, anche quelle orarie, e lavorare sempre in prevenzione come per la peronospora in caso di piogge annunciate. โ€œPuรฒ essere determinante per non essere colti di sorpresaโ€, dice Davide Ferrarese (Gavi Docg): โ€œSe il 2015 sarร  un'annata calda farรฒ una lavorazione superficiale per non creare competizione con le erbe presenti. Nel 2014 si รจ lavorato al contrario: nessuna lavorazione del terreno per evitare lโ€™eccessivo sviluppo della vegetazione, cercando di tenere ben areate le pareti fogliariโ€.

Previsioni per l'estate 2015

Ma che tempo farร  in vigna questa estate? Premesso che oggi lo stato vegetativo del vigneto italiano sembra essere in una fase ottimale, secondo le proiezioni fornite al Gambero Rosso da Marina Baldi, climatologa di Ibimet-Cnr, fino a fine giugno โ€œle temperature saranno abbastanza elevate in tutta Italia, piรน alte rispetto a una media che รจ di 24-26 gradi al centro-nord e di 30 gradi su Sud e Sicilia. Questo รจ dovuto a un campo di alta pressione che permane sul Mediterraneo, anche sono possibili incursioni di aria umida atlantica, che potrebbero portare la grandine. Le piogge nella restante parte di giugno non saranno frequenti, a parte temporali pomeridiani su Alpi e Appennini centrali. A luglio, รจ molto probabile che le temperature restino sopra le medie, con possibilitร  di pioggia generalmente basse, piรน frequenti al nord rispetto al CentroSud e Isole, dove il clima รจ atteso seccoโ€.
Ad agosto, qualche perturbazione potrebbe causare piogge al nord Italia: โ€œLe temperature saranno ancora alte al Centro-Sudโ€ prosegue Baldi โ€œe rispetto a luglio potrebbe piovere di piรน, con maggiori probabilitร  al Nord, a causa di sporadici ingressi di perturbazioni atlantiche. Le ondate di calore agostane non saranno lunghe come nel 2003, ma si caratterizzeranno per temperature elevate, intorno a 35 gradi. In generale, possiamo dire che le massime estive sono attese sopra la media e le minime leggermente sopra la mediaโ€. Spostando la lente sui singoli territori, l'estate 2015 รจ attesa piรน piovosa nelle aree padane (Piemonte, Lombardia, Triveneto) per le irruzioni di area umida, con temporali; sui versanti interni di Toscana, Lazio, Umbria, Abruzzo e Molise saranno probabili piogge pomeridiane; mentre al Sud e nelle isole, dove le temperature resteranno alte, le piogge sono attese scarse. Due numeri su tutti: per il Meridione, i modelli IbimetCnr danno una probabilitร  che si verifichino piogge sopra le medie stagionali di appena il 5%, mentre al Nord questa percentuale sale al 25 per cento

a cura di Gianluca Atzeni

Questo articolo รจ uscito sul nostro settimanale Tre Bicchieri del 18 giugno
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