A Ravenna il Giardino Rasponi rivive come bottega-bistrot con i ragazzi di Officina Ubuntu

16 Lug 2020, 11:59 | a cura di
Lo storico giardino ravennate, che conserva molte varietà di erbe aromatiche, ha riaperto al pubblico dopo due anni, grazie al lavoro dell’ente di formazione Engim e della sua Officina Ubuntu. Si mangia in giardino, circondati dai palazzi storici della città.

Il Giardino Rasponi di Ravenna. La storia

Il Giardino Rasponi, nel centro di Ravenna, esiste dal XV secolo. Circondato da palazzi appartenuti alle famiglie della nobiltà ravennate, è sempre rimasto un piccolo rifugio verde nel cuore della cittadina emiliana (dal centro del parco si scorge anche il campanile del Duomo), col suo impianto storico caratterizzato dalla fontana centrale in ferro battuto circondata da aiuole ordinate, in cui si alternano erbe mediterranee e specie meno note, tramandate nei ricettari degli speziali, tra issopo e cappero, levistico e pungitopo, ma anche cicoria e carciofi. Non a caso, in città lo spazio è conosciuto anche come “giardino delle erbe dimenticate”, e negli ultimi anni l’appellativo non aveva portato fortuna, dal momento che il luogo, di proprietà della Banca Popolare di Ravenna dopo diversi passaggi di mano, è stato chiuso al pubblico a più riprese, in attesa di un serio lavoro di ripristino del verde e degli spazi comuni. In origine di pertinenza del palazzo dalle sembianze di un castello di città della famiglia Rasponi, passò al conte Marco Fantuzzi nella seconda metà del Settecento, e all’epoca risalgono gli interventi che hanno ripensato secondo il gusto dell’epoca il giardino, cui si accede ancora varcando il portale monumentale realizzato dall’architetto Camillo Morigia nel 1780. Negli ultimi due anni il Giardino Rasponi era rimasto chiuso, ma il lockdown è stato utile per restaurarlo, e dalla fine di maggio ha riaperto le porte alla città.

L'ingresso del giardino rasponi

E c’è di più, perché il progetto di riapertura è frutto di un accordo tra la proprietà di Bper e l’Engim, ente di formazione professionale della regione Emilia Romagna (presente a Ravenna e Cesena) che ha preso gratuitamente in gestione lo spazio, con l’impegno di prendersi cura dell’orto botanico e di assicurare i servizi al pubblico. Così, per tutta l’estate, il Giardino Rasponi sarà una bottega-bistrot all’aperto, con i tavolini allestiti tra aiuole di erbe aromatiche (che sono state ripiantate in modo filologico) e alberi in fiore.

le torte di Officina Ubuntu

La bottega-bistrot in giardino di Officina Ubuntu

A gestire il locale è Officina Ubuntu, la bottega alimentare di Engim, impresa formativa che normalmente svolge didattica (teorica e pratica) per i giovani che vogliono intraprendere attività commerciali nel comparto agroalimentare e insieme sostiene le piccole aziende del territorio, promuovendo i loro prodotti, che ora sono protagonisti dell’offerta gastronomica al giardino Rasponi.

Dalle 9 alle 19 l’attività è aperta con orario continuato, per acquistare i prodotti presso la bottega o fermarsi a gustarli nel verde, a pranzo o per l’aperitivo (e in occasione di serate speciali, per eventi culturali o visite guidate all’orto, l’orario si amplia): i ragazzi che frequentano i laboratori dell’Officina preparano i prodotti di gastronomia fredda, le torte, i biscotti, le focacce e i pan brioche farciti disponibili quotidianamente, ma l’offerta si arricchisce di molti altri prodotti a scaffale e da banco, tra conserve, pasta secca, sottoli, vini, formaggi e salumi – dal prosciutto di Mora romagnola allo Stanco di Brisighella -  per la vendita al dettaglio, regionali e non solo.

Salumi e vino da Officina Ubuntu

Mentre non è previsto il servizio al tavolo: si acquista in negozio, scegliendo tra le proposte del giorno confezionate in packaging biodegradabile, e ci si accomoda liberamente al tavolo, in giardino. Menu particolari possono essere concordati in anticipo, telefonicamente.

Giardino Rasponi – Ravenna - piazzetta Paolo Serra – dalle 9 alle 19  - 345 5057385 - https://www.facebook.com/officinaubunturavenna/

 

a cura di Livia Montagnoli

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