Le architetture golose di Matthias Borowski

12 Set 2014, 14:45 | a cura di
Sono torroni, caramelle, gelatinefuori formato che nascondono un'anima design e un'attenta ricerca sui materiali: resine, legno, cemento. Sono gli arredi golosi firmati daร‚ร‚ย Matthias Borowski che siglano il punto di incontro tra design e cibo.

Quello di Matthias Borowskiร‚ร‚ย รจ un lavoro di accurata ricerca sui materiali. Con il suo progetto di product design presso la Design Academy di Eindhoven, lโ€™artista indaga il rapporto tra il materiale e il design soffermandosi su come proprio la scelta di colori, textures, e struttura possano influenzare il processo di creazione artistica.
Membro dello studio Kollectiv Plus Zwei, lโ€™artista fa dei dolci il punto di partenza per la sua collezione di arredi. Focalizzando la sua attenzione su una svariata quantitร  di prelibatezze culinarie, lโ€™artista dร  vita ad una sperimentazione continua su decine di materiali che manipola e lavora con estrema accuratezza per raggiungere risultati sorprendentemente realistici.

โ€œHo realizzato oggetti che somigliassero a dolci per risvegliare tutti i nostri cinque sensi. Per gli arredi a forma di torrone ho usato resine e legno mentre per le caramelle a strati ho lavorato con resine trasparenti con lโ€™aggiunta di pigmenti colorati: dโ€™altronde quando ho iniziato a fare ricerca sui dolciumi ho realizzato che i materiali con i quali sono fatti sono spesso molto artificiali e la plastica per me รจ un giusto equivalente.โ€

Il risultato sono grossi massi di resine di differenti trasparenze che ricordano gelatine o lucido caramello, per passare a combinazioni di legno e cemento che rievocano enormi pezzi di torroni fino alla realizzazione di parallelepipedi coperti di piccole sfere di plastica che strizzano lโ€™occhio ad unโ€™elegante pralinatura rosa.
In questo modo il parallelismo tra design e cibo mostra con forza un vicinanza dโ€™intenti per quello che concerne la ricerca, lโ€™ispirazione e la creazione estetica che coinvolge entrambe le materie fino quasi a non distinguere piรน le due aree dโ€™azione.

a cura di Valentina Guttuso

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