Addio a Mario Scaturchio, il re della pasticceria napoletana che ha fatto conoscere le sfogliatelle al mondo

2 Apr 2015, 09:55 | a cura di
Dal 1905 la pasticceria Scaturchio è un marchio di fabbrica dell’arte dolciaria partenopea: prima papà Giovanni e suo fratello Francesco, inventore del celebre ministeriale, poi Mario, custode dell’arte familiare. L’ultimo omaggio nella basilica di San Domenico.

Una storia che ha più di cent’anni

Ottantasei anni e un nome conosciuto in tutta Napoli (e non solo). Quello che accoglieva sull’uscio, sin dall’insegna, gli estimatori della pasticceria partenopea nel tempio-laboratorio di via Toledo, aperto da papà Giovanni e suo fratello Francesco all’inizio del secolo, nel lontano 1905. Ora, il decano dei pasticceri napoletani, Mario Scaturchio, non c’è più: arresto cardiaco. E la città gli ha già reso omaggio con i funerali celebrati lontano dai riflettori nella basilica di San Domenico Maggiore, non distante dalla sua storica pasticceria (affacciata proprio sulla piazza, aperta già da papà Giovanni dopo il successo del laboratorio di via Toledo), Scaturchio.

Il ministeriale, scrigno di cioccolato al liquore

Non solo sfogliatelle, capresi e babà, ma un marchio di fabbrica entrato nel cuore di tutti i napoletani e gli amanti dell’arte dolciaria: il ministeriale al cioccolato fondente con crema al liquore. Forte della tradizione familiare, Mario Scaturchio ha continuato a custodire i segreti e le ricette che già nella prima metà del Novecento avevano fatto impazzire la città, quando sulle tavole più altolocate si attendeva il momento dell’arrivo del medaglione al cioccolato ideato nel 1905 per omaggiare il fascino di Anna Foguez, famosa artista dei caffè cittadini; da allora il ministeriale ha conquistato tutti, facendosi spazio di diritto tra la concorrenza agguerrita di prelibatezze altrettanto note.
Come le sfogliatelle che Scaturchio ha esportato a New York e Sydney – o la pastiera confezionata nell’apposito contenitore circolare metallico per sostenere lunghi viaggi - facendo conoscere nel mondo l’eccellenza della pasticceria artigianale partenopea, ma non per questo montandosi la testa, anzi mantenendo un basso profilo sempre sostenuto dalla grande passione con cui continuava a seguire l’attività di famiglia, facendo visita di tanto in tanto al laboratorio, per verificare la qualità di tutta la produzione.
Il rispetto di standard altissimi che sono valsi al re dei pasticcieri di Napoli l’apprezzamento internazionale, anche se qualche anno fa aveva lasciato la gestione dell’attività a una società esterna, che subito si era affrettata a richiamarlo in qualità di supervisore di un ingranaggio perfetto, frutto in massima parte di procedure e macchinari ideati da Mario stesso.

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