I segreti delle anguille scoperti dai sistemi per il monitoraggio del global warming. Lo rivelano scienziati Geomar

2 Gen 2014, 09:52 | a cura di
Le anguille hanno un ciclo riproduttivo particolare. A differenza degli altri pesci, non scelgono coste e acque tranquille per deporre le uova, bensì percorrono circa 4.500 chilometri e si riproducono al centro dell'Oceano Atlantico, esattamente nel Mar dei Sargassi.

La notizia che le anguille si riproducono nel Mar dei Sargassi non è certo un ultim'ora. Eppure i loro comportamenti hanno da sempre destato grande curiosità. Nessuno aveva mai visto un'anguilla deporre uova e la credenza popolare ne attribuiva l'origine alla generazione spontanea dal fango. Ma fu tra l'800 e i primi del '900 che ricerche e osservazioni costanti riuscirono a identificare le rotte migratorie delle anguille. Incrociando i percorsi di quelle europee con le africane e le americane si riuscì ad individuare il luogo scelto alla loro riproduzione. Si tratta di una porzione dell'Oceano Atlantico vasta circa 4 milioni di chilometri quadrati, il Mar dei Sargassi. Ed ecco che entrano in gioco i sistemi di monitoraggio per gli effetti del Global Warming. Alcuni scienziati, per la maggior parte oceanografi, hanno individuato nei modelli utilizzati per lo studio delle correnti oceaniche un valido strumento per l'osservazione delle anguille. Strano a dirsi, ma è esattamente questo che Miguel Baltazar-Soares, studioso del GEOMAR Helmholtz Centre for Ocean Research di Kiel e autore principale del nuovo studio, ha detto nella pubblicazione apparsa recentemente su Current Biology. “Lo studio si basa su un modello di ultima generazione sviluppato a Kiel. In origine era usato per simulare gli effetti di scioglimento dei ghiacciai della Groenlandia sul Nord Atlantico. Ha una risoluzione di circa dieci volte superiore a quella convenzionale dei modelli climatici”, spiega. “Il nuovo modello permette di comprendere anche i cambiamenti su piccola scala nel mare, così ci è venuta l'idea di usarlo per una simulazione migratoria delle anguille”.Otto milioni di particelle drifting sono state deposte nel Mar dei Sargassi e usate come tante piccole boe luminose per simulare il comportamento delle larve di anguilla, che nei primi anni di vita dipendono esclusivamente dalle correnti oceaniche. Solo le particelle che entro 24 mesi hanno raggiunto le coste europee sono state conteggiate come 'superstiti'. Una seconda scoperta è stata fatta da questa osservazione: le anguille americane, che impiegano molto meno tempo a raggiungere le coste del Nuovo Continente, hanno un periodo di gestazione larvale più breve. Sembra infatti che la vita larvale dell'anguilla cessi nel momento in cui questa raggiunge le coste. I risultati di questo studio dimostrano con evidenze scientifiche quanto sia importante tenere sotto controllo la quantità degli stock ittici, perché essi, oltre che a una fonte di nutrimento, corrispondono a un indicatore su come la natura cambi il suo corso e che una riduzione imprevista della quantità di anguille possa essere l'indicatore di un cambiamento su vasta scala delle correnti oceaniche.

www.cell.com/current-biology

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