Le grandi Cantine - Caviro

8 Set 2021, 18:24 | a cura di
Una cooperativa di secondo livello che riunisce ben 27 cantine in tutta Italia: più di 12mila soci viticoltori che lavorano le uve di un parco vigneti di oltre 36mila ettari. Viaggio alla scoperta delle grandi cantine: Caviro.

Una macchina perfetta. Sono queste le prime parole che vengono in mente quando si visita Caviro. Un nome che in tanti avranno letto, mentre si percorre l’autostrada Adriatica, nei pressi di Forlì. Un nome però che a tanti dice poco. Tutt’altra cosa se si cita il Tavernello. Ebbene si, Caviro è la grande cantina che produce il Tavernello. Ma Caviro è molto di più. Parliamo di una cooperativa di secondo livello che riunisce ben 27 cantine in tutta Italia: più di 12mila soci viticoltori che lavorano le uve di un parco vigneti incredibile - di oltre 36mila ettari - che vengono lavorate e vinificate dalle varie cantini sociali, per poi produrre vino che viene assemblato, analizzato, confezionato e distribuito in Italia e nel mondo da Caviro.

Ma la grande azienda romagnola, che opera da più di cinquant’anni, ha un altro grande primato di cui può vantarsi: gli investimenti continui e costanti in sostenibilità, sociale, economica ed ambientale. Nei suoi tanti anni di vita, oltre che alla produzione di vino, Caviro si è dedicata – attraverso varie attività e ottenendo grandi risultati - all’economia circolare: già dagli anni Ottanta l’azienda è impegnata nel riutilizzo dei sottoprodotti derivanti dalla lavorazione delle uve, un percorso che ha portato alla creazione di Caviro Extra, società del Gruppo che si occupa della valorizzazione degli scarti del settore agroindustriale trasformandoli in prodotti nobili poi reimmessi sul mercato per aziende del ramo farmaceutico, alimentare, cosmetico e chimico. Ma non finisce qui: a sua volta Caviro Extra, insieme a Herambiente, ha dato vita a un’altra società, Enomondo, nata con lo scopo di gestire impianti per la produzione, distribuzione e vendita di energia termica ed elettrica ricavata dal trattamento di vinacce esauste, sfalci e potature e di trasformare, infine, i rifiuti organici del settore in fertilizzanti che ritornano nei campi. Un modello, insomma, frutto di un mix di rispetto dell’ambiente e valori etici. Un circuito virtuoso di sostenibilità certificata che ha straordinarie ricadute positive sul territorio in cui opera.

 

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