Viaggio tra i vitigni autoctoni: la lacrima di Morro d’Alba

1 Feb 2016, 14:00 | a cura di

Il nostro viaggio alla scoperta dellavarietà ampelografica italiana approdo nelle Marche, alla scoperta della lacrima di Morro d'Alba. 


Storia e territorio

Il nome può rivelarsi fuorviante, perché quando si parla di vino, l’Alba più famosa è in Piemonte. Invece, siamo nelle Marche, in provincia di Ancona, dove il piccolo comune di Morro d’Alba, custodisce un piccolo tesoro, il vitigno autoctono a bacca rossa lacrima di Morro d’Alba. Un’uva così indissolubilmente legata al territorio da prenderne addirittura il toponimo. Il termine lacrima, invece, deriva dalla particolarità degli acini, che durante la maturazione tendono a rompersi facendo uscire delle piccole gocce di succo. Alcune ricerche genetiche fanno supporre la parentela con l’aleatico, antico vitigno semi-aromatico diffuso soprattutto nelle regioni del centro e sud Italia.

Le origini della lacrima di Moro d’Alba sono antichissime, si narra addirittura che fosse il vino preferito da Federico Barbarossa quando, durante l’assedio d’Ancona, aveva preso possesso del castello di Morro d’Alba. All’epoca il vitigno era diffuso nel territorio marchigiano, in Romagna, Toscana, Umbria, Campania e sul versante adriatico fino in Puglia. Ma nel corso dei secoli è stato progressivamente espiantato e sostituito con altre varietà. Il rischio d’estinzione è stato scongiurato, solo grazie alla lungimirante opera di alcuni viticoltori della provincia d’Ancona, culla originaria del vitigno. Nel 1985, il riconoscimento della DOC ne ha sancito l’importanza all’interno del panorama ampelografico italiano, decretandone la rinascita e un rinnovato interesse. Oggi la denominazione comprende territori dei comuni di Morro d’Alba, Belvedere Ostrense, Monte San Vito, Ostra, San Marcello e Senigallia, tutti in Provincia di Ancona.

 

Caratteristiche

La lacrima di Moro d’Alba è un vitigno esigente, difficile da coltivare e sensibile ai parassiti. Queste caratteristiche hanno sicuramente contribuito al suo progressivo abbandono in favore di varietà più resistenti e produttive.Predilige le esposizioni collinari e ben ventilate con suoli di natura argillosa, ricchi di minerali. In passato era spesso coltivato secondo l’antica usanza della vite maritata agli alberi. Una consuetudine che ormai ha lasciato il campo a sistemi più moderni e razionali di allevamento. I suoi grappoli sono di media grandezza, gli acini hanno un colore blu scuro, con una buccia spessa ma così delicata da rompersi facilmente nel corso della maturazione, dando luogo alla caratteristica lacrimazione. Il vino ha un colore rosso intenso con riflessi violacei. Il profilo olfattivo è delicatamente aromatico, con giovanili sentori vinosi, che evolvono verso un bouquet floreale, con note di viola e profumi di piccoli frutti rossi. Al palato è fruttato, armonioso, con tannini morbidi, suadenti e buona freschezza. Proprio per le caratteristiche dei suoi aromi, si preferisce l’affinamento in acciaio, che conserva tutta la fragranza dei profumi. A tavola, la lacrima di Morro d’Alba accompagna molto bene i salumi del territorio, i primi piatti al ragù di carne o i secondi piatti di carni bianche. Per la sua delicatezza e i tannini vellutati, non disdegna l’abbinamento tradizionale con il classico brodetto di pesce all’anconetana.

 

Produttori

Tra i produttori più interessanti delle denominazione segnaliamo Mancinelli, sinonimo di Lacrima di Morro d'Alba. Stefano Mancinelli è considerato il primo produttore ad aver conferito a questo vino una dignità che va oltre la diffusione locale, fornendo versioni anche passite e utilizzando macerazione carbonica per esaltare l'aromaticità del vitigno. E ancora Luciano Landi, cultore del monovitigno. Il suo Gavigliano è una Lacrima concentrata, articolata e complessa dal punto di vista aromatico. Spostandoci in località Pozzo Buono a Morro d'Alba, la famiglia Nazareno Vicari realizza ben tre tipologie di Lacrima: intensa e articolata quella della linea “Essenza”, strutturata e tradizionale la versione “Dasempre” e dolce quella “Amaranto”. Storiche vigne sono poi quelle dell'azienda Marotti Campi dove la Lacrima è allevata sin dall'Ottocento. Infine sapide e ricche di sapore sono le Lacrima di Morro d'Alba di Velenosi e Monte Schiavo, due grandi nomi del panorama vinicolo italiano.

 

a cura di Alessio Turazza
foto: Mancinelli

 

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