A Firenze Caffè Lietta eredita storia (e staff) del mitico Giacosa. È il bar più bello della città?

12 Mar 2019, 10:30 | a cura di
Ha aperto poco più di un mese fa, sotto il loggiato di piazza della Libertà, il Caffè Lietta, che vede al lavoro la squadra storica del Caffè Giacosa, chiuso dal 2017. Lo spazio è bellissimo, l’offerta di qualità. Ci sono tutte le carte in regola per farne un nuovo luogo di ritrovo della città.

Dal Caffè Giacosa al Caffè Lietta

Dal 1815, in via Tornabuoni, il Caffè Giacosa ha attraversato quasi due secoli di storia fiorentina. Battezzando pure invenzioni celeberrime, come il cocktail Negroni, di cui proprio quest’anno si festeggia il centenario. Poi, nel 2001, lo stilista Roberto Cavalli acquistò l’immobile per farne il suo quartier generale: atelier e boutique, con un piccolo sfogo su via della Spada, sul retro dell’edificio, dove il Caffè Giacosa aveva continuato a esistere, pur con dimensioni ridotte e sotto l’egida della maison. Nell’estate 2017, però, la chiusura dell'attività da parte di Cavalli ha segnato definitivamente il destino del caffè più longevo di Firenze, che ha abbassato per sempre le saracinesche. Ecco perché ai fiorentini piacerà ritrovare parte dello staff che animava il Giacosa nel nuovo spazio ideato da Francesca e Lucilla Tacconi sotto i portici di piazza della Libertà. Le due sorelle, non a caso, sono le figlie di Lietta Cavalli, e nipoti di Roberto: la decisione di aprire il Caffè Lietta, che proprio alla  mamma è dedicato, esplicita anche il desiderio di riallacciare i fili con una storia che si è interrotta troppo bruscamente. E in uno spazio di grande bellezza, che di Lietta, a poche settimane dall’inaugurazione, ha già fatto uno dei luoghi di ritrovo più piacevoli della città.

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Il Caffè Lietta. L’ambiente e le foto

Nel progetto Francesca e Lucilla hanno riversato la cura per i dettagli della mamma e coinvolto professionisti di comprovata esperienza, come il pasticcere Giuseppe Schiaratura, lo chef Nicola Chellini, il barman Riccardo Banducci, con la sua consuetudine a miscelare Negroni (dietro al banco di via Spada era arrivato già nel 2002). Praticamente tutta l’ossatura del Caffè Giacosa, chiamata a muoversi in uno spazio di ampio respiro, con i laboratori di produzione a vista sul piano soppalcato, appena sotto le volte affrescate del Caffè Lietta, che dispone di 150 metri quadri di superficie aperti al pubblico e 45 coperti distribuiti su due sale per chi vuole godere di una colazione rilassata, un pranzo informale, un aperitivo. Con la piacevole sensazione di trovarsi in un luogo senza tempo, seppur di recentissima fondazione. E con rituali scevri dai peggiori tic del bar italiano: non c’è, per esempio, servizio al tavolo. Si prende quel che si vuole al banco e poi ci si va a sedere dove si trova spazio, senza sciocchi sovrapprezzi, tanto per dirne una. Ma il merito spetta anche alla decisione di recuperare certe accortezze del passato, per esempio nel confezionamento dei dolci e dei cofanetti da asporto, con i fiori freschi e i piccoli bouquet “colti” direttamente dalla parete verde che è stata immaginata in fase di progettazione con la collaborazione di Rosa Canina, che allestisce di volta in volta una quinta scenica dinamica, e molto suggestiva, in sintonia con gli arredi di gusto francese (ma realizzati da una falegnameria artigiana fiorentina) e gli oggetti di antiquariato recuperati per l’occasione.

Il banco dei dolci del Caffè Lietta, con i piruli in primo piano

L’offerta e i prezzi. Dal pirulo ai tramezzini fatti in casa

Un lungo bancone di 12 metri taglia l’ambiente principale, esponendo un’ampia varietà di preparazioni dolci e salate: persino il pane per i tramezzini arriva dal laboratorio sul soppalco, come alcune “invenzioni” di pasticceria che sono legate al nome del Caffè Giacosa, di cui Lietta ha ereditato molte ricette. Un esempio per tutti è il pirulo, un budino di pasta frolla ripieno di ricotta lavorata e declinato in varianti stagionali, dalla mela ai frutti di bosco, passando per la crema gianduia. Ma non mancano i classici croissant, la sezione delle viennoiserie, i biscotti e le torte tradizionali, dalla Sacher alla torta della nonna. A pranzo il banco si riempie di panini e tramezzini (3,50-5 euro), chi preferisce può optare per un’insalata o i piatti del giorno (primi a 6-12 euro, secondi a 8-12); in abbinamento i vini dell’azienda di famiglia (al calice 5-8 euro). In vendita anche una selezione di prodotti, come la marmellate marchiate con il logo floreale – ca va sans dire – di Lietta (e decori floreali intarsiano anche il parquet), e i cosmetici naturali ideati dai Laboratori Hur ispirati ai profumi della pasticceria. Al piano inferiore, uno spazio più piccolo può ospitare degustazioni ed eventi privati; mentre i tavolini sotto i portici offrono un piacevole affaccio sulla piazza assolata. In attesa di andarci, godetevi le nostre foto.

Caffè Lietta – Firenze – piazza della Libertà, 6-8/r – 7-21 (chiuso la domenica) - www.caffelietta.it

 

a cura di Livia Montagnoli

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