Lo Chef Luigi Salomone docente a Città del gusto Napoli

15 Giu 2017, 09:04 | a cura di
Da Piazzetta Milù alle aule di Professione Chef della Gambero Rosso Academy
Cucina semplice e stagionale che trova ispirazione dalla tradizione ma sempre ricercando quell’ingrediente divertente che regala brio al piatto. Queste le caratteristiche di Luigi Salomone, Chef del ristorante Piazzetta Milù  a Castellammare di Stabia, presente nella Guida Ristoranti d'Italia 2017 Gambero Rosso con una forchetta, nonchè una stella Michelin.
Giovane e ambizioso, Luigi Salomone, nonostante la costante attenzione alla formazione e la valida esperienza alla Taverna Estia e con chef affermati quali Nino di Costanzo e Paolo Barrale, grazie ai quali ha capito realmente quanto siano indispensabili il rigore e la tenacia in cucina, mantiene ancora forte la voglia di migliorarsi e soprattutto di non fermarsi.
Cosa avrà risposto alle nostre domande?
 
Quanto conta la formazione per chi si approccia a questo mestiere?
Oggi c'è una vasta offerta di corsi formativi, forse più di prima. Ovviamente non tutti arrivano con le idee chiare e penso che per una persona nuova a questo lavoro, sia fondamentale iniziare con un corso professionale qualificato. L’importanza della formazione sta proprio nel fatto che conta tantissimo avere una base solida dalla quale far partire la pratica e alla quale aggiungere tutto quello che apprendiamo al di fuori. 
 
Qual è il primo ricordo legato alla tua attività?
La prima volta che ho indossato la giacca da cucina, avevo 14 anni. Mi rendo conto che avevo già chiaro il mio obiettivo e soprattutto chiara era la mia volontà di volerlo raggiungere davvero, condizione importante per intraprendere questa strada, che ammetto, è in salita.
 
Quali sono i fattori di successo per un’attività?
L'Italia è un Paese ricco di ottime materie prime e caratterizzato da una cucina che non richiede manipolazione. Per questo sicuramente oggi conta avere una buona cucina che sappia tener presente la richiesta sempre maggiore delle persone di piatti tradizionali, rendendoli allo stesso tempo originali con una propria moderna interpretazione che sia però comunicata in modo trasparente ed efficace.
 
Cosa consigli a chi vuole intraprendere questa professione?
Consiglio prima di tutto, oltre all'attenzione alla formazione, di fare esperienze all'esterno e all'estero, grazie alle quali acquisire nuove tecniche per poter trasformare i nostri fantastici prodotti. Sicuramente il giudizio delle guide conta nel nostro mestiere ma nella misura in cui rappresenti uno stimolo a migliorarsi, consigliando di accettare tutti i giudizi della clientela, che a volte utilizza parametri molto diversi da quelli delle guide. Per cui dico ai miei coetanei di tenere duro perchè come molti mestieri anche questo richiede sacrifici ma soprattutto ricordo di non smettere mai di imparare, perchè gli stimoli sono ovunque intorno a noi ... in un libro, in un'esperienza lavorativa presso un maestro, in un viaggio, nel nostro territorio.
 
 
 
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