Il valore della tradizione: la Puglia investe sul food ecosostenibile

15 Set 2022, 11:50 | a cura di

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Salvaguardare la tradizione è un obiettivo che ne contiene molti altri. Evitare che vadano persi patrimoni di saperi e sapori significa sostenere la biodiversità, la cultura e l’economia di un territorio. Lo sa bene la Regione Puglia, protagonista di un nuovo progetto in campo dall’inizio dell’anno.

Il “Modello Puglia” diviene, dunque, occasione per ridisegnare stili di vita e una crescita maggiormente sostenibili e in armonia con l’ambiente. Perché le piccole produzioni hanno un impatto meno invasivo e contribuiscono a una distribuzione dell’economia più equa e diffusa, salvaguardando l’intero Pianeta dal pericolo delle mono varietà.

Il “Modello Puglia”

È stata denominata “Modello Puglia” l’iniziativa che ha l’intento è dar vita a un vero e proprio metodo di lavoro, il quale consenta un dialogo costruttivo e continuo tra il mondo istituzionale e quello associativo. Una squadra, già operativa, costituita da agronomi, veterinari, biologi, contadini e allevatori, è impegnata a evidenziare le caratteristiche di prodotti e animali che vengono coltivati o allevati seguendo precise tecniche tradizionali, nel pieno rispetto del territorio, valorizzando paesaggi e culture.

In questo modo sarà possibile dar vita a nuovi presidi, i quali andranno a costruire – attorno ad ogni eccellenza meritevole – una rete di produttori e ambasciatori che si faranno carico di non lasciar morire quello specifico patrimonio culturale. D’altronde, la Puglia è una delle regioni italiane più ricche sotto questo punto di vista, merito della sua lunga storia e dei tanti popoli che le hanno lasciato in eredità conoscenze, tecniche e peculiarità.

Il turismo di qualità, difatti, da anni ormai premia questa regione sotto ogni punto di vista: buon cibo, bellezze naturalistiche e percorsi ricchi di storia. Ingredienti che hanno consentito di far crescere la professionalità dell’accoglienza, specialmente tramite tour operator e agenzie locali, come Barbarhouse, grazie alle quali si ha la possibilità di scegliere una soluzione ideale tra la vasta rete di b&b in Puglia. Molti nascono nelle tradizionali masserie, in particolare nel Salento, consentendo al visitatore di poter godere del rapporto con il prezioso mondo rurale locale.

Lunga oltre 400 chilometri, circondata in buona parte dal mare, questa regione si protende verso le altre coste del Mediterraneo in una posizione invidiabile e naturalmente portata ad accogliere le influenze degli altri popoli dell’area.

I Presidi a tutela della biodiversità

Il Presidio ha proprio questo obiettivo, portato avanti grazie a innumerevoli professionisti e ai tanti eventi che vengono organizzati al fine di accendere i riflettori su questi giacimenti gastronomici e tradizionali. Al momento, in tutto il mondo, sono all’attivo oltre 600 Presidi in circa 80 nazioni.

Nello specifico, in Puglia, sono già numerosi i presidi, i quali spaziano tra formaggi e carni, passando da antiche varietà di frutta e legumi.

Tra i più interessanti vi è, senza dubbio, il pomodoro Regina di Torre Canne. Coltivato nell’alto Salento, lungo l’antica Via Traiana, tra Fasano e Ostuni. È andato quasi del tutto perduto per via della moderna agricoltura che si avvale della coltivazione in serra.

Si tratta di un pomodoro da serbo, il quale in buona parte veniva conservato per l’inverno effettuando semplicemente una sorta di appassimento. La sua storia è strettamente collegata ad un’altra curiosità locale: la coltivazione del cotone che, dal Trecento, divenne una importante integrazione del reddito dei contadini. Il pomodoro, in effetti, andò a sostituire questa pianta quando, man mano, si cominciò a importare cotone dalle Americhe e dall’Asia.
Eppure, tradizionalmente, qualche contadino continuò a mantenerlo in vita. Ecco che i destini del pomodoro Regina e del cotone italiano si incontrano.

In effetti, quel cotone, serviva anche per creare le ramasole, ovvero delle collane di pomodori create per poter tenere distanziati e arieggiati i frutti rossi, i quali spesso accompagnano i prodotti della dispensa dei contadini fino all’estate successiva.

Tradizione che contribuisce anche al decoro di porticati e cantine pugliesi, spesso colorate e abbellite dalla loro presenza. Una ulteriore dimostrazione di quanto il cibo sia cultura, artigianato e arte in taluni casi. Usanze da salvaguardare in nome di una identità che diventa ancora più preziosa e rara in un mondo fortemente globalizzato.

 

 

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